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I racconti di carattere epico raccolti nel Libro di Dede Korkut sono parte dei circa 1000 racconti epici raccolti attorno alla cultura mongola e turca e tra questi si distinguono per importanza e apporto storico. Questo libro tratta, attraverso brevi opere di carattere epico, la storia, la letteratura, l'identità e le scienze dei popoli che ne compongono i personaggi.
== Compendio dell'opera ==
Il Libro di Dede Korkut è un ''dastan''
Questo libro rappresenta per i Turchi, in particolare per coloro che si riconoscono come ''oguzi'', un compendio sulla propria storia, sulla propria identità, sui costumi e i valori dei propri avi. Il libro commemora le lotte per la libertà, in un periodo in cui i turchi oguzi erano semplicemente pastori, e in cui si iniziava a perdere, tra gli stessi turchi, la consapevolezza di essere i discendenti degli oguzi, difatti questo termine col tempo passò in disuso tra quelle genti. Difatti, a partire dalla metà del X secolo, i turchi iniziarono a prendere il nome di "Turcomanni"; il processo si sviluppò attraverso i secoli fino a concretizzarsi definitivamente nel XIII secolo. Possiamo descrivere Turcomanni tutti coloro che, tra i turchi (oguzi e non solo), abbracciarono la religione islamica e spesso, con la stessa, una vita che si avvicinava molto più allo stile sedentario, abbandonando le origini nomadi. Nacquero quindi alcune confederazioni turcomanne, una delle quali, gli Ak-koyunlu (dal turco "montoni bianchi"), si stabilì come dinastia tra l'Azerbaijan, l'Iraq, l'iran occidentale e la Turchia orientale.
=== Contenuti ===
Essendo stato scritto tra il X e il XIII secolo, periodo durante il quale si attuava la conversione di massa all'islam della popolazione turca: per questa ragione, le dodici storie contenute nel Libro di Dede Korkut ritraggono spesso i protagonisti come dei buoni musulmani, intenti a combattere e ostacolare i propri avversari, considerati infedeli. Alle volte, tuttavia, sono inseriti dei riferimenti alla magia, un argomento ricorrente nella tradizione turca, in particolare quella preislamica, considerata nell'islam "l'era dell'ignoranza" (in [[Lingua araba|arabo]]: جاهلية - ''jāhilīyah''). Dede Korkut (aka "Nonno Korkut") appare nell'opera come un famoso bardo, e il suo ruolo consiste nel collegare le storie tra loro. Korkut è rappresentato come un uomo anziano, rispettato: viene appunto chiamato con l'appellattivo di ''aksakal'', letteralmente "dalla barba bianca", il che sta a sottolineare il suo rilievo come saggio, capace di risolvere le dispute affrontate all'interno delle tribù. Ancora oggi, all'interno di alcune società di origine turca come l'Azerbaijan, il termine aksakal viene utilizzato con rispetto per descrivere un membro importante della famiglia, rimpiazzando di fatto il termine ''ata'', "padre" o "avo".
Il personaggio di Dede Korkut , secondo lo storico islamico Rashid al-Din Hamadani (m. 1318), fu un uomo straordinario che visse per 295, palesandosi quando il capotribù turco oguzo Inal Syr Yavkuy Khan lo mandò come ambasciatore dal Profeta Muhammad, che Korkut divenne in questa istanza musulmano e che diede consigli importanti al Grande Khan degli Oguzi, e successivamente ne seguì le elezioni.
L'opera racconta parabole su guerrieri e combattimenti, riguardo in particolare i conflitti che vedevano come protagonisti i turcomanni contro i turco altaici Qıpçaq e i nomadi delle steppe Peceneghi (''Beçenek''). Molti temi sono simili a quelli tipici della tradizione letteraria occidentale: ad esempio, la storia che racconta del mostro Tepegoz (Goggle-eye in inglese) assomiglia molto a quella narrata nell'Odissea di Omero in cui si racconta del ciclope Polifemo; da ciò si evince che l'autore/gli autori del Libro di Dede Korkut conoscessero le opere greche, o che l'opera di Omero e il libro epico turco abbiano delle radici anatoliche in comune.
Nel libro vengono descritte con enfasi le qualità fisiche e atletiche degli uomini nonché delle donne turche: tutti loro sono considerati atleti di grande qualità, specialmente per quanto riguarda l'andare a cavallo, la lotta libera, il polo, l'arcieria e il lancio del giavellotto, considerati come sport nazionali turchi.
