Clelia Grillo Borromeo: differenze tra le versioni

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Moglie dell'aristocratico [[Giovanni Benedetto Borromeo]], fu cardine della nobiltà milanese per lungo tempo. Animò per vari decenni nella città meneghina, nel proprio palazzo di via Rugabella, uno dei salotti più importanti di Milano. Al suo interno si dava come di consueto grande rilievo alle arti liberali, con la differenza che presso la contessa Borromeo c'era un vero e proprio culto per la scienza, tanto che vi si eseguivano anche esperimenti, cui era solito partecipare il più illustre frequentatore della casa: il naturalista [[Antonio Vallisneri]].
 
La stessa contessa era una grande conoscitrice delle scienze naturali e della matematica, cui univa un'ottima padronanza del latino, del greco e dell'arabo. Interessata all'arte come alla religione, commissionò personalmente la statua della Madonna Addolorata da porsi nell'ossario della [[Chiesa di San Bernardino alle Ossa|chiesa milanese di San Bernardino alle Ossa]]. Col passare del tempo il salotto ebbe però anche un ruolo politico così agguerrito da preoccupare [[Maria Teresa d'Austria]]. Nel palazzo convenivano aristocratici attivisti, desiderosi di rovesciare il governo austriaco per tornare sotto la Spagna. Il principale attore in questo senso fu il conte [[Giulio Antonio Biancani]], che Clelia tentò di nascondere nella propria casa e aiutò poi a fuggire quando esplose la repressione teresiana.<ref>R. Barbiera, ''Il salotto della contessa Maffei'', Milano 1925, p. 22</ref>
 
Il conte fu però scoperto, arrestato e decapitato. Clelia pagò a caro prezzo il proprio impegno filospagnolo: Maria Teresa la esiliò nel palazzo di campagna della famiglia Borromeo a [[Sedriano]], nel milanese, e la spogliò di molte delle proprie sostanze e privilegi.