Bruno Franceschini: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Controversie: riconoscimento ufficiale |
riordino generale del testo |
||
Riga 54:
Un'intervista di [[Lorenzo Baratter]] ai suoi nipoti sembra confermare che Franceschini non ebbe parte nella cattura di Battisti,<ref>{{cita web|url=http://associazione-legittimista-italica.blogspot.it/2014/07/eroi-della-grande-guerra-bruno.html|titolo=Eroi della Grande Guerra: Bruno Franceschini , l'eroe del Monte Corno.|accesso=08-11-2016|citazione=... Lui non lo ha neanche visto perché la pattuglia lo ha preso e lo ha portato direttamente al comando. Lo ha portato direttamente al comando, non alla compagnia… Quindi lui mi ha detto "Guarda, io Cesare Battisti non lo ho nemmeno visto, a parte il fatto che non avrei riconosciuto perché non lo conoscevo, in Austria non era mica una persona importante allora…". Comunque lui mi ha detto che non l’ha neanche visto perché è stato direttamente portato al comando di battaglione o di reggimento. L’hanno riconosciuto poi lì;...'}}</ref> mentre altre fonti lo citano come direttamente coinvolto nel riconoscimento di Cesare Battisti e Fabio Filzi.<ref>{{Cita|Gattera.Greselin|p =88}}</ref>
Il nome di Bruno Franceschini (o Brunetto, secondo altre fonti) è ricordato principalmente per il riconoscimento di Cesare Battisti e di Fabio Filzi dopo la loro cattura (circostanza sembra non confermata). Inoltre fu considerato da alcuni un traditore della sua terra, essendo nato in Trentino, allora sotto dominio arburgico.<ref>{{Treccani|cesare-battisti_(Enciclopedia-Italiana)/|BATTISTI, Cesare|v = |accesso =2 dicembre 2016 |autore =Attilio MORI - Oreste FERRARI |data =1930 |citazione =Fatto prigioniero e subito riconosciuto con Fabio Filzi, suo conterraneo e suo ufficiale subalterno, da un rinnegato della sua terra, l'alfiere Bruno Franceschini}}</ref><ref>{{Treccani|fabio-filzi_(Dizionario-Biografico)/|FILZI, Fabio|v = 1|accesso =2 dicembre 2016 |autore =Silvana Casmirri |data =1997 |citazione =identificato e denunciato da un certo Brunetto Franceschini, italiano, cadetto dell'esercito imperiale}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://ricerca.gelocal.it/trentinocorrierealpi/archivio/trentinocorrierealpi/2012/03/09/AA4PO_AA406.html |titolo =Cesare Battisti e Franceschini, il non-rinnegato |autore =Luigi Sardi|sito =gelocal.it |editore =Gruppo Editoriale L’Espresso |data =9 marzo 2012|cid = |citazione =Va solo emendata la definizione di rinnegato del tenente dell'Impero austro-ungarico Franceschini (...) Insomma, basta con il termine di "rinnegato" e "traditore" per Franceschini, soldato austriaco (...) In verità furono due disertori italiani ad indicare agli austriaci la presenza di Battisti |accesso =2 dicembre 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2014/07/11/news/battisti-era-un-disertore-battaglia-su-facebook-1.9577714 |titolo =«Battisti era un disertore» battaglia su Facebook |autore =|sito =gelocal.it |editore =Gruppo Editoriale L’Espresso |data =11 luglio 2014|cid = |citazione = Lorenzo Baratter (...) definisce Battisti un «disertore» ed elogia Bruno Franceschini, l’ufficiale dell’esercito austriaco (...) che comandava la pattuglia che ha catturato Battisti sul monte Corno. |accesso =2 dicembre 2016}}</ref>▼
Una ricostruzione dei fatti che portarono alla cattura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi ricavata dal testo ''Le montagne scottano'' di Gianni Pieropan con prefazione del generale [[Emilio Faldella|Emilio Faldella da Pinerolo]] portano a credere che solo dal luglio 1915 gli austriaci fossero a conscenza della presenza del deputato Battisti nel settore di Monte Corno. La circostanza viene legata alla cattura nella notte tra il 3 ed il 4 luglio di due alpini che si consegnarono al nemico e che descrissero il loro comandante (Battisti) come un fanatico che li avrebbe mandati tutti a morire. Il comando austriaco, in conseguenza di questo, diede ordine affinché fossero tentate tutte le azioni possibili per catturale i militatari italiani ed i loro ufficiali nell'attacco che si sapeva imminente.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|pp.91-93}}</ref>▼
Alcuni aspetti dell'azione ancora oggi sono oggetto di dubbio, ma pare che gli austriaci attendessero gli italiani e alla fine li circondassero, inziando, subito dopo averli fatti prigionieri, a chiedere loro dov'era Cesare Battisti. Gli austriaci alla fine identificarono il deputato trentino e fu a questo punto che il cadetto Bruno Franceschini con quattro uomini si avvicinò e chiese all'ufficiale prigioniero la pistola. Al rifiuto di Battisti ''il rinnegato Franceschini tace, evidentemente imbarazzato, poi gli chiede il binocolo'' (citazione da Gianni Pieropan).<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|pp.94-96}}</ref>▼
Il cadetto Franceschini, quando venne fatto prigioniero Battisti, era l'unico ufficiale in servizio che parlasse la lingua italiana, e il suo ruolo in tutta la vicenda si limitò quindi al suo ''riconoscimento ufficiale''.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|p.98}}</ref>▼
Venne ferito in un combattimento e passò l'ultima fase del conflitto all'ospedale militare di [[Vienna]].
