Buio per i bastardi di Pizzofalcone: differenze tra le versioni

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{{citazione|Buio.<br />Al culmine della notte c'è il buio.<br />Dura poco, per fortuna. Forse solo cinque minuti, il tempo di qualche respiro e un po' di terrore, quando ci si affaccia sull'abisso.|[[Maurizio De Giovanni]], ''Buio per i bastardi di Pizzofalcone''<ref name=Einaudi />}}
 
Il romanzo si svolge in un commissariato di Napoli che ha visto quattro suoi membri arrestati per traffico di droga. A seguito di questa epurazione tutto il personale è stato sostituito, ad eccezione di due persone, Giorgio Pisanelli, sostituto commissario e del vicesovrintendente, Ottavia Calabrese. Il nuovo gruppo ora è costituito da vari elementi considerati "problematici", trasferiti a Pizzofalcone per motivi disciplinari o perché ritenuti poco affidabili. Sorprendentemente, grazie al paziente lavoro di del commissario Palma, impegnato a ridare credibilità al commissariato e fiducia ai suoi sottoposti, anche casi più difficili iniziano a essere risolti grazie a un efficiente lavoro di squadra.<ref name=Einaudi />
 
Edoardo Cerchia, soprannominato Dodo, di dieci anni, viene rapito durante una gita scolastica in un museo. L'unica telecamera funzionante registra il bambino che si allontana volontariamente con una giovane donna di cui non si vede il volto. Dodo è figlio di divorziati, Eva Borrelli e Alberto Cerchia, quest'ultimo imprenditore al Nord Italia. il nonno del bambino è Edoardo Borrelli, ricchissimo e anziano ex imprenditore edile, in odore di frequentazioni malavitose. Contemporaneamente si verifica uno strano furto nell'appartamento della famiglia Parascandolo. La cassaforte è stata forzata mentre sono stati ignorati i gioielli e il denaro contenuto nei cassetti. Circa l'entità del bottino, i Parascandolo risultano stranamente evasivi, attirando su di loro i sospetti della polizia.<ref name=Einaudi />