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(Titoli forniti dal traduttore Geoffrey Lewis)
# '''Boghach Khan
# '''How Salur Kazan's House was Pillaged''': tells how the [[infidel]] (i.e., non-Muslim) [[Georgia (country)|Georgian]] King Shökli raided Salur Kazan's encampment while Kazan and his nobles were hunting, how Kazan and the heroic shepherd Karajuk teamed up to track down Shökli, how Kazan's wife Lady Burla and son Uruz showed quick-thinking and heroism in captivity, and how Kazan's men arrived to help Kazan defeat Shökli;
# '''Bamsi Beyrek of the Grey Horse''': tells how the young son of Prince Bay Büre proved his worth and earned the name Bamsi Beyrek, how he won the hand of Lady Chichek against the resistance of her brother Crazy Karchar, how he was kidnapped by King Shökli's men and help captive for 16 years, and how he escaped upon hearing that Lady Chichek was being given to another man and how he won her back; Korkut appears as an actor in the story, giving Beyrek his name and later helping him outwit Crazy Karchar;
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The majority of the Turkic peoples and lands described in the ''Book of Dede Korkut'' were part of the [[USSR|Soviet Union]] from 1920 until 1991, and thus most of the research and interest originated there. The attitude towards the Book of Dede Korkut and other dastans related to the Turkic peoples was initially neutral.
[[Turkey|Turkish]] historian [[Hasan Bülent Paksoy]] argues that after Stalin solidified his grip on power in the USSR, and especially in the early 1950s, a taboo on [[Turkology]] was firmly established. He observes that the first full-text Russian edition of the Book of Dede Korkut, by Azerbaijani academicians [[Hamid Arasly|Hamid Arasli]] and M.G.Tahmasib and based on the Barthold translation of the 1920s, was published on a limited basis only in 1939 and again in 1950.<ref name="aton.ttu.edu">[http://aton.ttu.edu/Introduction_to_DEDE_KORKUT.asp Prof. H.B.Paksoy (ed.), "Introduction to Dede Korkut" (As Co-Editor), ''Soviet Anthropology and Archeology'', Vol. 29, No. 1. Summer 1990; and, "M. Dadashzade on the Ethnographic Information Concerning Azerbaijan Contained in the Dede Korkut dastan", ''Soviet Anthropology and Archeology'', Vol. 29, No. 1. Summer 1990. Reprinted in H. B. Paksoy (Ed.), ''Central Asia Reader: The Rediscovery of History'' (New York/London: M. E. Sharpe, 1994), ISBN 1-56324-201-X (Hardcover); ISBN 1-56324-202-8 (pbk.)]</ref><ref>{{harvp|Barthold|1962|pp=5–8}}</ref> He asserts, "Turk scholars and literati (who raised the same issues) were lost to the Stalinist 'liquidations' or to the 'ideological assault' waged on all dastans in 1950–52."<ref name="aton.ttu.edu"/> According to Paksoy, this taboo of the early 1950s was also expressed in the "Trial of Alpamysh" (1952–1957), when "all dastans of Central Asia were officially condemned by the Soviet state apparatus".
Soviet authorities criticized ''Dede Korkut'' for promoting [[bourgeois nationalism]]. In a 1951 speech delivered at the 18th Congress of the [[Azerbaijani Communist Party]], Azerbaijani communist leader [[Mir Jafar Baghirov]] advocated expunging the epic from [[Azerbaijani literature]], calling it a "harmful" and "antipopular book" that "is shot through with the poison of nationalism, chiefly against the [[Georgians|Georgian]] and [[Armenians|Armenian]] brother-peoples."<ref>"Report by Comrade M[ir] D[zhafar Abbasovich] Bagirov at 18th Congress of Azerbaidzhan Communist Party on the Work of the Azerbaidzhan Communist Party Central Committee," ''Current Digest of the Russian Press'' No. 24, Vol. 23 (July 28, 1951), 8.</ref>
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{{Cita pubblicazione|autore=Ettore Rossi|anno=1952|titolo=Osservazioni preliminari per una edizione critica del Kitab-i Dede Qorqut|rivista=Rivista degli studi orientali|volume=27|numero=|pp=68-73}}
{{Cita web|url=http://7buruk.blogspot.it/2010/01/dede-korkut-ethic.html|titolo=the Dede Korkut ethic|cognome=Meeker|nome=Michael|data=Agosto 1992|formato=online|volume=Volume 24 No. 3|pp=395-417}}
{{Cita libro|autore=Kamil Nerimanoğlu|titolo=The Poetics of "the Book of Dede Korkut|anno=1998|editore=|città=Ankara|p=|pp=|ISBN=}}
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