Riga 61 ⟶ 68:
===Legame con l'Austria===
Rimase sempre legato al mondo austriaco e non tornò mai più in Italia. Durante il periodo tra le due guerre fu considerato un traditore della patria soprattutto dai [[Fascismo|fascisti]]. La famiglia di origine nel frattempo da Rovereto era ritornata a Tres, e i fratelli, per vederlo, andavano a [[Salisburgo]], a [[Lienz]] o a [[Vienna]].
▲Il nome di Bruno Franceschini (o Brunetto, secondo altre fonti) è ricordato principalmente per il riconoscimento di Cesare Battisti e di Fabio Filzi dopo la loro cattura (circostanza sembra non confermata). Inoltre fu considerato da alcuni un traditore della sua terra, essendo nato in Trentino, allora sotto dominio arburgico.<ref>{{Treccani|cesare-battisti_(Enciclopedia-Italiana)/|BATTISTI, Cesare|v = |accesso =2 dicembre 2016 |autore =Attilio MORI - Oreste FERRARI |data =1930 |citazione =Fatto prigioniero e subito riconosciuto con Fabio Filzi, suo conterraneo e suo ufficiale subalterno, da un rinnegato della sua terra, l'alfiere Bruno Franceschini}}</ref><ref>{{Treccani|fabio-filzi_(Dizionario-Biografico)/|FILZI, Fabio|v = 1|accesso =2 dicembre 2016 |autore =Silvana Casmirri |data =1997 |citazione =identificato e denunciato da un certo Brunetto Franceschini, italiano, cadetto dell'esercito imperiale}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://ricerca.gelocal.it/trentinocorrierealpi/archivio/trentinocorrierealpi/2012/03/09/AA4PO_AA406.html |titolo =Cesare Battisti e Franceschini, il non-rinnegato |autore =Luigi Sardi|sito =gelocal.it |editore =Gruppo Editoriale L’Espresso |data =9 marzo 2012|cid = |citazione =Va solo emendata la definizione di rinnegato del tenente dell'Impero austro-ungarico Franceschini (...) Insomma, basta con il termine di "rinnegato" e "traditore" per Franceschini, soldato austriaco (...) In verità furono due disertori italiani ad indicare agli austriaci la presenza di Battisti |accesso =2 dicembre 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url =http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2014/07/11/news/battisti-era-un-disertore-battaglia-su-facebook-1.9577714 |titolo =«Battisti era un disertore» battaglia su Facebook |autore =|sito =gelocal.it |editore =Gruppo Editoriale L’Espresso |data =11 luglio 2014|cid = |citazione = Lorenzo Baratter (...) definisce Battisti un «disertore» ed elogia Bruno Franceschini, l’ufficiale dell’esercito austriaco (...) che comandava la pattuglia che ha catturato Battisti sul monte Corno. |accesso =2 dicembre 2016}}</ref>
▲Una ricostruzione dei fatti che portarono alla cattura di Cesare Battisti e di Fabio Filzi ricavata dal testo ''Le montagne scottano'' di Gianni Pieropan con prefazione del generale [[Emilio Faldella|Emilio Faldella da Pinerolo]] portano a credere che solo dal luglio 1915 gli austriaci fossero a conscenza della presenza del deputato Battisti nel settore di Monte Corno. La circostanza viene legata alla cattura nella notte tra il 3 ed il 4 luglio di due alpini che si consegnarono al nemico e che descrissero il loro comandante (Battisti) come un fanatico che li avrebbe mandati tutti a morire. Il comando austriaco, in conseguenza di questo, diede ordine affinché fossero tentate tutte le azioni possibili per catturale i militatari italiani ed i loro ufficiali nell'attacco che si sapeva imminente.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|pp.91-93}}</ref>
▲Alcuni aspetti dell'azione ancora oggi sono oggetto di dubbio, ma pare che gli austriaci attendessero gli italiani e alla fine li circondassero, inziando, subito dopo averli fatti prigionieri, a chiedere loro dov'era Cesare Battisti. Gli austriaci alla fine identificarono il deputato trentino e fu a questo punto che il cadetto Bruno Franceschini con quattro uomini si avvicinò e chiese all'ufficiale prigioniero la pistola. Al rifiuto di Battisti ''il rinnegato Franceschini tace, evidentemente imbarazzato, poi gli chiede il binocolo'' (citazione da Gianni Pieropan).<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|pp.94-96}}</ref>
▲Il cadetto Franceschini, quando venne fatto prigioniero Battisti, era l'unico ufficiale in servizio che parlasse la lingua italiana, e il suo ruolo in tutta la vicenda si limitò quindi al suo ''riconoscimento ufficiale''.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|p.98}}</ref>
==Note==
| |||