Louise Preslar: differenze tra le versioni
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Scoperto il cadavere di Denton, Louise fu chiamata come testimone dalla polizia che in realtà voleva che, dal [[Colorado]], dove soggiornava e dove non era concessa [[estradizione]], la donna entrasse nello stato della California. Superati i confini venne infatti subito accusata di omicidio e condannata al carcere a vita da cui fu rilasciata dopo aver scontato 18 anni quando ormai era divenuta nuovamente vedova perché nel frattempo Richard Peete si era suicidato disperato perché Louise non rispondeva più dal carcere alle sue lettere.
Nel 1939, in libertà condizionata, Louise lavorava in una mensa militare quando scomparve una sua amica. Louise ricorrendo alla sua capacità di invenzione testimoniò che la donna era «scappata con un soldato», poi che era « caduta e stava male» e ancora che era «in fin di vita e forse già morta». Non si riuscì a provare alcun coinvolgimento negli avvenimenti per i quali era sospettata e ancora libera nel 1943 Louise abitava nella stessa casa con Alice Latham, una donna che morì per un improvviso infarto.
Louise si trasferì quindi presso una coppia di coniugi, Arthur e Margaret Logan, che avevano sempre creduto alla sua innocenza e l'avevano soccorsa quando era in carcere. Louise, che aveva cambiato il suo nome in Lou Ann Lee, convinse Margaret a far ricoverare il marito in manicomio per demenza senile. Arthur morirà in ospedale ma nessuno si incaricherà dei funerali poiché la moglie del defunto era scomparsa dal 30 maggio del 1944. Louise affermò che a Margaret per un incidente avevano amputato un braccio e che era in cura da qualche parte. La pluriomicida si era nel frattempo sposata con il sessantacinquenne Lee Judson con il quale era andata ad abitare nella casa dei Logan ormai libera e a loro disposizione.
La polizia, che sospettava qualcosa di losco, decise di operare una perquisizione della casa che porterà alla scoperta del corpo di Margaret sepolta sotto un albero. Successive indagini provarono che la donna era stata uccisa da Louise con una rivoltella che aveva rubato ad Alice Latham dopo la sua morte. Lee Judson, che ignorava tutto del passato della moglie, si suicidò.
Nell'aprile del 1945 si aprì il processo a carico della Preslar che venne condannata da una giuria, formata da undici donne e un uomo, alla camera a gas. Nel 1947 la sentenza sarà eseguita.
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