Campoleone: differenze tra le versioni
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'''Campoleone''' è una frazione che sorge ai piedi dei [[Colli Albani]], in parte nel comune di [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], dove si trova la stazione ferroviaria, e in parte nel comune di [[Lanuvio]], dove si trovano importanti monumenti archeologici coma la antica città latina di [[Polusca]] (Casal delle Mandrie), la via astura, la via ardeate-lanuvina che si immetteva nella [[via Ardeatina]], e ponte Loreto del II sec. a. c.<br />
In epoca romana presso l’odierno incrocio di Campoleone si intersecavano i basolati di alcune antiche strade romane, tra cui la Via Anziate (oggi Via Nettunense), la Via Satricana (oggi Via Cisternense) e la Via Laviniense.
Nel 1930 sul colle dell’Osteria di Civita, a Campoleone, vennero rinvenuti i resti di un’estesa villa romana di età tardo-repubblicana, che ha restituito molti rocchi di colonne, pertinenti ad un grande portico. Questa villa è stata attribuita a quella che Bruto e Cassio possedevano nell’agro di Lanuvio<ref>Christian Mauri, La civita medievale di Lanuvio. Analisi archeologica e topografica del castello e del territorio di Lanuvio dall’epoca romana al Medioevo e primo Rinascimento, Aracne editrice 2013, pagg. 100-102, 143-144 e pag. 153</ref>. Da alcune lettere scritte da Cicerone sappiamo che M. Giunio Bruto, in seguito all’uccisione di Giulio Cesare alle idi di Marzo del 44 a.C. (di cui fu uno dei cospiratori), fu costretto ad abbandonare Roma per evitare ritorsioni e raggiunse la propria residenza nell’agro di Lanuvio<ref>Cicerone, Ad Atticum XIV, 7, 1 e XIV, 10, 1. </ref>. Successivamente venne qui raggiunto anche da Cassio Longino, anch’egli congiurato, ed attesero invano che la situazione a Roma si calmasse. Da Cicerone sappiamo inoltre che questa villa era ornata da un bel portico detto “persiano” (riportato alla luce nel 1930), nel quale i due congiurati erano soliti oziare seduti presso un fiume<ref>Cicerone, Ad Atticum, XV, 9, 1.</ref>. In età tardo-antica nella zona è menzionato il fondo Cassiano, il cui toponimo deriva dallo stesso Cassio Longino, possessore del fondo e della villa.
Il toponimo odierno ha origine invece nel Medioevo, e più precisamente nel 1244, quando compare il fondo Leonis, che sembra derivare con ogni probabilità dal nome del nuovo proprietario. Altra località che compare nel Medioevo è la Sicclica, ovvero “la Secca”, la quale indica un’area estesa ed asciutta utilizzata per l’agricoltura o per l’allevamento del bestiame, corrispondente all’odierna tenuta del Pascolaro, presso Campoleone.
A partire dal Cinquecento le carte topografiche riportano presso l’odierno incrocio di Campoleone, l’Osteria di Civita, per il ristoro ed il pernottamento dei viandanti. Nel corso dell’Ottocento l’Osteria venne gravemente danneggiata da un incendio doloso ed a causa del suo cattivo stato di conservazione divenne nota come Osteriaccia. Questo edificio era collocato presso la biforcazione tra la Via Nettunense e la Via Cisternense ed oggi, completamente ristrutturato, è stato adibito a tabaccaio.
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