Elephant walk: differenze tra le versioni
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Le operazioni di bombardamento strategico nel [[guerra del Pacifico (1941-1945)|teatro del Pacifico]] erano ancor più impegnative; in questo caso l'USAAF impiegava dal giugno 1944 i grandi bombardieri ultra-pesanti [[Boeing B-29 Superfortress]] che, a pieno carico, pesavano sessanta tonnellate, e avevano un apertura alare di oltre 50 metri<ref>M. Caidin, ''La notte che distrussero Tokyo'', pp. 29-30.</ref>. Questi giganteschi aerei partivano in un primo momento dalle lontane basi aeree in [[Cina]], mentre dal novembre 1944 vennero trasferiti nelle basi aeree di [[Guam]], [[Tinian]] e [[Saipan]], nelle [[isole Marianne]], da dove si dirigevano verso il [[Giappone]] in lunghe e logoranti missioni a oltre 3.000 chilometri di distanza<ref>M. Caidin, ''La notte che distrussero Tokyo'', pp. 69-74.</ref>. In questo caso le operazioni di decollo erano veramente impressionanti: lunghe file di enormi bombardieri B-29 si succedevano rapidamente, uno dietro l'altro, lungo le grandi piste che venivano percorse con velocità crescente in mezzo alla polvere e al frastuono dei motori. Nel caso dell'[[operazione Meetinghouse]] del 9/10 marzo 1945, la manovra di decollo coinvolse 334 bombardieri divisi su tre piste diverse che, a pieno carico di armamento e carburante, riuscirono a decollare tutti regolarmente in due ore e 45 minuti con un intervallo di quaranta secondi l'uno dall'altro<ref>M. Caidin, ''La notte che distrussero Tokyo'', pp. 123-127.</ref>.
Gli osservatori delle impressionanti operazioni di rullaggio lungo le piste e decollo, di un gran numero di possenti bombardieri strategici quadrimotori americani in fila a distanza ravvicinata, affermarono che queste manovre somigliavano alla tumultuosa marcia degli elefanti in cerca della sorgente d'acqua più vicina<ref name=af.mil>{{cita web|
== Dopo la seconda guerra mondiale ==
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