==Le automotrici elettriche==
Al contrario di quanto si crede comunemente le prime automotrici italiane furono elettriche e non a [[vapore]]. Lo scopo principale per cui nacquero fu quello di porre rimedio al, sempre più grave, disavanzo di bilancio delle società ferroviarie nel caso molto frequente di treni composti da una sola vettura e al più anche un [[carro ferroviario merci|carro merci]] o bagagliaio trainati da una [[locomotiva a vapore]] spesso del tipo locotender. Esisteva già l'esperienza del settore [[Tram|tranviario]] con l'uso dei motori a [[corrente continua]] a 650 Volt. Tuttavia all'entusiasmo dei primi esperimenti sopravvenne la considerazione che l'elevato costo delle linee elettriche e delle apparecchiature di produzione e alimentazione dell'energia non giustificava l'uso della trazione elettrica se non nel caso di ferrovie con lunghe [[Galleria (ingegneria)|gallerie]] o forti pendenze.
Così se il sistema si diffuse nelle zone di produzione di [[energia idroelettrica]] in cui la vicinanza alle [[centrale idroelettrica|centrali]] di produzione ne conteneva i costi, nel resto dei casi si affermò nelle aree suburbane attorno alle grandi città come [[Milano]], [[Napoli]] e [[Roma]] dove il grande traffico di natura [[pendolarismo|pendolare]] faceva ammortizzare i costi elevati d'impianto con l'acquisizione di ulteriore traffico. In questi casi infatti occorrevano mezzi di trazione automotori in grado di rimorchiare carrozze che, viaggiando promiscuamente con i treni ordinari su linee a grande traffico, non ne penalizzassero la circolazione a causa dello loro frequenti fermate.
L'input venne dato dal [[Governo]] italiano che nel [[1897]], nell'intento di porre soluzione ai problemi dell'economicità della gestione ferroviaria, patrocinò quattro esperimenti di trazione elettrica:
* Trazione elettrica con automotrici ad [[batteria ricaricabile|accumulatori]] sulla [[Ferrovia Milano-Monza]] della [[Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo|Rete Mediterranea]].
* Trazione elettrica con automotrici ad [[Batteria ricaricabile|accumulatori]], sulla linea [[Bologna]] [[San Felice sul Panaro]] della [[Società Italiana per le strade ferrate meridionali|Rete Adriatica]].
* Trazione elettrica a [[corrente continua]] a 650 [[volt]] sulla linea Milano [[Varese]], della Rete Mediterranea, con alimentazione a [[terza rotaia]].
* Trazione elettrica [[trifase]] ad alta tensione sulla linea della [[Valtellina]] della Rete Adriatica. Quest'ultimo esperimento fu una vera e assoluta novità mondiale che produsse l'interesse di molte ferrovie estere.
La prima realizzazione fu quella della Milano-Monza che iniziò l'esercizio nel febbraio del [[1899]] con una coppia di automotrici a [[carrello (ferrovia)|carrelli]] classificate [[Automotrici RM 5101-5102|RM 5101 e 5102]], dotate di due motori da 22 [[chilowatt|kW]] di [[potenza (fisica)|potenza]]. Offrivano 64 posti a sedere e raggiungevano la [[velocità]] di 60 [[chilometro orario|km/h]]. I motori venivano alimentati da una batteria di accumulatori al [[piombo]] disposte su due rami disponibili in serie o in parallelo. I rotabili pesavano 58 [[tonnellata|tonnellate]] di cui la maggior parte era costituita dalle batterie. L'esperimento, pur gradito dall'utenza, patì molti inconvenienti ed ebbe fine nel [[1904]].
