Quinto Sereno Sammonico: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Sammonico era "un comune uomo di lettere in un'epoca di arcaismo<ref>Per l'antiquaria, cfr. R. Marache, ''La critique littéraire de langue latine et le développement du goût archaïsant au IIe siècle de notre ère'', Rennes, Plihon, 1952.</ref> e un degno successore di [[Marco Cornelio Frontone|Frontone]] e [[Aulo Gellio]], uno la cui posizione e rango sociale è intimamente legata alla sua [[filologia|passione prevalente per la grammatica]] e alla padronanza delle antiche tradizioni".<ref>E. Champlin, ''Serenus Sammonicus'', in "Harvard Studies in Classical Philology", n. 85 (1981), p. 193.</ref> Secondo [[Macrobio]], il quale ne saccheggia l'opera per i suoi ''Saturnalia'', egli era "l'uomo erudito della sua epoca".<ref>"''vir saeculo suo doctus"'', citato da E. Champlin, ''Serenus Sammonicus'', in "Harvard Studies in Classical Philology", n. 85 (1981), p. 189.</ref> [[Servio Mario Onorato|Servio]] e [[Arnobio]]<ref>Arnobio non fa che ribadire la derivazione del toponimo ''[[Capitolium]]'' da una sua antica tomba di un certo Olus Vulcentanus, di cui venne rinvenuta la testa, come ''Caput Oli'' (annota E. Champlin, ''Serenus Sammonicus'', in "Harvard Studies in Classical Philology", n. 85 (1981), il quale conferma, a p. 194, "Un'altra caratteristica distingue Sereno Sammonico: egli è eccezionalmente sciocco".).</ref> entrambi sfruttarono la sua erudizione per i loro scopi.<ref>E. Champlin, ''Serenus Sammonicus'', in "Harvard Studies in Classical Philology", n. 85 (1981), p. 289.</ref>Sammonico possedeva un biblioteca di 60.000 volumi.<ref>Il fatto che il figlio ereditasse la sua sterminata libreria (si pensava fosse [[Gordiano II]]) si dimostrò essere una delle molte fantasiose creazioni della ''[[Historia Augusta]]''ː R. Syme, ''Emperors and Biography: Studies in the Historia Augusta'', Oxford, OUP, 1971, p. 184).</ref>
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La sua opera più citata era ''Res reconditae'', in almeno cinque libri, di cui restano soltanto citazioni frammentarie.
A noi resta un poema didattico sulla medicina, il ''Liber Medicinalis''<ref>''Quinti Sereni Liber Medicinalis'', ed. F. Vollmer, Leipzig, Teubner, 1916.</ref> (diversamente conosciuto come ''De medicina praecepta saluberrima''), probabilmente incompleto nella forma a noi pervenuta. Nei suoi
Fu un'opera molto in uso durante il
La prima edizione data alle stampe dei ''De medicina praecepta'' venne curata da Giovanni Sulpizio da Veroli, prima del 1484.<ref>Ulteriori edizioni comprendono quelle di [[Johann Christian Gottlieb Ackermann|J.G. Ackermann]] (Leipzig, 1786), ed E. Behrens, in ''Poetae Latini minores'', vol. III.</ref>
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