Meritocrazia: differenze tra le versioni

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Questi principi, comunque, non tengono conto delle ingiustizie ma anzi le ignorano. Bisogna considerare che non tutte le meritocrazie operano in questo modo. Molte analizzano le strutture delle equità e disuguaglianze del lavoro attraverso le abilità e personalità umane che permettono loro di conseguire il compito lavorativo al meglio delle loro capacità.
 
Una critica che viene posta al ricorso al merito, nel mondo del lavoro, e che, storicamente, esso ha privilegiato criteri che prescindono dalle conoscenze e dalle abilità: il "merito" è divenuto espressione di una "cultura del potere e dell'[[autorità]]" che, "dalla [[prima rivoluzione industriale]] al [[fordismo]]", ha ridimensionato "ogni valutazione fondata sulla [[conoscenza]] e il «sapere fare», valorizzando invece, come fattori determinanti, criteri come quelli della fedeltà, della lealtà nei confronti del superiore, di obbedienza e [...], negli anni del fordismo, dell'anzianità e il dazio da pagare nel essere coinvolto nel [[sociale]]<ref name="B. Trentin">[[Bruno Trentin]], [http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/200000/198243.xml?key=Bruno+Trentin&first=1&orderby=1&f=fir ''A proposito di merito''], ''[[l'Unità]]'', 13 luglio 2006.</ref>.
 
== Sostenitori e fautori delle meritocrazie ==