Vangelo: differenze tra le versioni
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=== Esclusione e tentativi di riabilitazione ===
Le Chiese che si richiamavano alla fondazione apostolica operarono una selezione all'interno di una vasta produzione che imitava i generi letterari del NT con l'intento di esplicitarne i messaggi e colmarne le lacune<ref>{{it}}{{cita libro| Enrico | Cattaneo | Patres ecclesiae. Un'introduzione alla teologia dei padri della Chiesa | Il pozzo di Giacobbe| 2007 }}</ref>. Gli scritti apocrifi furono esclusi quasi immediatamente dal canone cristiano<ref name="ReferenceB"/><ref name="Cfr. Pierre Vallin p III"/>, tuttavia non tutti si rassegnarono all'idea che questi testi venissero messi in disparte<ref>{{it}}{{cita libro| Georges | Gharib | Testi Mariani del primo millennio: Padri e altri autori greci| Città Nuova | 1988 }}</ref>. In essi, infatti, si scoprono dati storici che colmano alcune lacune dei vangeli canonici e trovano conferma nelle varie tradizioni locali. È grazie a questa benevolenza che alcuni apocrifi hanno esercitato un influsso ampio sulla dottrina, iconografia e la prassi cristiana<ref>{{it}}{{cita libro| Sever J. | Voicu | Vangelo arabo dell'infanzia di Gesù | Città Nuova | 2002 }}</ref>. Un esempio evidente è il [[Protovangelo di Giacomo]], risalente alla seconda metà del II secolo<ref>{{it}}{{cita libro| Sever J. | Voicu | Vangelo arabo dell'infanzia di Gesù | Città Nuova | 2002 }}</ref>, da cui derivano i nomi di [[Gioacchino]] ed [[Anna]] per i genitori di [[Maria (madre di Gesù)|Maria]], è all'origine della festa liturgica per la [[Natività della Beata Vergine Maria|nascita di Maria]], ha promosso la dottrina della sua verginità perpetua, ed ha influito sulla rappresentazione tradizionale del [[presepe]]. Alcuni tra gli scritti apocrifi, pertanto, servivano alla riflessione teologica su determinati temi, o alla devozione, e conservarono un durevole successo in ambito del tutto "ortodosso", diventando presto patrimonio comune della religiosità popolare<ref>Manlio Sodi, Achille Maria Triacca, Dizionario Di Omiletica, Elle Di Ci, 1998</ref>. Così lo stesso [[Agostino d'Ippona|Agostino]] utilizzò nelle sue omelie sul Natale motivi di origine apocrifa (Cfr. Serm. 184,1; 186,1; Serm. 189,4; 204,2), e lo stesso fece [[San Girolamo|Girolamo]] (Cfr. Epist. 108,10)<ref>Manlio Sodi, Achille Maria Triacca, Dizionario Di Omiletica, Elle Di Ci, 1998</ref>.
I [[vangeli apocrifi]] furono scritti sia da autori cristiani in comunione con la Chiesa che da svariate comunità giudicate eretiche<ref>{{it}}{{cita libro| P. G. | Franceschini | Manuale di Patrologia | Real Casa Ulrico Hoepli | 1919 }}</ref>. I primi non contengono nulla in contrasto con i fatti esposti nel canone del Nuovo Testamento<ref>{{it}}{{cita libro| P. G. | Franceschini | Manuale di Patrologia | Real Casa Ulrico Hoepli | 1919 }}</ref>, mentre altri vangeli apocrifi furono scritti da persone cui mancava la competenza della materia trattata e che non potevano fornire prove sufficienti di dottrina, veridicità, indipendenza di giudizi<ref>{{it}}{{cita libro| P. G. | Franceschini | Manuale di Patrologia | Real Casa Ulrico Hoepli | 1919 }}</ref>. Sovente alcuni apocrifi, provenienti da comunità bollate come eretiche dalla Chiesa primitiva, rispondevano all'esigenza di diffondere questa eresia<ref>{{it}}{{cita libro| P. G. | Franceschini | Manuale di Patrologia | Real Casa Ulrico Hoepli | 1919 }}</ref>.
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