Paul Vaillant-Couturier: differenze tra le versioni

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Nel [[1928]] i suoi articoli antimilitaristi e anti[[fascismo|fascisti]] e le offese a [[Benito Mussolini]] lo portarono in carcere, e lì seppe che era stato candidato nella lista comunista per le elezioni comunali del [[1929]] a [[Villejuif]]. Il suo nome era stato inserito dalla direzione del partito comunista francese. Tentò di rifiutare, ma invano. Eletto sindaco,<ref>Francis Lebon, ''Une politique de l'enfance: du patronage au centre de loisirs'', Éditions de l'Harmattan, 2005.</ref> venne rieletto nel [[1935]]. Nel [[1936]] venne eletto deputato nella circoscrizione di Villejuif. Durante i suoi due mandati di sindaco si dimostrò attento alla cultura e interessato a combattere contro gli effetti della [[crisi economica]] che si fecero sentire dal [[1932]].
 
Capo redattore di un giornale comunista che ebbe vita breve, ''L'Internationale'', ottenne la stessa carica a ''L'Humanité'', con il supporto di [[Maurice Thorez]] e [[Marcel Cachin]]. Come direttore del quotidiano comunista, partecipò alle riunioni del [[Ufficio politico|Politburo]] proponendo modifiche per far diventare i quotidiani d'ideologia anche quotidiani d'informazione. Per questo motivo, ricercò la collaborazione di intellettuali affiliati al partito comunista. Queste scelte resero ''L'Humanité'' il principale quotidiano del fronte popolare.
 
Per ''L'Humanité'' scrisse anche importanti relazioni sul [[piano quinquennale]] sovietico, sulla [[Cina]] (nel [[1933]]), sulla [[Spagna]] (nel [[1934]] e nel [[1936]]-[[1937|37]]). Nel 1933 partecipò a un congresso antifascista a [[Shanghai]].<ref name="an">''Archives Nationales'', Dossier de police, Série F/7/16026/1.</ref> Similmente, si occupò di importanti indagini su tematiche sociali e culturali in Francia, tra cui i giovani e la crisi economica. Questi temi estendevano il lavoro già svolto nei ranghi dell'[[Association des écrivains et artistes révolutionnaires]] (AEAR), da lui fondata nel 1932<ref>René de Livois, ''Histoire de la presse française'', Éditions Les temps de la presse, 1965.</ref> dopo il ritorno dall'[[URSS]], su richiesta dell'Unione internazionale degli scrittori rivoluzionari e del politburo del partito comunista francese di cui fu segretario fino al 1936.