Vittorio Amedeo Cignaroli: differenze tra le versioni

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A Stupinigi, realizzò dipinti raffiguranti "cacce" della corte sabauda, in totale nove tele. Lo stesso anno, dopo aver anche lavorato al [[Castello di Moncalieri]], venne nominato professore alla Reale accademia di pittura e scultura di Torino e nominato pittore di Corte dal Re di Sardegna Vittorio Amedeo III con lo stipendio di L. 300. Nel 1794 lavorò presso il [[Castello di Rivoli]] realizzando alcuni lavori per la camera di Madama Beatrice. Fu pittore di moda nella sua epoca realizzando, come il padre paesaggi "a boscherecce" idealizzati e di sapore arcadico in ossequio ai gusti della committenza dell'epoca, in prevalenza aristocratici nobili di corte e reali appartenenti alla famiglia dei Savoia. Intorno a Lui si formò una vera e propria scuola, nella quale si formò anche il figlio Angelo Antonio il quale sulla scia della fama della famiglia operò anch'esso presso la Corte dei Savoia.
 
Al seguito dei duchi del Genevese e di Moriana, realizza paesaggi della Savoia e decora i loro appartamenti. Si spegne il 17 febbraio [[1800]]. Molte sue opere andarono perse, in particolare alla Venaria e all'Eremo di Torino, altre sono disperse presso privati e gallerie d'arte, ma molte altre sono visibili presso case nobiliari come il [[Palazzo Barolo]] ed il [[palazzo Chiablese]],nel [[Museo privatoAccorsi-Ometto|Museo di Arti decorative Accorsi - Ometto]], in alcune Regge dei Savoia come la Villa d'Agliè ed al Museo Civico della Città grazie a un cospicuo dono dell'avvocato [[Ambrogio della Chà]]. All'estero alcune sue opere sono visibili nel Canton Ticino presso il Santuario della Madonna del Sasso.
 
==Bibliografia==