Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016: differenze tra le versioni
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I grandi elettori, persone designate con modalità diverse dai partiti (generalmente tramite convention nei mesi precedenti l'elezione generale) si sono incontrate quindi il 19 dicembre 2016, riunendosi nei rispettivi stati<ref name="keydates">{{cita web|url=https://www.archives.gov/federal-register/electoral-college/key-dates.html|titolo=The 2016 Presidential Election|editore=Office of the Federal Register, [[National Archives and Records Administration]]|accesso=11 novembre 2016|lingua=en}}</ref>. Ogni delegazione ha proceduto al voto separatemente per le due cariche, registrando poi i risultati in una serie di certificati, alcuni destinati alle locali autorità statali, uno inviato al Presidente del Senato (il Vicepresidente uscente) e due all'Archivista degli Stati Uniti presso la [[National Archives and Records Administration]] di Washington<ref name="keydates"/>. Anche se in molti stati esistono disposizioni che prevedono sanzioni nel caso in cui i delegati non rispettino le indicazioni del voto popolare, generalmente non è considerato un vero obbligo rimanere fedeli alla promessa di votare per il partito rappresentato; in passato sono esistiti limitati casi in cui, per errore o per protesta, un delegato ha votato per un candidato diverso da quello per cui avrebbe dovuto<ref name="aftervote"/><ref name="greenfaithless">{{cita web|url=http://www.thegreenpapers.com/Hx/ApparentElectoralVote.phtml|titolo="APPARENT" ELECTORAL VOTE for President of the United States: 1856 to present|pubblicazione=TheGreenPapers.com|autore=Richard E. Berg-Andersson|data=4 gennaio 2013|accesso=9 novembre 2016|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.thegreenpapers.com/Hx/FaithlessElectors.html|titolo=THE "FAITHLESS NINE" - Presidential Electors who have defected in the past|pubblicazione=TheGreenPapers.com|autore=Richard E. Berg-Andersson|data=22 giugno 2012|accesso=9 novembre 2016|lingua=en}}</ref>. Tuttavia, la conta dei voti e la relativa certificazione dei risultati è affidata poi al Congresso, che ha il potere di annullare uno o più voti espressi con un'apposita deliberazione da entrambe le camere, che nel caso di contestazioni del genere interrompono la sessione congiunta<ref name="aftervote"/><ref name="aftervote2">{{cita libro|titolo=American Government and Politics Today|autore=Lynne E. Ford, Barbara A. Bardes, Steffen W. Schmidt, Mack C. Shelley, II|pp=338-340|anno=2016|ISBN=9781305108813|lingua=en}}</ref><ref name="keydates"/>. Nel caso in cui, a seguito di modifiche nei conteggi del Congresso o meno, nessun candidato ha registrato la maggioranza assoluta dei voti dei grandi elettori, il dodicesimo emendamento prevede inoltre che sia la Camera dei Rappresentanti a procedere all'elezione del Presidente, potendo scegliere tra i tre eventuali candidati più votati, mentre l'elezione del Vicepresidente spetta eventualmente al Senato<ref name="aftervote"/><ref name="aftervote2"/><ref name="keydates"/>. La Camera dei Rappresentanti ha eletto in tal modo il Presidente solo due volte, [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1800|nel 1801]] e [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1824|nel 1825]]<ref name="aftervote2"/>.
Nel voto del 19 dicembre non sono mancate defezioni per entrambi i candidati: ben 7 grandi elettori (un record assoluto) hanno votato in modo diverso da come avrebbero dovuto, facendo mancare due voti a Trump e cinque a Clinton rispetto le proiezioni fatte all'indomani del 9 novembre<ref name="votocolleggio">{{cita news|url=http://www.latimes.com/politics/la-na-pol-electoral-college-vote-20161219-story.html|titolo= With 304 votes, electoral college seals Donald Trump's election as president|autore=Michael Finnegan|pubblicazione=Los Angeles Times|data=19 dicembre 2016|accesso=20 dicembre 2016|lingua=en}}</ref>. Il risultato finale ha infatti visto 304 voti per Trump, 227 per Clinton, tre per l'ex Segretario di Stato [[Colin Powell]], e uno ciascuno per Bernie Sanders, Ron Paul, John Kasich e Faith Spotted Eagle, un leader Sioux e ambientalista.<ref name="votocolleggio"/>
Il rinnovato Congresso, dopo l'insediamento del 3 gennaio, si riunirà in seduta comune il 6 gennaio 2017 alle 13:00, presso l'aula della Camera dei rappresentanti nell'ala sud del [[Campidoglio (Washington)|Campidoglio]]<ref name="keydates"/><ref>{{cita web|url=https://www.law.cornell.edu/uscode/text/3/15|titolo=3 U.S. Code § 15 - Counting electoral votes in Congress|editore=Legal Information Institute, [[Cornell University]]|accesso=11 novembre 2016|lingua=en}}</ref>. Il Presidente del Senato presiederà la sessione, annunciando il risultato del voto del collegio elettorale e dichiarando quindi 45º Presidente degli Stati Uniti e il suo Vicepresidente<ref name="keydates"/>.
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