Aldo De Jaco: differenze tra le versioni

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Figlio di ferroviere, ha passato l'infanzia e l'adolescenza migrando per l'[[Italia]] seguendo con la famiglia gli spostamenti professionali del padre. Nel [[1942]], a 19 anni partì alla volta di [[Napoli]] per studiare architettura, ma la guerra lo costrinse ad interrompere gli studi. Iniziò a lavorare nel [[1944]] come giornalista presso il quotidiano social-comunista ''La Voce''. Ha vissuto a Napoli fino al [[1963]], dove ha partecipato alla vita politica, prima come militante, in seguito come dirigente del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] (cui era iscritto dal settembre [[1943]] a [[Maglie]], fondandovi la sezione). Per la sua attività politica è stato due volte in carcere a Napoli, e una volta nella [[Grecia]] della [[dittatura dei colonnelli]] nel 1967, dove per liberarlo fu necessaria un'interrogazione parlamentare ([http://legislature.camera.it/_dati/leg04/lavori/stenografici/sed0671/sed0671.pdf cfr; seduta del 9 maggio [[1967]] alla [[Camera dei deputati]]]) per attivare l'allora governo. Nel [[1963]] si trasferì a [[Roma]] per lavoro, e vi risiedette stabilmente sino all'ultimo.
 
È stato giornalista presso la redazione napoletana dell'[[L'Unità (quotidiano)|Unità]]. In seguito è stato inviato speciale de [[L'Unità (quotidiano)|Ll'Unità]] e poi di [[Paese Sera]]. Numerose sono state le sue collaborazioni per pubblicazioni politico-culturali quali [[Il Contemporaneo]], [[Rinascita (rivista)|Rinascita]], [[Prove]], [[Le Ragioni Narrative]], [[Cronache Meridionali]] e [[La Battana]].
 
È stato segretario generale del [[Sindacato Nazionale Scrittori]] per poi fuoriuscirne e fondare nel [[1998]] insieme a Giuseppe Jovine, Massimo Nardi, Stanislao Nievo, [[Antonio Piromalli]] e altri l'[[Unione Nazionale Scrittori]], di cui è stato a lungo presidente.