Storia dell'impero bizantino: differenze tra le versioni

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[[File:Greekfire-madridskylitzes1.jpg|left|thumb|Il fuoco greco fu usato per la prima volta dalla marina bizantina durante le [[guerre arabo-bizantine]] (da [[Madrid Skylitzes]], [[Biblioteca Nacional de España]], [[Madrid]]).]]
 
Il ritiro di enormi quantità di truppe dai Balcani, per combattere i persiani e poi gli arabi nella zona orientale, aprì la porta ad una graduale espansione verso sud dei [[slavi|popoli slavi]], e, come in Anatolia, molte città si ridussero a piccoli insediamenti fortificati.<ref>Haldon (1997), 43–45, 66, 114–115</ref> Negli anni 670 i [[Bulgari]] vennero spinti a sud del Danubio dall'arrivo dei [[Kazaki]], e nel 680 le forze bizantine, che erano state inviate a disperdere questi nuovi insediamenti, vennero sconfitte. L'anno dopo, [[Costantino IV]] firmò un trattato con il khan bulgaro [[Asparuh]] e il [[Primo Impero bulgaro|nuovo Stato bulgaro]] assunse la sovranità su alcune tribù slave che in passato, almeno nominalmente, avevano riconosciuto l'autorità dell'Impero bizantino.<ref>Haldon (1997), 66–67</ref> Nel 687–688, l'imperatore [[Giustiniano II RinotmenoRinotmeto|Giustiniano II]] guidò una spedizione contro gli Slavi e i Bulgari che ottenne risultati significativi, anche se il fatto che dovette farsi strada in [[Tracia]] e [[Macedonia (regione storica) | Macedonia]] dimostra quanto era decaduto il potere bizantino nel nord dei Balcani.<ref>Haldon (1997), 71</ref>
 
L'unica città bizantina che è rimasta relativamente inalterata, nonostante un calo significativo della popolazione e almeno due focolai di peste, era Costantinopoli.<ref>Haldon (1997), 115–116</ref> Tuttavia, la capitale imperiale fu caratterizzata da una serie di conflitti, sia politici che religiosi. [[Costante II]] proseguì la politica monotelita del nonno, Eraclio, incontrando una notevole opposizione da parte dei laici e del clero. Gli oppositori più accesi, [[Massimo il Confessore]] e [[papa Martino I]] vennero arrestati, portati a Costantinopoli, torturati ed esiliati.<ref>Haldon (1997), 56–59</ref> Constante sembra fosse diventato immensamente impopolare nella capitale e trasferì la propria residenza a [[Siracusa]], dove venne ucciso da un membro della sua corte.<ref>Haldon (1997), 59–61</ref> Il [[senato bizantino|Senato]] visse una rinascita della sua importanza, nel VII secolo, e si scontrò con gli imperatori in numerose occasioni.<ref>Haldon (1997), 53, 61, 68–69, 74</ref> L'ultimo imperatore della dinastia eraclite, Giustiniano II, tentò di spezzare il potere dell'aristocrazia urbana attraverso la tassazione severa e la nomina di "esterni" ai posti amministrativi. Egli fu cacciato dal potere nel 695, e si rifugiò prima presso i Cazari e poi presso i Bulgari. Nel 705 tornò a Costantinopoli con gli eserciti del Khan bulgaro [[Tervel di Bulgaria | Tervel]], riconquistò il trono e istituì un regime di terrore contro i suoi nemici. Con la sua caduta finale, nel 711, ad opera, ancora una volta, della nobiltà urbana, la dinastia Eraclite si concluse.<ref>Haldon (1997), 70–78, 169–171<br />* Haldon (2004), 216–217<br />* Kountoura-Galake (1996), 62–75</ref>