Storia di Napoli: differenze tra le versioni

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Intanto, un nuovo spauracchio si affacciò sul Ducato, il [[Sacro Romano Impero]] che, con [[Ottone I di Sassonia|Ottone III]] iniziò a far valere le proprie mire espansionistiche sulle terre del sud Italia e quindi su Napoli, che, pur rimanendo invischiata nei turbolenti anni delle lotte per il possesso di quelle terre, riuscì sostanzialmente a mantenere la sua indipendenza.
 
Nel [[1030]] il duca [[Sergio IV di Napoli|Sergio IV]] donò la contea di [[Aversa]] alla banda di mercenari [[normanni]] di [[Rainulfo Drengot]], che lo avevano affiancato nell'ennesima guerra contro il principato di Capua, creando così il primo insediamento normanno nell'Italia meridionale. Dalla base di Aversa, i normanni fecero propria la cultura della Napoli bizantina<ref>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/arte_e_cultura/2009/3-novembre-2009/franco-cardini-incanta-auditorium-raiangio-aragona-nasce-grande-capitale--1601949162710.shtml Napoli. Lezioni di storia (10 incontri all'Auditorium Rai con la compartecipazione di storici italiani e stranieri)]</ref> e nel volgere di un secolo, i normanni furono in grado di sottomettere tutto il meridione d'Italia, dando vita al [[Regno di Sicilia]]. Il Ducato di Napoli fu l'ultimo territorio a cadere in mano normanna<ref name="Stupormundi.it">[http://www.stupormundi.it/UniversiNapoli.html Stupormundi.it]</ref>: esso seppe salvaguardare la sua indipendenza fino all'avvento di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]] al Regno di Sicilia, al quale il duca [[Sergio VII di Napoli|Sergio VII]] dopo due estenuanti assedi, nel [[1137]] dovette cedere. Anche dopo la capitolazione del Duca, i napoletani si ribellarono al sovrano straniero organizzandosi in una Repubblica aristocratica fino alla definitiva resa avvenuta in [[Benevento]] ([[1139]]).<ref>[http://www.sapere.it/enciclopedia/N%C3%A0poli,+ducato+di-.html Sapere.it]</ref>
 
=== Periodo normanno ===
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Sotto i [[Corona d'Aragona|sovrani catalano-aragonesi]] la città di Napoli subì un notevole ampliamento, con la costruzione di una nuova cinta muraria con ventidue torri cilindriche. Si ebbe inoltre un notevole impulso demografico, tanto che la popolazione cittadina toccò i 110&nbsp;000 abitanti sul finire del [[XV secolo]] grazie alle continue immigrazioni, non esclusa una numerosa colonia di [[ebrei]] profughi dalla [[penisola iberica]] e dalla Sicilia.
 
Il primo dei re aragonesi, [[Alfonso I di Napoli|Alfonso il Magnanimo]], non seppe conquistare l'animo dei Napoletani, soprattutto perché volle abolire il "seggio del popolo", ma anche perché si circondò di Catalani e governò ricorrendo in modo esclusivo a soldati mercenari. Nel contrasto fra Angioini e Aragonesi s'innestava il conflitto interno fra la monarchia e i baroni, che si manifestò in episodi drammatici come la [[Congiura dei baroni]] sotto il regno del [[Ferdinando I di Napoli|successore di Alfonso]]. Ciononostante, Alfonso I riconobbe a Napoli un'importanza primaria rispetto alle altre città del [[Corona d'Aragona|suo vasto territorio]], facendo della città partenopea una vera e propria capitale del Mediterraneo e investendo somme immense per abbellirla. La città nel periodo alfonsino si pose anche tra i massimi centri dell'[[Umanesimo]] e del [[Rinascimento]].<ref>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/arte_e_cultura/2009/3-novembre-2009/franco-cardini-incanta-auditorium-raiangio-aragona-nasce-grande-capitale--1601949162710.shtml Napoli. Lezioni di storia (10 incontri all'Auditorium Rai con la compartecipazione di storici italiani e stranieri)]</ref><ref name=Corriere>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2009/5-novembre-2009/di-scena-cinquecento-napoli-spagnola-spagna-napoletana--1601961246232.shtml Napoli. Lezioni di storia (10 incontri all'Auditorium Rai con la compartecipazione di storici italiani e stranieri)]</ref> Alfonso fu uno dei sovrani più appassionati dell'antichità, favorendo lo studio degli antichi autori. In questo periodo convennero alla Corte napoletana grandi personalità come [[Lorenzo Valla]] (che proprio a Napoli compose lo scritto sulla falsa [[Donazione di Costantino]]), il [[Panormita]] (che fondò una [[Accademia Pontaniana|famosa accademia]] umanistica guidata successivamente dall'umbro [[Giovanni Pontano]]), [[Francesco Filelfo]], [[Enea Silvio Piccolomini]] (in seguito papa Pio II). La biblioteca regia si accrebbe tanto che, già nel [[1443]], i contemporanei la definivano "librorum infinitorun ornata".<ref>[http://www.larassegnadischia.it/CarmineNegro/pages/storia/napoliangioini.htm Larassegnadischia.it]</ref> Per quanto riguarda l'architettura, sono da ricordare i rifacimenti alfonsini di [[castel Nuovo]], danneggiato dalle continue guerre, con l'aggiunta di un mirabile [[Arco trionfale del Castel Nuovo|arco di trionfo]] e la superba decorazione sala del trono (successivamente sala dei baroni). Alfonso protesse anche l'artigianato e le attività proto-industriali, introducendo nel regno la lavorazione della [[seta]].
 
Per favorire l'ascesa al trono del [[Ferdinando I di Napoli|figlio Ferdinando]], Alfonso cedette le isole di [[Sicilia]], [[Sardegna]] e [[Baleari]] a suo fratello [[Giovanni II di Aragona]]. Ferdinando (o Ferrante, o Ferrandino, [[1458]]-[[1494]]), culturalmente ormai completamente italianizzato, continuò l'opera paterna di sviluppo edilizio e di mecenatismo. Si deve a lui l'ampliamento della cinta muraria ricordata in precedenza. Fra i principali monumenti edificati sotto il suo regno basti ricordare [[porta Capuana]], [[palazzo Como]], costruito fra il [[1464]] e il [[1490]], [[palazzo Diomede Carafa]], costruito attorno al [[1470]], la facciata del [[Palazzo Filomarino|palazzo dei principi di Salerno]], attualmente facciata della [[chiesa del Gesù Nuovo]] ([[1470]] circa).