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== Biografia ==
Non tutti gli studiosi concordano sulla data e il luogo di nascita di Sūrdās<ref>Secondo S.N. Srivastava spesso può egli esser confuso con Sūrdās Blue Mangal, poeta dell'India meridionale del XII secolo conosciuto col nome di Leelashuka, il quale divenne cieco volontariamente per non essere deviato nel suo cammino di devozione verso Kṛṣṇa.</ref><ref>{{Cita libro|autore=S.N. Srivastava|titolo=Sūrdās: poetry and personality|anno=1978|editore=Sur Smarak Mandal.|città=Agra|lingua=en|p=10|pp=|OCLC=963462462|ISBN=}}</ref>. Basandosi sul ''[[Sampradāya]]'' del filosofo indiano [[Vallabha|Śrī Vallabhācārya]], alcuni studiosi collocano la sua data di nascita nel 1478, ritenendo che maestro e il discepolo sarebbe nati con soli 10 giorni di differenza. Lo studioso Rām Candra Śukla<ref>Conosciuto anche come '''Acharya Shuklab'''(4 October 1884 – 2 February 1941 ), codificò per primo la storia della letteratura hindī attraverso un rigoroso sistema scientifico basato sulle fonti. "''Hindi Sahitya Ka Itihaas" (1928-1929)'' </ref> situa invece la nascita di Sūrdās intorno al 1483, e la morte intorno al 1563.
Riguardo il luogo di nascita, secondo le ''Chaorāsī vaiṣṇavan kī vārtā'' <ref>''Narrazioni riguardo gli ottantaquattro viṣṇuiti.'' La più antica e conosciuta opera appartenente alla letteratura vārtā e le cui fonti d'ispirazione principali sono le ''Vacanāmṛt'' in braj-bhāṣā di Gokulnāth , nipote di Vallabhācārya, al quale fu affidato il compito di redigere una guida per permettere ai seguaci della corrente di cogliere gli insegnamenti del suo fondatore. Tale guida , le ''Vacanāmṛt,''( nectar in speech ), prese forma in una collezione agiografica. Si veda BARZ, Richard K. 1994 “The Chaorāsī vaiṣṇavan kī vārtā and the Hagiography of the Puṣṭimārg”. In ''According to Tradition: Hagiographical Writing in India.'' Wiesbaden:Harrassowitz Verlag , pp.43-64.</ref> esso corrisponderebbe a Runakatā, un distretto interno di Āgrā. Nel ''Bhāvprakāś''<ref>Opera di Goswami Harirāy, discepolo di Vallabhācārya, nella quale ha raccolto ed arricchito le tradizioni orali che abbondavano nella corrente del ''Puṣṭimārg.''</ref> viene invece ritenuto il villaggio di Sīhī, dove secondo le ricostruzioni di alcuni studiosi, Sūrdās si sarebbe però trasferito con la sua famiglia solo in un secondo momento.
Anche la cecità di cui avrebbe sofferto Sūrdās rimane oggetto di pareri contrastanti. Considerando la predisposizione dimostrata dal poeta nel descrivere con finezza ciò che lo circondava, la maggior parte degli studiosi attuali non ritiene che egli fosse affetto da cecità. Śyāmasundar Dās<ref>Studioso, critico e pedagogo del XX secolo, autore del dizionario ''Hindī Śabdsāgar'' nonchè figura di spicco nella fondazione della ''Nāgarī Pracāriṇī Sabhā,'' organizzazione nata a Varanasi nel 1893 per la promozione dell'alfabeto devanāgarī.</ref> ha scritto in proposito: “In realtà Sūrdās non era cieco dalla nascita perché ha descritto l’amore e i colori in un tal modo che un cieco non avrebbe potuto.”<ref>{{Cita libro|autore=Śyāmasundar
Sulla base dei testi ''Saṃskṛtavārtā Maṇipālā'' di Śrīnāth, contemporaneo di Sūrdās, ''Bhāv-Prakāś'' di Harirāy, ''Nijvārtā'' di Gokulnāth, Sūrdās invece sarebbe stato cieco dalla nascita, anche se questa, a detta di Hajārīprasād Dvivedī<ref>Scrittore, storico della letteratura, critico e scholar del XX secolo.</ref> , non deve essere ritenuta la sua particolarità: “Da alcuni versi del ''Sūrsāgar'' si può certamente concludere che Sūrdās fosse cieco dalla nascita e non avesse un buon ''karma'', ma non dobbiamo considerare questo come il tratto caratterizzante dell’intera sua vita.” '''(MANCA NOTA CHE INDICHI DA DOVE HAI TRATTO QUESTA CITAZIONE)'''
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5. ''Byāhalo.''
Nell’elenco dettagliato dei manoscritti, pubblicato dalla ''Nāgarī Pracāriṇī Sabhā''<ref>Organizzazione fondata nel 1893 a Varanasi per la promozione dell'alfabeto devanāgarī.</ref> , sono menzionate in totale 16 opere '''(dove lo trovo questo ELENCO?)''' attribuite a Sūrdās. Tra di esse oltre al ''Sūrsāgar, la Sūrsārāvalī, Sāhitya-lahrī, Nal-damyantī,'' è incluso il commentario ''Daṣamskandha'' (decima raccolta) del ''Byāhalo, Nāgalīlā, Bhāgvata, Govardhana Līlā, Sūrpacīsī, Sūrsāgar Sār, Prāṇapyārī,'' . Le prime tre di queste opere sono considerate dagli studiosi quelle più importanti.
Il tema principale del ''Sūrsāgar'' è quello della narrazione in forma poetica delle vicende di Śrī Kṛṣṇā ( ''Kṛṣṇā līlā'' ovvero “giochi di Kṛṣṇā”), ambientate in territorio braj (zona situata prevalentemente nell'attuale stato dell' Uttar Pradeś e comprendente Agra e Mathurā), con l'aggiunta nelle sue ''pādā'' (componimenti) di altri temi trattati più superficialmente'','' come quello della preghiera (''vinaya''). È quest'opera ad aver reso la sua poesia grande ed immortale.
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