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I racconti parlano di guerrieri e combattimenti, in particolare dei conflitti che vedevano come protagonisti i turcomanni contro i turco altaici Qıpçaq e i nomadi delle steppe [[Peceneghi]] (''Beçenek''). Molti temi sembrano simili a quelli tipici della tradizione letteraria occidentale e ai miti greci<ref>{{Cita news|lingua=turco|nome=M. Bahadırhan|cognome=Dinçaslan|autore=|url=http://mbdincaslan.com/index.php/koseyazilari/item/448-karsilastirmalimitoloji|titolo=Karşılaştırmalı Mitoloji: Dede Korkut Alman Mıydı?|pubblicazione=|data=|accesso=2016-12-13}}</ref>: ad esempio, la storia che racconta del mostro ''Tepegoz'' (Goggle-eye in inglese) assomiglia molto a quella del ciclope Polifemo narrata nell'Odissea di Omero, così come la storia che racconta di un eroe che torna in patria senza essere riconosciuto e che potrà ricongiungersi alla moglie solo riuscendo a flettere il proprio arco.
Le dodici storie contenute nel ''Libro di Dede Korkut'' ritraggono spesso i protagonisti come dei buoni musulmani, intenti a combattere e ostacolare i propri avversari, considerati infedeli. Ci sono tuttavia dei riferimenti alla magia, un argomento ricorrente nella tradizione turca, in particolare quella preislamica, considerata nell'islam "l'era dell'ignoranza" (in [[Lingua araba|arabo]]: جاهلية - ''jāhilīyah''). ▼
Nel libro vengono descritte in dettaglio le attività sportive svolte dagli antichi popoli turchi e sottolineate le qualità fisiche e atletiche degli uomini e delle donne. Vengono tutti ritenuti atleti di grande qualità, specialmente per quanto riguarda l'equitazione, la lotta libera, il polo, il tiro con l'arco e il lancio del giavellotto, sport nazionali turchi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ergun Yurdadon|data=22 febbraio 2008|anno=|titolo=Sport in Turkey: the Pre-Islamic Period|rivista=The Sport Journal|volume=6|numero=3|lingua=inglese|url=http://thesportjournal.org/article/sport-in-turkey-in-the-pre-islamic-period/}}</ref>
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== Datazione dell'opera ==
Datare precisamente il libro è molto difficile a causa della natura nomade delle popolazioni turche e della loro abitudine a tramandare le storie oralmente. Per lo stesso motivo è impossibile individuarne l'autore, essendo le storie state narrate da molti, ognuno con il proprio stile e le proprie variazioni.
Sono state proposte numerose datazioni per quest'opera. Geoffrey Lewis sostiene che la stesura del testo risalirebbe ai primi anni del XV secolo e raccoglierebbe due gruppi di storie: quelle che raccontano delle guerre tra i Turcomanni e i loro nemici (Peceneghi e Qipchaq) e quelle che parlano delle campagne militari degli Aq Qoyunlu nel XIV secolo; l'ipotesi che l'opera risalga a queste date è sostenuta anche da Cemal Kafadar, docente di lingua turca all'università di Harvard, il quale sostiene che "l'autore elogia sia gli Aq Qoyunlu che gli ottomani". <ref>{{Cita libro|autore=Cemal Kafadar|titolo=Between Two Worlds: the Construction of the Ottoman State|anno=1996|editore=University of California Press|città=Berkeley|lingua=inglese|p=|pp=|OCLC=42628589|ISBN=}}</ref>
Se Stanford Jay Shaw colloca la scrittura dell'opera nel XIV secolo, altri studiosi sono invece indecisi tra più opzioni: il professor Michael E. Meeker sostiene che la versione orale delle storie non sia più antica del XIII secolo, e quella scritta del XV secolo<ref>{{Cita libro|autore=Stanford Jay Shaw|titolo=History of the Ottoman empire and Modern Turkey|anno=1977|editore=Cambridge University|città=|p=141|pp=|ISBN=}}</ref>.
