Discussione:L'Unità: differenze tra le versioni
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Verso la fine del paragrafo "nascita del quotidiano" viene riportato che la sospensione della distribuzione sarebbe una conseguenza della stretta autoritaria a seguito dell'attentato a Mussolini del 31 Ottobre 1926, ma l'ultimo numero de "l'Unità" che viene ivi citato e che di fatto contiene la scarna notizia sul sequestro è dell'8 novembre 1925.
Anche nella voce "censura fascista" viene riportata come data della sospensione della distribuzione de "l'Unità" l'8 novembre 1925.
== Imprecisioni ==
Vi segnalo alcune imprecisioni nella pagina:
1. Nel paragrafo "dal 2011 al 2014" ci si riferisce ad una bancarotta che non c'è mai stata. In effetti, nella storia dell'Unità, non c'è nemmeno mai stato un fallimento, ma una liquidazione e un concordato.
La testata L'Unità è stata edita fino ad oggi da 3 società:
+ La prima, quella storica del PCI, che è quella che ha fatto i debiti cui ci si riferisce (i 125 milioni di euro) che è stata messa in liquidazione e chiusa in bonis, ossia senza fallimento, alla fine del 2000 con la vendita della testata alla NIE nel 2001.
+ Dal 2001 al 2014 la NIE, Nuova Iniziativa Editoriale spa, con 3 differenti proprietà di controllo nel corso dei 14 anni in cui è esistita: prima Dalai fino al 2008, poi Renato Soru fino al 2012, poi Matteo Fago fino al 2014. Nel giugno del 2014 la società viene messa in liquidazione e a luglio del 2014 viene rifiutata dall'assemblea dei soci la proposta di affitto dell'azienda di Fago per continuare le pubblicazioni e salvaguardare i posti di lavoro. A quel punto il liquidatore non ha potuto far altro che interrompere le pubblicazioni e aprire una domanda di concordato. Il concordato viene omologato nel 2015 accogliendo l'offerta di Pessina ed EYU, evitando quindi il fallimento e trasferendo la proprietà della testata e i lavoratori alla nuova società editrice, Unità srl.
+ Dal 2015 ad oggi Unità srl, di cui sono soci Pessina (80%), EYU - fondazione del PD (20%)
La questione del debito (i 125 milioni) deriva da debiti con le banche della prima Unità (quella del PCI). La legge fatta da Bersani sotto il governo Prodi (Legge 11 luglio 1998, n. 224) prevedeva che i giornali di partito potessero spostare il debito al partito di riferimento (all'epoca i DS), cosa che fece l'Unità. La legge prevedeva anche che il debito, in caso di inadempienza del debitore, era successivamente garantito dal dipartimento per l'editoria, ossia dal governo.
Quando i DS andarono in liquidazione, l'enorme patrimonio immobiliare eredità del PCI fu "blindato" in fondazioni sparse nel territorio da Sposetti. Non era quindi più possibile da parte delle Banche aggredire i DS per rientrare del debito perché ormai divenuto incapiente. Non potendo più rivalersi sui DS le banche hanno aggredito il dipartimento per l'editoria e dopo diversi anni di causa hanno avuto ragione costringendo il governo a pagare.
Quindi nessuna bancarotta ma un dirottamento del debito sullo stato grazie a norme fatte ad hoc.
2. Come correttamente riporta l'articolo del Fatto quotidiano ed erroneamente riportato nel testo, Soru non ha venduto le sue azioni ma è stato diluito, ossia ha avuto una riduzione della sua quota a seguito di aumenti di capitale che sono stati fatti dai soci entranti.
Ciao e buon lavoro!
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