Cena in Emmaus (Caravaggio Milano): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 79.40.28.28 (discussione), riportata alla versione precedente di 95.246.199.147
aggiunta iconografia, modificato e aggiunto note
Riga 18:
Raffigura l'episodio del [[Vangelo di Luca]] (Lc 24,13-35).
 
Fu realizzato da Caravaggio a [[Palestrina]] o a [[Zagarolo]], feudi dei suoi protettori Colonna, subito dopo essere scappato da Roma per l'assassinio di Ranuccio Tommasoni. Come racconta il suo biografo, Bellori, fu commissionata dal marchese Patrizi; si trattava quindi di un'opera destinata alla devozione privata.<ref>1. Giovan Pietro Bellori, ''Le vite de' Pittori, Scultori et Architetti moderni'', Roma 1672, ed 1976. Il dipinto risulta nell'inventario del marchese Patrizi : " Un altro quadro grande di una Cena quando cognoverunt euum in fractione panis di mano del Caravaggio con cornice tocca d'oro. Scudi 300", Il passo dell'Inventario del 27 febbraio 1624 in Maurizio Marini, Caravaggio pictor praestantissimus, Roma, Newton Compton, 2005, p. 505, n. 74.</ref> PervenneIdentificato nella Collezione dei marchesi Patrizi nel 1912, pervenne a Brera , nel 1939, donato dall'Associazione "Amici di Brera"<ref>2. Maurizio Marini, Ibidem</ref>.
 
== Descrizione e stile ==
Riga 26:
 
Con quest'opera, Caravaggio inaugura quello che sarà l'ultimo periodo della sua vita, caratterizzato dalla notevole riduzione dei personaggi che sembrano quasi ritirarsi a favore dello spazio, e dalla progressiva drammatizzazione della luce, non più potente come negli anni romani, ma più scura, o tragicamente guizzante.
 
== Iconografia ==
Secondo Maurizio Marini potrebbe essere la prima opera dipinta dopo la fuga da Roma, da mettere in rapporto con l'<nowiki/>''Ecce Homo'' di Genova ed in particolare con ''La morte dell''a ''Vergine''<ref>4. Maurizio Marini, Op. cit., p. 505</ref>. Bernard Berenson richiama la ''Cena in Emmaus d''i Moretto da Brescia nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia già appartenuta all'Ospedale Maggiore e alla chiesa di San Luca. Roberto Longhi scrive che l'opera ha uno stile"rapido e sprezzato", mentre il boccale a destra sul tavolo, sembra essere nei modi del maestro olandese Franz Hals<ref>Roberto Longhi, Caravaggio a c. Giovanni Previtali, Roma, Editori Riuniti, 1982, p. 159.</ref> . Alfred Moir precisa come le varianti di colore e composizione rispetto alla precedente versione di Londra, indichino " una mutata concezione del soggetto", le figure risultano di fatto più piccole rispetto alle dimensioni della tela, mentre le mani " formano un ponte tra il nostro spazio e quello del dipinto, ma i personaggi non balzano fuori della tela" Vi è quindi un aumento del pathos che è nelle figure dolenti della ''Morte della Vergine'' e nel maggiore coinvolgimento psichico dell'''Ecce Homo''"<ref>6. Alfred Moir, ''Caravaggio'', New York, 1982, traduzione dei brani in Maurizio Marini, Op. cit., p. 507.</ref> . Rodolfo Papa facendo riferimento ad una supposta etimologia del nome Luca, " che si eleva", " che si alza", come spiegato nella ''Legenda Aurea'' di Jacopo da Varazze, identifica il personaggio di destra, che ha le braccia puntate sul tavolo, in quello " che si alza",( passando dall'amore per gli uomini in terra, per quello di Dio in cielo ) in San Luca; questa identificazione può essere resa possibile anche dal fatto che Gregorio nei ''Moralia in Job,'' afferma che il compagno di Cleofa ( il personaggio presente a sinistra ) nella strada per Emmaus era S. Luca<ref>7. San Luca a cena con Cristo risorto</ref>''.'' Lo stesso studioso afferma che Caravaggio avrebbe ripreso la figura dell'oste, presente in entrambe le versioni, dalla Cena in Emmaus di Tiziano, del 1540, iconservata a Londra<ref>8 Rodolfo Papa, Op. cit</ref>. Mia Cinotti rileva come la figura della vecchia serva a destra sia della stessa modella che ha posato per la serva della ''S. Anna dei Palafrenieri'' della Galleria Borghese<ref>9. Mia Cinotti, Caravaggio</ref>. Rispetto alla prima versione notiamo il fondo alle spalle del Cristo completamente scuro, di un nero bituminoso; l'oste che nella prima versione era a sinistra, qui è a destra ed è l'ombra di Cristo che si proietta sul suo abito. Accanto all'oste è aggiunto un secondo personaggio popolare, la serva. L'oste guarda perplesso la mano di Cristo senza comprendere il gesto, la serva, invece distoglie lo sguardo, come se non fosse interessata.
 
== Note ==
1, Sui documenti relativi al dipinto, cfr. Maurizio Marini, ''Caravaggio pictor praestantissimus'', Roma, Newton Compton, 2005, p. 504, n. 74. L'inventario della raccolta Patrizi riporta al 27 febbraio 1624: " ''Nella Galleria...Un altro quadro grande di una Cena q[uando] cognoverunt eum in fractione panis di mano del Caravaggio con cornice tocca d'oro scu''di ''trecento"'' ( Archivio Storico Capitolino, n. 592 )
{{references}}
 
2. Maurizio Marini, Ibidem
 
3. Mina Gregori, ''Caravaggi''o, Milano, Electa, 1993, p. 152
 
4. Maurizio Marini, Op. cit., p. 505
 
5. Roberto Longhi, ''Cara''vaggio, a cura di Giovanni Previtali, Roma, Editori Riuniti, 1982, p.159
 
6. Alfred Moir, ''Caravaggio'', New York, 1982, traduzione italiana dei brani in Maurizio Marini, Op. cit., p. 507.
 
7. Rodolfo Papa, ''San Luca a cena con Cristo risorto,'' in https: /it.zenit.org. 5 maggio 2014
 
8. Ibidem
 
9.Mia Cinotti, ''Caravaggio'', Bergamo, 1991, p. 134
 
== Bibliografia ==
Riga 34 ⟶ 53:
*Francesca Marini (a cura di), ''Caravaggio'', Milano, Skira, 2003.
*''Pinacoteca di Brera'', a cura di Carlo Ludovico Ragghianti, Arnoldo Mondadori, Milano, 1970
*Mia Cinotti, Caravaggio, Bergamo, 1991
*Rodolfo Papa, San Luca a cena con Cristo risorto, in https://it.zenit.org/5/maggio/2014
*Alfred Moir, Caravaggio, New York, 1982
*Maurizio Marini, ''Caravaggio pictor praestantissimus'', Roma, Newton compton, 2005
 
==Voci correlate==