Project Nim: differenze tra le versioni
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Nim nacque in un centro di ricerca sui primati a [[Norman (Oklahoma)|Norman]], nell'[[Oklahoma]]. Sua madre Caroline veniva trattata esclusivamente come una fattrice: tutti i suoi figli erano stati sottratti poco dopo la nascita per essere utilizzati in esperimenti scientifici. Terrace intendeva vagliare l'ipotesi che gli scimpanzé potessero apprendere il [[linguaggio dei segni]] e comunicare con gli esseri umani. Il piccolo Nim fu pertanto affidato da Terrace a Stephanie LaFarge, una sua ex allieva un po' hippie che abitava con la famiglia in un appartamento dell'[[Upper West Side]]. Nim fu accolto in famiglia come un piccolo essere umano: gli facevano indossare vestiti umani, mangiava gli stessi alimenti della famiglia e, soprattutto, veniva vezzeggiato e circondato di affetto come un vero bambino. I componenti della famiglia LaFarge avrebbero dovuto usare esclusivamente il linguaggio dei segni in presenza di Nim. Tuttavia ciò non si verificava perché, come testimonia Jennie LaFarge, figlia di Stephanie, in famiglia nessuno era in grado di utilizzare speditamente quel linguaggio. Stephanie LaFarge, inoltre, cominciò l'addestramento di Nim al linguaggio dei segni solo dopo che il cucciolo ebbe compiuto i tre mesi, un'età giudicata da Terrace troppo avanzata in quanto i cuccioli degli scimpanzé si sviluppano più rapidamente degli esseri umani.
Nonostante i progressi di Nim, Terrace esautorò Stephanie LaFarge e nominò responsabile della formazione di Nim Laura-Ann Petitto, una studentessa ventenne. Dalle interviste si desume che LaFarge e Petitto non cooperarono. Nel film Petitto descrive casa LaFarge come "caotica", mentre LaFarge giudica la Petitto priva di esperienza e scelta da Terrace per motivi sentimentali. L'addestramento di
Col passare del tempo, tuttavia, Nim diventava sempre più forte e a volte piuttosto aggressivo. Attaccò diverse volte la Petitto: nel film lei mostra i segni di morsi, uno dei quali le costò l'applicazione di 37 [[Sutura chirurgica|punti]] e un altro le recise un [[tendine]]. La fine della relazione di Terrace con la Petitto determinò l'allontanamento di quest'ultima dal Progetto Nim e la sua sostituzione con Joyce Butler, una studentessa che doveva svolgere una tesi di laurea sperimentale su Nim. Anche la terza madre adottiva fu ferita qualche volta da Nim, e lo stesso accadde a un'assistente. Terrace, il quale trovava difficoltà nel reperire ulteriori fondi, decise di mettere fine al progetto dopo soli quattro anni: comunicò al gruppo che non c'erano più motivazioni per la continuazione del progetto, in quanto erano stati già raccolti dati sufficienti, e che aveva deciso il ritorno di Nim al centro di provenienza. Negli scritti successivi Terrace affermò che il Progetto Nim era stato fallimentare, negò che gli scimpanzé potessero parlare e minimizzò i progressi compiuti da Nim. Joyce Butler, che accompagnò Nim in Oklahoma, scoppia in pianto quando rievoca davanti alla macchina da presa la conclusione della vicenda: Nim che, dopo essere stato separato dalla madre biologica, non aveva visto più nessun altro della sua specie e da allora aveva vissuto esclusivamente con esseri umani e verosimilmente si considerava un essere umano (quando aveva dovuto classificare delle foto raffiguranti uomini e scimmie aveva posto la foto che lo raffigurava fra quella degli esseri umani) era terrorizzato dagli altri primati e poté separarlo con difficoltà dall'abbraccio con cui aveva stretto la Butler. Lo stesso Terrace ammette nel film che il centro di ricerca sui primati gli si rivelò "sorprendentemente più primitivo" di quanto avesse immaginato, quando si recò nell'Oklahoma l'anno successivo; ma non intraprese alcuna iniziativa perché Nim fosse trasferito altrove.
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