Cirié: differenze tra le versioni

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Il poeta dialettale '''Nino Costa''' (1886-1945) nasce a [[Torino]] da una famiglia di origini ciriacesi. Studente al liceo Cavour, laureato in Lettere e in Veterinaria, svolge per tutta la vita la professione di bancario presso la Cassa di Risparmio di Torino. Con lo pseudonimo di ''Mamina'' pubblica le sue prime poesie sul settimanale dialettale ''Birichin'', fondato a fine Ottocento. A partire dal [[1922]] pubblica le sue raccolte di versi in piemontese: ''Mamina'' ([[1922]]), ''Sal e Pèiver'' ([[1924]]), ''Brassabòsch'' ([[1928]]), ''Fruta madura'' ([[1931]]), '' Poesie religiose piemontèise'' ([[1934]]), '' Ròba nòsta'' ([[1938]]), ''Tempesta'', pubblicato postumo nel ([[1946]]).
Muore a Torino il 5 novembre [[1945]], un anno dopo la prematura scomparsa del figlio diciannovenne Mario, ucciso durante un’azione [[partigiani|partigiana]] in [[Val Chisone]]. E’È sepolto accanto al figlio nel cimitero di Ciriè. A lui il Comune ha dedicato una scuola media e una via nel centro cittadino.
 
A Ciriè ha abitato per molti anni lo scrittore '''[[Ugo Riccarelli]]''', uno dei più significativi esponenti della letteratura italiana contemporanea, vincitore del [[Premio Campiello]] nel [[1998]] con ''Un uomo che forse si chiamava Schulz'' e del [[Premio Strega]] nel [[2004]] con il romanzo ''Il dolore perfetto''. Riccarelli era già conosciuto al grande pubblico per il suo libro ''Le scarpe appese al cuore'', racconto autobiografico di un difficile trapianto di cuore e di polmoni.