Il secondo progetto, realizzato il 1º maggio [[1901]], ebbe un risultato migliore, tanto che le corse da Bologna vennero effettuate fino a [[Poggio Rusco]] e anche su [[Modena]] ma ebbe fine ugualmente nel [[1903]]. Anche qui veniva raggiunta la velocità di 60 km/h utilizzando quattro rotabili con 52 posti a sedere, classificati [[Automotrici RA 001-004|001 ÷ 004]] dalla [[Rete Adriatica]], di costruzione [[Diatto]] con due motori elettrici [[Ganz Transelektro|Ganz]] da 30 kW. Questi due esperimenti mostrarono la limitatezza della trazione ad accumulatori e spensero molte speranze.
Il 16 ottobre del [[1901]] ebbe inizio l'esercizio a corrente continua a 650 Volt, a [[terza rotaia]], sulla linea Milano Varese della [[Rete Mediterranea]]. Si trattava di una linea molto trafficata e vi vennero immesse 20 automotrici, classificate [[Automotrici RM 5111-5130|5111 ÷ 5130]] e 20 rimorchiate similari costruite in [[Italia]] dalle [[Officine Meccaniche (azienda)|Officine Meccaniche]] di Milano su progetto [[General Electric|General Electric Company]]. Montavano 2 motori per carrello della potenza continuativa di 70 kW, raggiungevano la velocità di 85 km/h fornendo 63 posti a sedere. Il successo fu tale che l'elettrificazione venne prolungata fino a [[Porto Ceresio]]. Non essendo sufficienti i rotabili, nel [[1903]] venne fatta un'ulteriore ordinazione di 5 unità da 40 posti, bagagliaio e postale e l'anno dopo un ulteriore gruppo di 15 rotabili classificati [[Automotrici RM 5131-5146|5131 ÷ 5146]], di potenza inferiore ma attrezzate con un dispositivo di telecomando che ne rendeva possibile la composizione multipla. Nel [[1925]] queste ultime vennero trasferite a far servizio sulla [[Linea 2 (servizio ferroviario metropolitano di Napoli)|"metropolitana FS"]] di [[Napoli]], ove vennero accoppiate permanentemente con l'interposizione di una carrozza a due assi.
[[File:Elettromotrice trifase E1-1902 cr.jpg|thumb|right|Una automotrice elettrica trifase tipo RA 32]]
L'esperimento a corrente trifase ebbe luogo sulla [[Ferrovia della Valtellina|linea della Valtellina]] della Rete Adriatica e vide l'utilizzo di un mezzo di trazione innovativo che utilizzava non più corrente a bassa tensione ma tensioni oltre i 3000 Volt. Le automotrici elettriche furono di due tipi, cinque, classificate [[Automotrice FS E.1|RA 321 ÷ 325]] con 24 posti di 1ª classe e 32 di 2ª classe con [[carro merci|bagagliaio]] e postale, e cinque arredate lussuosamente con un salone dotato di [[divano|divani]] e tavolini. Queste erano tutte di costruzione Ganz e Mavag e svolsero servizio fino al [[1923]]. Nel 1914 in seguito alla elettrificazione della linea fino a Monza si spinsero fino a Milano, trainate da una locomotiva a vapore nel tratto Milano-Monza<ref>{{Cita|Cornolò, ''Automotrici''|p. 34|Cornolò 1985}}</ref>. Nonostante la buona qualità e le tecniche innovative tuttavia rimasero l'unico esempio di automotrice trifase.
Alla soglia degli [[anni 1930|anni trenta]] l'automotrice elettrica, a terza rotaia, trova la sua specializzazione nei servizi a carattere pendolare su linee a traffico intenso e vicinali delle grandi [[area metropolitana|aree metropolitane]] di Milano, nella direttrice di Varese e Porto Ceresio e di Napoli. In quest'ultima tuttavia, a partire dal [[1935]] e in conseguenza della elettrificazione a 3000 Volt della linea [[Ferrovia Roma-Formia-Napoli|Roma-Napoli]], anche la [[Linea 2 (servizio ferroviario metropolitano di Napoli)|"metropolitana"]] viene trasformata con presa di corrente da linea aerea mediante [[Pantografo (trasporti)|pantografo]], a 3000 volt.