Si può sostenere per certo che la storia numero 8 esisteva già nel XIV secolo nella tradizione scritta araba: si tratta della storia ''Durar al-Tijan'', scritta in Egitto tra il 1309 e il 1340, e mai pubblicata.<ref>{{Cita libro|autore=Geoffrey Lewis|titolo=The Book of Dede Korkut|anno=1974|editore=Penguin Books|città=Harmondsworth|p=|pp=|ISBN=}}</ref>
Datare precisamente il libro è impossibile a causa della natura nomade delle popolazioni turche, all'interno delle quali le storie venivano tramandate oralmente. A causa di ciò, è anche impossibile trovarne un autore autentico, essendo le storie state narrate da molti, ognuno col proprio stile e le proprie variazioni. Alcuni tra i più autorevoli esperti di narrativa turca antica e racconti turchi, quali Vasily Bartold e Geoffrey Lewis, sostengono che il ''Libro di Dede Korkut'' ha molti aspetti caratteristici della lingua Azeri, dialetto turco parlato in [[Azerbaigian|Azerbaijan]].<ref>{{cita|Lewis|1974}}, pp. 20-22 </ref>▼
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▲Le dodici storie contenute nel ''Libro di Dede Korkut'' ritraggono spesso i protagonisti come dei buoni musulmani, intenti a combattere e ostacolare i propri avversari, considerati infedeli. Ci sono tuttavia dei riferimenti alla magia, un argomento ricorrente nella tradizione turca, in particolare quella preislamica, considerata nell'islam "l'era dell'ignoranza" (in [[Lingua araba|arabo]]: جاهلية - ''jāhilīyah'').
=== Storia del manoscritto ===
Il ''Libro di Dede Korkut'' venne tradotto in francese, inglese e russo all'inizio del XVIII secolo<ref>{{Cita libro|autore=Ebülgâzî Bahadir Han, Khan of Khorezm, Enûşe Han|titolo=Histoire Genealogique des Tatars|anno=1726|editore=A. Kallewier|città=Leiden|lingua=francese|p=|pp=|OCLC=5667403|ISBN=}}</ref>, ma attirerà l'attenzione del pubblico europeo solo dopo il 1815, grazie ad una traduzione parziale in tedesco ad opera di H.F. Von Diez, sulla base di un manoscritto trovato nella Biblioteca Reale di Dresda.<ref>{{Cita web|url=http://digital.slub-dresden.de/werkansicht/dlf/10013/13/|titolo=Kitab-i Dedem Korkut - Mscr.Dresd.Ea.86|autore=SLUB Dresden|sito=digital.slub-dresden.de|accesso=2016-12-13}}</ref> L'unico altro manoscritto esistente del ''Libro di Dede Korkut'' è stato scoperto nel 1950 da [[Ettore Rossi (orientalista)|Ettore Rossi]] nella [[Biblioteca apostolica vaticana|Biblioteca Vaticana]]<ref>{{Cita libro|autore=|titolo=Kitab-i Dede Korkut : Racconti epico-cavallereschi dei turchi Oguz. Trad. e annotati con «facsimile» del ms. Vat. turco 102|anno=1952|editore=Biblioteca Apostolica Vaticana|città=Città del Vaticano|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
Le vicende narrate nel libro vennero
== Il ''Libro di Dede Korkut'' nell'Unione Sovietica ==
Molti dei luoghi descritti nel ''Libro di Dede Korkut'' fanno parte del territori che componevano l'[[Unione Sovietica]], paese nel quale fino alla prima metà del XX secolo gli studi sull'epica turca non ricevettero grande interesse. Lo storico turco Hasan Bülent Paksoy sostiene che dopo l'ascesa di [[Iosif Stalin|Stalin]] si sarebbe instaurato un vero e proprio tabù sulla storia e sulla cultura legate alla [[turcologia]], condannando questa scelta come un "assalto ideologico". Le prime stampe del ''Libro di Dede Korkut'' in Russia sono datate 1939 e 1950, anni dopo i quali si sviluppò la <u>condanna ufficiale dei ''Dastan'' dell'Asia Centrale</u> (i ''dastan'' sono le opere di carattere epico turche).<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=H.B.Paksoy|anno=1990|titolo=Introduction to Dede Korkut|rivista=Soviet Anthropology and Archeology|volume=29|numero=1|lingua=inglese|url=http://aton.ttu.edu/Introduction_to_DEDE_KORKUT.asp}}</ref> Ciò che trapelava dal ''Dede Korkut'' era una presunta spinta al nazionalismo borghese, dannoso e antipopolare nell'Unione Sovietica, il quale poteva spingere il popolo contro i nuovi alleati della stessa (armeni e georgiani).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Come riportato da M[ir] D[zhafar Abbasovich] Bagirov al diciottesimo Congresso del Partito Comunista Azero|data=28 luglio 1951|titolo=Current Digest of the Russian Press|rivista=Current Digest of the Russian Press|volume=23|numero=24}}</ref>
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