Mario Muccini: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Conseguita la maturità liceale, e con l'Italia in procinto di entrare in guerra, fu richiamato alle armi come ufficiale di complemento ed effettuò il servizio di prima nomina all'88° reggimento fanteria "Friuli" a Livorno col grado di sottotenente.
Partecipò alla [[prima guerra mondiale]] arrivando in zona operazioni nell'ottobre 1915: fu assegnato al 147° reggimento fanteria "Caltanissetta", con cui rimase fino alla [[Battaglia di Caporetto|rotta di Caporetto]]. Nel frattempo fu promosso tenente, fu ferito due volte e ricevette due medaglie al valore: una [[Medaglia di bronzo al valor militare|di bronzo]] sul [[Pal Piccolo]] (1916) e una [[Medaglia d'argento al valor militare|d'argento]] sul [[Mrzli]] (1917).
Subito dopo Caporetto, fu promosso capitano ed essendo dissolto il 147° reggimento, fu trasferito per breve tempo al 32° reggimento "Siena", all'88° reggimento "Friuli" e infine al 36° reggimeto "Pistoia", dove rimase fino alla fine della guerra e al congedo.
Nel primo dopoguerra si laureò in lettere nel 1923, lavorando nel frattempo come impiegato di banca a Modena e come ufficiale di dogana a Pisa. Sempre nel 1923 si sposò ed ebbe in seguito due figli.
Come la maggior parte dei reduci vide di buon occhio l'avvento del [[fascismo]]<ref>Nel 1954 scrisse: {{cn|"Sono stato fascista come tutti gli altri; ora non lo sono più come tutti gli altri."}}.</ref>
Vinse un concorso per l'insegnamento e intraprese la carriera di insegnante prima a l'Aquila e poi a Palermo, dove, nel 1930 fu nominato preside e successivamente, nel 1936, prefetto della scuola (l'odierno [[provveditore agli studi]]), trasferendosi successivamente a Trapani, Mantova, Bergamo, La Spezia, nuovamente Palermo, Bologna.
Nel 1944, al momento della nascita della [[Repubblica Sociale Italiana]], si trovava a Padova e scelse di continuare a lavorare per il [[Ministero dell'Educazione Nazionale]]. Per tale motivo, finita la guerra, subì il processo di epurazione, dopo il quale venne comunque reintegrato in servizio. Nel 1948 fu provveditore a Savona, quindi a Grosseto, alla Spezia e infine a Venezia.
Morì a Firenze il 3 giugno 1961 all'età di 66 anni.
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*''Ed ora, andiamo!''
*''All'insegna della civetta'' (1954): racconta i giorni dell'epurazione seguiti alla caduta della Repubblica Sociale Italiana;
*Il merlo bianco'' (1959), novella apparsa sul trimestrale di prosa e critica ''Narrativa'': tratta della vicenda di un professore della provincia siciliana che parte per Roma, dove lotta contro la burocrazia ministeriale per cercare di evitare il suo trasferimento al nord.
== Onorificenze ==
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