Polidoro da Caravaggio: differenze tra le versioni

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Tra il [[1524]] e il [[1525]], decora una sala in Villa Lante al [[Gianicolo]]. Intorno al [[1526]] decora la cappella di Fra Mariano in [[San Silvestro al Quirinale]], con ''Scene della vita della Maddalena e di santa Caterina''.
 
Nel [[1527]], con il [[Sacco di Roma (1527)|Sacco di Roma]], l'artista fugge verso [[Napoli]]. In città lavora per lela chiese[[chiesa di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli]] e la [[chiesa di Santa Maria delle Grazie alla Pescheria]], realizzando le opere con i ''Santi Pietro e Andrea e le anime del Purgatorio'' e il ''Trasporto di Cristo al sepolcro''.
 
Nell'ottobre del [[1529]] si trasferì a Messina, dove rimase sino alla morte. Nel [[1535]] lavorò per le feste in onore di [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], allestendo apparati effimeri ed archi trionfali di cartapesta, in parte riportati nei suoi disegni. E proprio nel 1535, su mandato di Carlo V e per disposizione di Alfonso Paternò, VI Barone della Terza Dogana, e Maestro di Campo di Carlo V, dipinse un quadro che rappresenta Roberto, Conte di Embrun (XI sec), membro della Casa Reale Barcellona-Provenza e capostipite dei Paternò. All'ultima fase vanno ascritti: l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei pastori'', l<nowiki>'</nowiki>''Incredulità di san Tommaso'', la drammatica ''Salita al Calvario'' (oggi al [[Museo nazionale di Capodimonte]]) e il polittico del Carmine di cui rimane il ''Sant'Angelo dei carmelitani'', ora alla Galleria Sabauda di [[Torino]]; in queste opere il patetismo si accentua in accordo con le pratiche di devozione meridionali. Significativo di questo momento è il patetico ''Crocifisso'' della concattedrale di San Giovanni a [[La Valletta]] ([[Malta]]), quasi neo-medievale.