Alarico I: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Death of Alaric.jpg|thumb|right|Morte di [[Alarico I]], seppellito nel letto del fiume Busento]]
'''Alarico I''' (circa [[370]] - [[410]]) è stato un re [[Visigoti|visigoto]].
Condottiero delle truppe di ''[[foederati]]'' che servivano l'imperatore [[Teodosio I]] (partecipò in tale veste alla [[Battaglia del Frigido]]), dopo la morte dell'imperatore (avvenuta nel [[395]]) fu scelto come loro capo dalle truppe che si erano ribellate.
 
'''Alarico I''' ([[lingua latina|latino]]: Alariucus; circa [[370]] - [[410]]) fu Re dei [[Visigoti]], famoso per aver messo in atto il [[Sacco di Roma (410)]].
È ricordato per aver devastato la [[Tracia]], la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] e la [[Grecia]].
 
Condottiero delle truppe di ''[[foederati]]'' che servivano l'imperatore [[Teodosio I]] (partecipò in tale veste alla [[Battaglia del Frigido]]), dopo la morte dell'imperatore (avvenuta nel [[395]]) fu scelto come loro capo dalle truppe che si erano ribellate. È ricordato per aver devastato la [[Tracia]], la [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] e la [[Grecia]]. Fermato, ma non definitivamente sconfitto, da [[Stilicone]], si ritirò sulle montagne verso il nord dell'[[Epiro]] ottenendo un accordo con l'imperatore [[Flavio Onorio|Onorio]], il titolo di ''[[duce (storia romana)|dux]]'' e quello di Governatore dell'Epiro occupato.
 
Nel [[401]] invase l'[[Italia]], ma - dopo aver subito alcune sconfitte non decisive a [[Pollenzo]] ([[402]]) e a [[Verona]] ([[403]]) - fu costretto a ritirarsi in [[Illiria]]. Stilicone, accortosi dell'impossibilità di affrontare contemporaneamente i vari nemici dell'[[Impero Romano d'Occidente]], d'accordo con l'imperatore avviò trattative con Alarico, cui promise la prefettura dell'Illirico ([[407]]). L'accordo doveva essere stipulato, nelle intenzioni del [[magister militum]] soprattutto per difendere le frontiere occidentali in rivolta e sotto la reggenza momentanea dell'usurpatore [[Costantino III (usurpatore) |Costantino III]] che ad [[Arles]] aveva creato un regno indipendente.
 
In seguito alla condanna a morte di Stilicone, accusato di tradimento, Alarico ([[408]]) invase nuovamente l'Italia e - per la prima volta dai tempi di [[Brenno]] - pose sotto assedio [[Roma]]. Una volta obbligato il [[Senato romano]] a consegnargli un forte tributo, levò l'assedio. Dopo un mancato accordo con l'imperatore [[Flavio Onorio|Onorio]], trincerato a [[Ravenna]], Alarico fece ritorno nel [[Lazio]], occupando [[Ostia]] e chiedendo al Senato di deporre Onorio e proclamare Imperatore [[Prisco Attalo]], prefetto della città. Il Senato romano accettò e Prisco nominò Alarico ''[[Magister militum]]''. Dopo sterili trattative con Onorio, Alarico, spazientito, il [[24 agosto]] [[410]], prese e saccheggiò Roma ([[Sacco di Roma (410)|Sacco di Roma]]), deponendo il ''fantoccio'' Prisco Attalo e facendo prigioniera la sorella di Onorio, [[Galla Placidia]].
Stilicone, accortosi dell'impossibilità di affrontare contemporaneamente i vari nemici dell'[[Impero Romano d'Occidente]], d'accordo con l'imperatore avviò trattative con Alarico, cui promise la prefettura dell'Illirico ([[407]]). L'accordo doveva essere stipulato, nelle intenzioni del [[magister militum]] soprattutto per difendere le frontiere occidentali in rivolta e sotto la reggenza momentanea dell'usurpatore [[Costantino III (usurpatore) |Costantino III]] che ad [[Arles]] aveva creato un regno indipendente.
 
Carico di bottino, Alarico lasciò la città diretto a sud con l'intenzione di invadere l'Africa; giunto in [[Calabria]], però, si ammalò improvvisamente e morì. Venne seppellito con i suoi tesori nel letto del fiume [[Busento]], vicino a [[Cosenza]], sul suolo calabrese. Gli schiavi che lavorarono alla temporanea deviazione del corso del fiume furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura.
In seguito alla condanna a morte di Stilicone, accusato di tradimento, Alarico ([[408]]) invase nuovamente l'Italia e - per la prima volta dai tempi di [[Brenno]] - pose sotto assedio [[Roma]]. Una volta obbligato il [[Senato romano]] a consegnargli un forte tributo, levò l'assedio.
 
[[Immagine:Death of Alaric.jpg|thumb|right|Morte di [[Alarico I]], seppellito nel letto del fiume Busento]]
 
Dopo un mancato accordo con l'imperatore [[Flavio Onorio|Onorio]], trincerato a [[Ravenna]], Alarico fece ritorno nel [[Lazio]], occupando [[Ostia]] e chiedendo al Senato di deporre Onorio e proclamare Imperatore [[Prisco Attalo]], prefetto della città. Il Senato romano accettò e Prisco nominò Alarico ''[[Magister militum]]''.
 
Dopo sterili trattative con Onorio, Alarico, spazientito, il [[24 agosto]] [[410]], prese e saccheggiò Roma ([[Sacco di Roma (410)|Sacco di Roma]]), deponendo il ''fantoccio'' Prisco Attalo e facendo prigioniera la sorella di Onorio, [[Galla Placidia]].
 
Carico di bottino, Alarico lasciò la città diretto a sud con l'intenzione di invadere l'Africa; giunto in [[Calabria]], però, si ammalò improvvisamente e morì. Venne seppellito con i suoi tesori nel letto del fiume [[Busento]], vicino a [[Cosenza]], sul suolo calabrese.
 
Gli schiavi che lavorarono alla temporanea deviazione del corso del fiume furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura.
 
Ad Alarico succedette il cognato [[Ataulfo]].
 
== Letteratura ==
La leggenda di Alarico e della sua sepoltura nel [[Busento]] ha ispirato la poesia di [[August Graf von Platen]] ''Das Grab im Busento'' (La tomba nel Busento) con una rappresentazione romantica della morte e della sepoltura di Alarico. La poesia è stata tradotta in italiano da [[Giosuè Carducci]].
 
La poesia è stata tradotta in italiano da [[Giosuè Carducci]]:
{{Storia}}
{{Medioevo}}