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Assumendo corretta questa congettura, risultava plausibile che esistessero altri frammenti, le cui orbite avrebbero presentato delle similitudini rispetto a quelle di Cerere e Pallade; in particolare, i [[Asse nodale|nodi]] sarebbero venuti a trovarsi in due zone circoscritte della [[sfera celeste]], approssimativamente entro le [[costellazione|costellazioni]] della [[Vergine (costellazione)|Vergine]] e della [[Balena (costellazione)|Balena]].<ref>{{Cita|Elias Loomis|pp. 61-62|Loomis}}, 1851.</ref> Nel 1804, Harding individuò [[3 Juno|Giunone]] nei [[Pesci (costellazione)|Pesci]], mentre, nel 1807, Olbers trovò [[4 Vesta|Vesta]] nella Vergine. Le loro caratteristiche orbitali sembravano confermare la congettura iniziale e Olbers continuò ad osservare le stesse zone fino al 1816, senza trovare altro. Interruppe quindi le sue ricerche convinto che non ci fossero altri oggetti che potessero essere trovati.<ref>{{Cita|Elias Loomis|p. 62|Loomis}}, 1851.</ref> Con la morte di Schröter nello stesso anno, anche gli altri astronomi del gruppo cessarono le loro attività di ricerca.<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=Celestial Shadows: Eclipses, Transits, and Occultations |autore=John Westfall |coautori=William Sheehan |editore=Springer |anno=2014 |isbn=978-1-4939-1535-4 |p=549}}</ref> Ad aggravare la situazione, poi, c'erano state le [[Guerre napoleoniche]], che avevano portato difficoltà agli astronomi tedeschi, anche con il danneggiamento di alcuni osservatori.<ref>{{cita pubblicazione |lingua=en |volume=29 |numero=12 |anno=1993 |titolo=Sky Watchers |autore=P. Moore |rivista=Bulletin of the Institute of Mathematics and its Applications |p=2}}</ref>
Nel [[1821]] [[Karl Ludwig Hencke]], impiegato presso l'ufficio postale di [[Drezdenko|Driesen]], in [[Prussia]], allestì un osservatorio astronomico privato presso la propria abitazione, acquistando un telescopio da [[Joseph von Fraunhofer]]. Dopo il suo ritiro dall'ufficio postale nel 1837 per motivi di salute, si dedicò pienamente all'attività astronomica, stabilendo contatti con [[Johann Franz Encke]].<ref name=Hamel>{{Cita|Jürgen Hamel|p. 481|Hamel}}, 2007.</ref> Ricevette così delle copie delle ''Berliner Akademische Sternkarten'', mappe del cielo realizzate presso l'[[osservatorio di Berlino]] contenenti tutte le stelle fino alla 9 [[magnitudine apparente|magnitudine]] entro 15° dall'[[equatore celeste|equatore]].<ref name=Hind120>{{Cita|John Russell Hind|p. 120|Hind}}, 1852.</ref> Per
Nella notte dell'8 dicembre 1845, Hencke stava eseguendo osservazioni di Vesta in una zona del cielo a lui ben nota nella costellazione del [[Toro (costellazione)|Toro]], quando individuò un oggetto dall'aspetto stellare della nona magnitudine che non era presente nelle carte in suo possesso.<ref name=Scoperta>{{cita|K. L. Hencke|27-35|Scoperta}}, 1846.</ref> Poiché le cattive condizioni meteorologiche gli avrebbero impedito di proseguire le osservazioni nei giorni seguenti, il 10 dicembre scrisse una nota a Johann Encke affinché l'osservatorio di Berlino potesse confermare la scoperta. Una conferma ottenuta il 14 dicembre condusse Encke a divulgare la notizia a [[Heinrich Christian Schumacher|Heinrich Schumacher]] il 15 dicembre. «Il nuovo pianeta fu osservato da [[Distretto di Altona|Altona]] ed Amburgo il 17 dicembre; da [[Osservatorio di Greenwich|Londra]] e Cambridge il 24; da [[Osservatorio di Pulkovo|Pulkovo]] il 26; da Bonn, il 2 gennaio; e successivamente da quasi tutti gli osservatori d'Europa».<ref name=Scoperta2>{{Cita|Benjamin Silliman, J. D. Dana|p. 445|Scoperta2}}, 1846.</ref> La scoperta di Astrea, seguita da quella di [[6 Hebe|Ebe]] quasi un anno e mezzo dopo, invogliò numerosi altri astronomi a riprendere la ricerca degli asteroidi; ciò determinò un rapido incremento nel nuemero degli oggetti scoperti.<ref>{{cita libro |lingua=en |titolo=School Atlas of Astronomy |autore=A. Keith Johnston |coautore=Robert Grant |editore=William Blackwood and sons |anno=1869 |pp=28-39 |url=https://books.google.it/books?id=mzMAAAAAQAAJ&dq= |accesso=21 ottobre 2015}}</ref>
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