Tina Modotti: differenze tra le versioni

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/* «Riconosciuta maestra della nascente fotografia del XX secolo»
/* «Riconosciuta maestra della nascente fotografia del XX secolo»{{cita web|url=https://www.loc.gov/rr/print/coll/womphotoj/modottiessay.html|titolo=Tina Modotti (1896-1942) - Introduction & Biographical Essay|accesso=1° novembre 2016}}{{cita web|ur...
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La [[Biblioteca del Congresso]] (Library of Congress), la biblioteca nazionale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] a [[Washington]] in una scheda di Beverly W. Brannan della ''Prints & Photographs Division'' definisce Tina Modotti come la «riconosciuta maestra della prima fotografia del XX secolo»<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/rr/print/coll/womphotoj/modottiessay.html|titolo=Tina Modotti (1896-1942) - Introduction & Biographical Essay|accesso=1° novembre 2016}}</ref>. La più grande biblioteca della storia del mondo esalta la «raffinata arte» della Modotti soprattutto come fotoreporter, tanto da conservare un lotto di sue fotografie ovvero quelle che documentano le attività del partito comunista messicano nel 1929<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/pictures/search/?q=LOT%2014040&fi=number&op=PHRASE&va=exact&co!=coll&sg=true&st=gallery |titolo=Galleria delle foto messicane di Tina Modotti, appartenente al Lotto 14040 della Library of Congress|accesso=1° novembre 2016}}</ref> oltre che foto su altri temi<ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/pictures/related/?fi=name&q=Modotti%2C%20Tina%2C%201896-1942|titolo=Galleria delle foto di Tina Modotti, conservate alla Library of Congress|accesso=1° novembre 2016}}</ref>. Opere della produzione fotografica della Modotti sono anche custodite presso l' [[International Museum of Photography and Film at George Eastman House]]<ref>{{cita web|url=http://collections.eastman.org/search/Modotti/objects/list?page=1|titolo=Eastman Museum - Modotti|accesso=1° novembre 2016}}</ref> di [[Rochester (New York)]] oltre che in altri importanti musei del mondo. D'altronde il britannico [[The Daily Telegraph]] annunciando una mostra della fotografa alla [[Royal Academy of Arts]] di [[Londra]] definì la Modotti come «uno dei più brillanti fotografi del 20 ° secolo» con una storia ed una eredità straordinarie <ref>{{cita web|url=http://www.telegraph.co.uk/culture/photography/10104447/Tina-Modotti-An-amazing-life-in-photography.html|titolo=Tina Modotti: An amazing life in photography|accesso=5 novembre 2016}}</ref>
 
«Una donna libera e inserita nel grande filone della cultura laica»<ref>{{cita web|url=http://www.comitatotinamodotti.it/tina.htm|titolo=Tina Modotti, Arte Vita Libertà|accesso=5 novembre 20111}}</ref> Tina Modotti diventa ben presto una delle poche donne dell'epoca apprezzata per una capacità in un'attività in cui fino ad allora si erano contraddistinti soprattutto uomini: fotografia e fotoreportage. La sua esperienza nel campo fotografico è galoppante, dopo la frequentazione del fotografo Edward Weston da cui apprende le basi della fotografia, è la Modotti stessa a sviluppare ben presto un suo proprio stile utilizzando la fotografia «come strumento di indagine e denuncia sociale», foto esteticamente equilibrate in cui era prevalente una ideologia ben definita: «esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...)»<ref>{{cita web|url=http://www.comitatotinamodotti.it/tina.htm|titolo=Tina Modotti, Arte Vita Libertà|accesso=5 novembre 20111}}</ref>. Nei reportage, in quella che altri fotografi definirono "fotografia di strada" la Modotti aveva idee ben precise, infatti cercò mai effetti "speciali", a suo avviso la fotografia lungi dall'essere "artistica" doveva denunciare "senza trucchi" la realtà nuda e cruda in cui gli "effetti" e le "manipolazioni" dovevano essere banditi. D'altronde fu la Modotti stessa a più riprese a definire il proposito che si proponeva di raggiungere con la sua fotografia come fa notare il fotografo Pino Bertelli riportando due suoi giudizi: Nel [[1926]] asserì: «''[...] Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore''»<ref>{{cita web|url=http://pinobertelli.it/tina-modotti-la-fotografia-al-tempo-dellamore-3/|titolo=Tina Modotti. La fotografia al tempo dell'amore|accesso=5 novembre 20111}}</ref>. Definendo precisamente il suo punto di vista, la Modotti nel [[1929]] spiegò «''Sempre, quando le parole "arte" o "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente che io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi vanno ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imotandoimitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al loro lavoro le caratteristiche più valide che dovrebbe avere: la qualità fotografica''»<ref>{{cita web|url=http://pinobertelli.it/tina-modotti-la-fotografia-al-tempo-dellamore-3/|titolo=Tina Modotti. La fotografia al tempo dell'amore|accesso=5 novembre 20111}}</ref>.
 
==Casa Natale Tina Modotti a Udine ==