Søren Kierkegaard: differenze tra le versioni

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Poiché la fede è irrazionale, Kierkegaard critica la concezione hegeliane o quella propria anche della chiesa luterana moderna, che cercano di conciliare ragione e fede. Secondo Kierkegaard, la teologia scientifica pretende infatti di spiegare l'inesplicabile. Inoltre, Kierkegaard criticò la chiesa danese che insisteva sull'osservanza delle regole esteriori. A suo giudizio, la vera religione è quella fondata sul rapporto diretto e interiore fra uomo e Dio.
 
La paradossalità della fede, la rinuncia all'uso dell'analisi razionale, qualificano la filosofia di Kierkegaard come irrazionalista, e ad essa guarderanno con interesse diverse tendenze del pensiero del Novecento, come, per esempio, l’[[Esistenzialismo]]. L’Esistenzialismo è un movimento filosofico che si affermerà in [[Europa]], e precisamente prima in Francia e in Germania e poi anche negli altri paesi, nel periodo compreso fra le due guerre mondiali e negli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra, e che si fonda sull’analisi dell’esistenza umana (appunto già affrontata da Kierkegaard). L'opposizione principale tra l'idealismo e l'esistenzialismo è che mentre il primo pone l'essenza prima dell'esistenza, il secondo pone l'esistenza per prima, e l'essenza a seguitodopo. Ne segueNascerà un vero e proprio scontro che vedrà in Italia, per esempio, vincitori due idealisti molto diversi: Giovanni Gentile e Benedetto Croce.
 
Dunque, al termine della sua analisi, Kierkegaard è arrivato alla conclusione che le caratteristiche fondamentali dell’esistenza umana sono tre: l’[[angoscia]], che domina il rapporto fra l’uomo e il mondo; la [[disperazione]], che domina il rapporto dell’uomo con sé stesso, e il [[paradosso]], che domina il rapporto dell’uomo con Dio.