Programma atomico sovietico: differenze tra le versioni
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Un primo momento di svolta del programma atomico sovietico ebbe luogo nella primavera 1943 quando, nei pressi di Mosca, si tenne una riunione generale degli scienziati e delle autorità politiche; in questa occasione venne deciso di costruire una nuova area di ricerca nella regione degli Urali dove centralizzare le attività del programma<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', pp. 26-27.</ref>. Molotov inoltre presentò a Kurčatov tutta la documentazione scientifica ottenuta dallo spionaggio sovietico in occidente e lo scienziato rimase impressionato dalla portata delle ricerche straniere e comprese l'arretratezza attuale del programma dell'Unione Sovietica; in particolare poterono essere consultati i documenti del [[MAUD Committee]] britannico e le informazioni cruciali fornite da [[Klaus Fuchs]], il fisico tedesco simpatizzante sovietico, tra i principali scienziati del [[Progetto Manhattan]]<ref>G. Valdevit, ''La guerra nucleare'', pp. 222-223.</ref>. Grazie anche a queste informazioni segrete, gli scienziati sovietici poterono accelerare i loro programmi e superare più rapidamente le difficoltà teoriche e tecniche.
[[File:Kurchatov Institute entrance and monument.JPG|thumb|left|upright=1.1|Immagine del 2005 del famoso "Laboratorio N. 2" diretto da Kurčatov. Un monumento dedicato allo scienziato sovietico è visibile all'entrata.]]
Kurčatov concentrò inizialmente le sue ricerche sulla progettazione e costruzione di una [[Reattore nucleare a fissione|pila atomica]]; egli prese la decisione corretta rinunciando ad utilizzare l'[[acqua pesante]] come sistema moderatore e adottando invece il modello con raffreddamento a barre di [[grafite]], la cui produzione era già in corso in uno stabilimento sovietico<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 27.</ref>. La prima pila atomica sovietica iniziò ad essere costruita nel "Laboratorio N.2" sotto la direzione di Kurčatov e del suo collaboratore I. S. Panašjuk. Un grave problema iniziale del programma atomico sovietico era indubbiamente la mancanza di miniere funzionanti di uranio; per sopperire a questa difficoltà essenziale, i responsabili del programma attivarono un piano accelerato di ricerca minerealogico sull'immenso territorio per trovare giacimenti di uranio che, sotto la direzione di Vladimir Vernadskij e Dmitrij Scerbakov, iniziarono a esplorare gli Urali e l'Asia sovietica<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', pp. 28-29.</ref>. ▼
▲Kurčatov concentrò inizialmente le sue ricerche sulla progettazione e costruzione di una [[Reattore nucleare a fissione|pila atomica]]; egli prese la decisione corretta rinunciando ad utilizzare l'[[acqua pesante]] come sistema moderatore e adottando invece il modello con raffreddamento a barre di [[grafite]], la cui produzione era già in corso in uno stabilimento sovietico<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 27.</ref>. La prima pila atomica sovietica iniziò ad essere costruita nel "Laboratorio N. 2" sotto la direzione di Kurčatov e del suo collaboratore I. S. Panašjuk. Un grave problema iniziale del programma atomico sovietico era indubbiamente la mancanza di miniere funzionanti di uranio; per sopperire a questa difficoltà essenziale, i responsabili del programma attivarono un piano accelerato di ricerca minerealogico sull'immenso territorio per trovare giacimenti di uranio che, sotto la direzione di Vladimir Vernadskij e Dmitrij Scerbakov, iniziarono a esplorare gli Urali e l'Asia sovietica<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', pp. 28-29.</ref>.
Nel frattempo Kurčatov richiese la costruzione di un [[ciclotrone]] per produrre il [[plutonio]]; i problemi iniziali erano immensi; lo scienziato sovietico inviò a Leningrado, ancora sotto assedio, il fisico Leonid Nemenov e l'ingegnere P. Glazunov per cercare di recuperare i materiali pronti per il ciclotrone che era in costruzione prima della guerra nell'Istituto Fisico-tecnico della grande città<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', pp. 27-28.</ref>. I due scienziati riuscirono fortunosamente a recuperare le parti del ciclotrone ed anche l'elettromagnete, pesante 75 tonnellate, che era rimasto abbandonato all'interno della fabbrica ''Elektrosila'' che si trovava a pochi chilometri dal fronte<ref name="AL28">A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 28.</ref>. Il 25 settembre 1944 il nuovo ciclotrone, ricostruito con l'aggiunta di parti fabbricate in uno stabilimento di Mosca, iniziò a funzionare; alla fine dell'anno venne prodotta la prima piccola quantità di plutonio<ref>A. Lattanzio, ''Atomo rosso'', p. 29.</ref>.
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