Evno Fišelevič Azef: differenze tra le versioni
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L'avventura di Azef finì nel [[1908]], quando l'ex-direttore dell'Ochrana [[Aleksej Aleksandrovič Lopuchin]], agendo di propria iniziativa ed a totale insaputa dei suoi superiori, lo denunciò ai social-rivoluzionari fornendo a [[Vladimir L'vovič Burcev]], direttore della rivista «Byloe», stampata all'estero e vicina al movimento rivoluzionario, le prove del suo ruolo d'infiltrato per conto dell'Ochrana. Questi, chiamato dunque a rispondere di tali accuse dinanzi alla dirigenza del Partito, promise di presentare le prove della sua innocenza, ma, invece, si diede ad una repentina fuga dalla Russia; a seguito della sua defezione, il ruolo di capo dell'Organizzazione di combattimento fu poi assunto da [[Boris Savinkov]].
Il Partito lo condannò a morte ed egli si nascose sotto falso nome in [[Germania]], a [[Berlino]], con l'aiuto della polizia segreta russa. Visse gestendo un negozio di corsetteria finché, nel [[1915]], allo scoppio della [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]], fu internato
== Azef nella cultura ==
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