Casherut: differenze tra le versioni

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=== Terminologia ===
 
''"Kosher"'' ({{lang-he|'''כשר'''}}) in [[ebraico|ebraico antico]] significa ''essere vantaggioso'', ''appropriato'', ''adatto'', o ''riuscire''<ref>{{cita web |url=http://tmcdaniel.palmerseminary.edu/BDB.pdf |titolo=A Hebrew and English lexicon of the Old Testament |editore=Palmer Theological Seminary}}</ref> secondo vocabolari dall'ebraico in diverse lingue. L'ebraico moderno in generale riporta ''kashrut'' ma a volte ha il significato di "appropriato". Per esempio, il [[Talmud babilonese]] (''[[Bavli]]'') usa ''kosher'' nel senso di ''virtuoso'', quando si riferisce a [[Dario I di Persia|Dario I]] come "re kosher"; Dario, re [[persia]]no, concesse assistenza nella costruzione del [[Secondo Tempio]].<ref>[[Rosh Hashanah (Talmud)|Trattato ''Rosh Hashanah'']] 3b, ''Schottenstein Edition'', Mesorah Publications.</ref> In lingua inglese, ''kosher'' spesso significa ''legittimo'', ''accettabile'', ''permissible'', ''genuino'', o ''autentico'',<ref name="Partridge">{{cita libro| autore = Eric Partridge, Tom Dalzell, Terry Victor| titolo = The New Partridge Dictionary of Slang and Unconventional English: Volume 2, J-Z| url = http://books.google.com/?id=mAdUqLrKw4YC&pg=PA388| anno = 2006| editore= Taylor & Francis| isbn = 0-415-25938-X| p = 388 }}</ref><ref name="Phythian">{{cita libro| autore = B.A. Phythian| titolo = A concise dictionary of English slang and colloquialisms|anno= 1976| editore= The Writer, Inc| isbn = 0-87116-099-4| p = 110| citazione = Kosher Genuine. Fair. Acceptable. }}</ref><ref name="Phythian"/><ref name="Jewfaq">{{cita web |url=http://www.jewfaq.org/kashrut.htm |titolo=Kashrut: Jewish Dietary Laws |accesso=9 marzo 2014 |autore=Tracy Rich |editore=Jewfaq.org}}</ref> e sta acquisendo lo stesso significato anche in [[lingua italiana]].<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/vocabolario/tag/casher/|editore = Treccani.it| titolo = kāshēr 〈kaašèer〉 | accesso = 9 marzo 2014| citazione = Propriam., idoneo, giusto, puro, termine con cui sono qualificati i cibi permessi agli Ebrei perché conformi alle prescrizioni rabbiniche, in contrapp. ai cibi ''ṭaref'' (v.), che sono quelli non consentiti: ''carne, vino k.,'' ecc.; sono considerati ''kāshēr'', per es., i ruminanti a unghia flessa e piede biforcuto, i pesci con pinne e squame (e, all'opposto, ''ṭaref'' i molluschi, i crostacei, i piccoli volatili). Il termine è spesso adattato in ital in ''kashèr''; per estens., si parla anche di ''ristoranti kasher'', di ''macellerie k.'', e con ulteriore estens. di ''persona k.'', osservante delle prescrizioni ebraiche (o, metaforicamente, persona buona)}}</ref>
 
La parola ''kasher/kosher'' fa inoltre parte di nomi comuni. A volte viene usata come abbreviazione di ''kascerizzazione'', a indicare la procedura per rendere qualcosa ''kasher''; ad esempio, ''sale kasher'' è un tipo di sale con cristalli di forma irregolare, che lo rende particolarmente adatto alla preparazione di carne secondo le regole della ''kasherut'', poiché la maggiore superficie dei cristalli assorbe più sangue efficacemente. Altre volte è usato come sinonimo di ''tradizione ebraica'': ad esempio, un ''[[aneto]] kasher'' [[cetriolo|sottaceto]] è semplicemente un [[sottaceto]] in [[salamoia]] fatto nel modo tradizionale ebraico newyorkese, utilizzando una generosa aggiunta di aglio alla salamoia,<ref>{{cita web |url=http://www.nyfoodmuseum.org/_pkwhat.htm |titolo=FROM PICKLE DAY EXHIBITS: What is a Pickle? |accesso=9 marzo 2014 |autore=Dana Bowen & Nacy Ralph |editore=New York Food Museum}}</ref> e non è necessariamente conforme alle tradizionali leggi alimentari ebraiche.