[[File:Laveno FNM elettromotrici.jpg|thumb|right|Automotrice pesante elettrica e rimorchiate delle Ferrovie Nord Milano in arrivo a Laveno nel 1979]]
Si tratta comunque in entrambi i casi di automotrici pesanti, che dopo la trasformazione a 3 kV verranno denominate [[Automotrice FS E.623|E.623]], simili a carrozze ferroviarie a cassa metallica costruite dalla Breda con parte elettrica della [[Compagnia Generale di Elettricità]] (CGE); la loro potenza è di oltre 600 kW e sono in grado di trainare delle rimorchiate. Essendo dotate di avviatore automatico vengono permanentemente accoppiate alle rimorchiate pilota realizzando così dei complessi reversibili che presteranno servizio fino agli [[anni 1980|anni ottanta]].
Sulla scorta dell'esperienza maturata del settore [[Tram|tranviario]] furono sviluppati mezzi di trazione automotori a trazione elettrica in grado di rimorchiare carrozze che, viaggiando promiscuamente con i treni ordinari su linee a grande traffico, non ne penalizzassero la circolazione a causa dello loro frequenti fermate.
Gli [[anni 1930|anni trenta]] vedono anche la nascita, sull'onda del successo degli elettrotreni ETR 200 e delle automotrici termiche, delle automotrici leggere elettriche progettate dalla Breda. Nel [[1935]] infatti vennero ordinate 12 unità del tipo [[Automotrici FS ALe 792 e ALe 882|ALe 792]] con cassa a trave tubolare e con largo uso di leghe leggere nella costruzione. Erano con ambedue le testate [[aerodinamica|aerodinamiche]], con porte a battente e due scompartimenti, da 56 posti quello di terza classe, e da 23 posti quello di prima. Le poltroncine erano tutte imbottite. La cassa poggiava su due carrelli motorizzati con due propulsori ciascuno da 92 kW, trasmissione ad asse cavo e pacchi molla (sistema Bianchi). Erano dotate di avviatore automatico che ne rendeva possibile il telecomando fino a tre unità e raggiungevano la velocità di 115 km/h. Nello stesso anno ne vennero ordinate altre 10 di sola terza classe, ma con le stesse caratteristiche, che presero il nome di [[Automotrici FS ALe 792 e ALe 882|ALe 882]]; entrate in esercizio ebbero un immediato successo. Nel [[1938]] Breda realizzò anche una versione di lusso in due unità che prese il nome di [[Automotrice elettrica FS ALe 402|ALe 402]]: era munita di cucina a bordo e presentava 17 posti di 1ª classe e 23 di 2ª. Raggiungeva la velocità di 130 km/h.
Il successo delle ALe 792/882 intanto, nel [[1936]], aveva spinto i vertici delle FS a concepirne una modifica progettuale; trasformando una delle due testate aerodinamiche in modo da applicare i mantici se ne poteva rendere possibile la composizione. La modifica comportava il sacrificio di due posti e così nacque il gruppo ALe 790/ALe 880 le cui consegne avvennero a partire dal 1938 e fino al [[1953]] fino a raggiungere la consistenza di 155 unità che vennero assegnate a tutti i compartimenti, eccetto quelli di [[Palermo]], [[Genova]] e [[Bari]], ove svolsero servizio fino agli anni ottanta.
La costruzione venne ripartita tra la Breda, l'Ansaldo, la [[Società Nazionale Officine di Savigliano|Savigliano]] e la OM. Vennero realizzate anche delle versioni speciali come la [[Automotrice elettrica FS ALe 184|ALe 184]] che era un'elettromotrice binata, 10 unità [[Automotrice elettrica FS ALe 400|ALe 400]], di lusso con cucina e soli posti di 1ª e 2ª classe, e un elettrotreno salone [[Automotrice elettrica FS ALSe 10|ALSe 10]] per servizio di Stato che venne usato da [[Benito Mussolini|Mussolini]] tra [[Roma]] e [[Forlì]].
==Le automotrici a vapore==
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