Eurofima: differenze tra le versioni

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==Storia e attività societarie==
Aderirono all'Eurofima fin dalla sua costituzione quali azioniste le Ferrovie Federali tedesco-occidentali ([[Deutsche Bundesbahn|DB]]), la Società Nazionale delle Ferrovie Francesi ([[SNCF]]), le Ferrovie dello Stato italiane ([[Ferrovie dello Stato|FS]]), la Società Nazionale delle Ferrovie Belghe ([[SNCB]]), le Ferrovie Olandesi ([[Nederlandse Spoorwegen|NS]]), la Rete Nazionale delle Ferrovie Spagnole ([[Red Nacional de los Ferrocarriles Españoles|RENFE]]), le Ferrovie Federali Svizzere ([[Ferrovie Federali Svizzere|FFS]]), la Comunità delle Ferrovie Jugoslave ([[Jugoslovenske Železnice|JŽ]]), le Ferrovie dello Stato Svedesi ([[Statens Järnvägar|SJ]]), la Società Nazionale delle Ferrovie Lussemburghesi ([[Société Nationale des Chemins de Fer Luxembourgeois|CFL]]), le Ferrovie federali Austriache ([[ÖBB]]), la Compagnia delle Ferrovie Portoghesi ([[Caminhos de Ferro Portugueses|CP]]), le Ferrovie dello Stato Greche ([[Organismos Sidirodromon Ellados|OSE]]), le Ferrovie dello StatoStatali della Repubblica Turca ([[TCDDFerrovie (azienda)Statali della Repubblica Turca|TCDD]]), le Ferrovie dello Stato Danesi ([[Danske Statsbaner|DSB]] e le Ferrovie dello Stato Norvegesi ([[NSB]]).<ref name=Corazza/>
 
L'Eurofima si procura i capitali necessari alla propria attività, indipendenti dal proprio capitale sociale, sui mercati nazionali di capitale (prevalentemente europei) e su quello internazionale europeo. Essa acquista il materiale rotabile direttamente, tramite gare internazionali, o per il tramite delle aziende ferroviarie a essa aderenti, che lo ricevono tramite contratti di [[leasing]] o a credito. Detto materiale resta di proprietà dell'Eurofima fino al completamento dei pagamenti da parte delle aziende acquirenti.<ref name=Corazza/><ref>Specialmente in passato ciò era manifestato dalla presenza della scritta "Eurofima" apposta in luogo visibile all'esterno della cassa, e che veniva cancellata quando il debito dell'azienda acquirente era stato estinto. Cf Marco Cantini, ''Locomotive Diesel D.141'', in ''[[I Treni|I treni]]'', 28 (2007), n. 299, p. 16</ref>