Angiolo Nespoli: differenze tra le versioni
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In questi anni si avvicinò in particolare alla [[semeiotica]] e all'[[Anatomia patologica]]. Angiolo riteneva necessario procedere nell'individuazione delle terapie attraverso un'analisi attenta dei dati ricavati dall'esperienza. Questo metodo risultava innovativo per l'epoca in quanto le scuole di medicina seguivano un'impostazione più astratta ed avulsa dall'analisi delle specifiche evidenze delle malattie desunte da un attento esame e studio dei sintomi. Con questa impostazione si rifà al [[metodo scientifico]] di [[Galileo]] in base al quale occorre seguire il [[metodo induttivo]] nello studio delle scienze, valorizzando il dato esperienziale. Ciò si può desumere da alcuni suoi discorsi pubblici, poi trascritti, nei quali è evidente quanto Angiolo fosse interessato all'osservare ed alla sperimentazione. Nella prelezione agli studi di medicina pratica per l'anno scolastico 1823, Nespoli affermò di usare i metodi innovativi di [[Laennec]]. Fu infatti uno dei primi ad utilizzare lo [[stetoscopio]] in Italia.
[[File:Frontespizio del discorso di Angiolo Nespoli per l'anno 1825.png|miniatura|
=== Le opere editoriali e gli ultimi anni===
▲[[File:Frontespizio del discorso di Angiolo Nespoli per l'anno 1825.png|miniatura|228x228px|Frontespizio del discorso di Angiolo Nespoli per la riapertura del corso di clinica medica per l'anno 1825]]
Nei discorsi del 1825 e 1826, scritti per aprire le sue lezioni di clinica, pubblicò i suoi studi fatti su un tipo particolare di [[flogosi]], affermando che i rossori che appaiono dopo la morte nella parte interna dei vasi sanguigni sono un segno naturale del disfarsi della vita. In un altro discorso dimostrò quanto fosse valido l'utilizzo dello stetoscopio per lo scoprire eventuali patologie.
Nei discorsi di apertura delle sue lezioni degli anni 1826 e 1827 raccontò un caso di malattia da lui osservato, aprendo le strade alla moderna scienza diagnostica.
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