Processo contro l'Amistad: differenze tra le versioni

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La goletta stava viaggiando lungo la costa di [[Cuba]] sulla rotta che conduceva ad un porto per la rivendita degli schiavi. I prigionieri africani, che erano stati rapiti in [[Sierra Leone]] e illegalmente venduti come schiavi e spediti a Cuba, riuscirono a liberarsi dalle catene e presero il controllo della nave. Uccisero il capitano e il cuoco di bordo mentre altri due membri dell'equipaggio riuscirono a fuggire su una [[lancia di salvataggio]]. Gli africani chiesero agli uomini dell'equipaggio sopravvissuti di ricondurli in Africa ma questi li ingannarono, navigando invece di notte verso nord. ''La Amistad'' approdò nei pressi di [[Long Island (New York)|Long Island]] a [[New York]], al ''United States Revenue Cutter Service'' e venne presa in custodia. Il caso giudiziario venne ampiamente pubblicizzato nel distretto federale degli Stati Uniti e discusso presso la Corte Suprema, che affrontò le questioni internazionali e aiutò il movimento [[Abolizionismo negli Stati Uniti d'America| abolizionista]].
Nel 1840, un tribunale distrettuale federale aveva rilevato che il trasporto degli africani rapiti attraverso l'Atlantico a bordo della [[nave dinegriera]] schiavi[[Regno del Portogallo|portoghese]] o forse [[Impero del Brasile|brasiliana]] ''[[Tecora|''Tecora'']] (o ''Teçora'') era stato in violazione delle leggi e dei trattati contro la [[tratta atlantica degli schiavi africani]] da parte di [[Gran Bretagna]], [[Spagna]] e [[Stati Uniti d'America]]. I prigionieri vennero considerati aver agito come uomini liberi quando combatterono per sfuggire alla loro reclusione illegale. La Corte stabilì che gli africani avevano il diritto di prendere tutte le misure legali necessarie a garantire la loro libertà, compreso l'uso della forza. Sotto la pressione internazionale il presidente degli Stati Uniti, [[Martin Van Buren]], ordinò un ricorso alla Corte Suprema che il 9 marzo 1841 confermò la sentenza del tribunale inferiore e autorizzò il rilascio degli africani, ma annullò l'ordine del tribunale che prevedeva il loro ritorno in Africa a spese del governo.
 
I sostenitori organizzarono degli alloggi temporanei per gli africani a [[Farmington (Connecticut)|Farmington]] e raccolsero fondi per il viaggio di ritorno. Nel 1842 vennero trasportati per nave coloro che volevano tornare in Africa, insieme ad alcuni missionari americani.