Cornelio Nepote: differenze tra le versioni
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Il ''De viris illustribus'' manca di spessore e profondità nell'analisi storica delle vicende: a Nepote interessa l'episodio, l'aneddoto con finalità moraleggiante, già tipica delle biografie ellenistiche che Nepote giudicava il migliore modello da seguire. Assenti dunque anche i confronti fra i comandanti stranieri e romani, che era comunque lo scopo dell'accostamento: ogni giudizio è lasciato alla intelligenza del lettore, senza alcun tentativo da parte dell'autore, di influenzarne il giudizio, come esplicitamente espresso nell'introduzione dell'opera.
Sulla scia dei [[neòteri]], come ci tramanda [[Plinio il Giovane]]<ref>Plinio il Giovane, Epistulae, 5, 3, 6</ref>., iniziò a comporre versi, con risultati non particolarmente brillanti.
Lo stile di Nepote non è particolarmente ricercato, ma piano e lineare, talora molto semplice, benché non manchino tentativi di imitare la prosa più complessa dell'amico [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]]
== Note ==
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