Storia della bandiera d'Italia: differenze tra le versioni
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{{Citazione|Vous y trouverez l'organisation de la légion lombarde: les couleurs nationales qu'ils ont adoptées sont le ''vert'', le ''blanc'' et le ''rouge''|Napoleone, 11 ottobre 1796<ref>{{cita libro| nome= Napoleone| cognome= Bonaparte| titolo= Correspondance inedite officielle et confidentielle de Napoleon Bonaparte avec les cours etrangeres, les princes, les ministres et les generaux français et etrangers, en Italie, en Allemagne et en Egypte| anno= 1819| editore= C. L. F. Panckoucke| città=Parigi|volume =II|url=https://books.google.it/books?id=f0opIbD8YrIC&pg=PA95&lpg=PA95|p=95}}</ref>}}
A tal proposito, uno dei patrioti milanesi filonapoleonici, l'avvocato Giovanni Battista Sacco, dichiarò<ref name="Cita|Villa|p. 10">{{Cita|Villa|p. 10}}.</ref>:
{{citazione|[...] Già il tricolore vessillo che da gran tempo ci lusinga di renderci liberi soggiace a riforma: il color nostro nazionale vi ha parte e in certo modo ci si assicura che presso è a spuntare l'aurora apportatrice della nostra rigenerazione [...]|Giovanni Battista Sacco}}
Il fatto che questa decisione sia passata praticamente inosservata si deve al fatto che la bandiera scelta per la Legione Lombarda (e per quella Italiana) era ancora solamente un vessillo militare a cui non venne data particolare importanza, mentre la comunicazione di Bonaparte al Direttorio riflette invece la nuova sensibilità dei francesi a questo riguardo, e quindi il nuovo significato attribuito ai simboli nella Francia rivoluzionaria; per gli enti italiani che accolgono la "proposta" di Napoleone i nuovi colori (presenti sulla divisa e sulla bandiera) serviranno solo a distinguere sul campo di battaglia le truppe italiane da quelle dei loro alleati, senza che abbiano un significato politico o "nazionale". Questa affermazione, oltre ad essere confermata da un canto popolare dell'epoca, e corroborata da altre prove; ad esempio a [[Modena]] la bandiera che ornava l'[[albero della libertà]] continuò ad essere, per molti mesi dopo il provvedimento che adottava il vessillo con il verde, quella francese, e ciò si verificò anche a [[Bologna]] e a [[Cento (Italia)|Cento]],<ref>{{Cita|Fiorini|p. 695}}</ref> inoltre anche la Guardia nazionale milanese, nata della trasformazione dell'antica ''[[Milizia cittadina (Milano)|milizia cittadina]]'' e riorganizzata il 2 novembre [[1796]], ricevette come propria bandiera il 20 novembre il tricolore francese e non quello ''lombardo'' consegnato alla Legione lombarda quattordici giorni prima.<ref>{{Cita|Fiorini|p. 697}}</ref> Il fatto che questa bandiera fosse proprio il tricolore francese è confermato da svariate fonti tra cui il ''Corriere Milanese'' del 21 che riporta:<ref>{{Cita|Fiorini|p. 608}}</ref>
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La bandiera della Guardia nazionale milanese rimase tale fino alla fine di gennaio 1797 quando, per ordine di Napoleone, fu stabilito che doveva «portare i ''tre colori italiani verde, bianco e rosso''»; disposizione riportata anche nel nuovo ''Piano di organizzazione della guardia nazionale cisalpina'' in cui veniva ben specificato che: «Ciascun battaglione avrà una bandiera con ''tre colori nazionali […]''; allo stesso modo si svolsero le cose nella vicina Modena.<ref>{{Cita|Fiorini|pp. 698-9}}</ref>
In ogni caso si tratta ancora di una bandiera "militare" e non "nazionale" o "di Stato", ma perché vennero scelti proprio questi il verde, il bianco e il rosso e non altri? Si deve notare che tutte le repubbliche instaurate in Italia dai francesi portarono un tricolore ad imitazione di questi ultimi; la preferenza per il bianco e il rosso dell'amministrazione milanese discende dal fatto che questi colori erano (e sono) presenti nella bandiera di
{{Citazione|Consiste in una sopraveste di color verde con colletto e paramani bianchi, sottoveste e calzoni bianchi, spallette d'oro, fiocchi al capello, portaspada con pendone verde ed oro, sciarpa simile.<ref>{{Cita|Fiorini|p. 701}}</ref>}}
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Il Bonfanti fu uno dei pochi ufficiali a passare dalla Milizia, dove era capitano di uno dei Terzi, alla Guardia nazionale.
Il debutto del tricolore, a cui è legata la prima approvazione ufficiale della bandiera italiana da parte delle autorità, fu quindi come insegna militare della Legione Lombarda e non ancora come bandiera nazionale di uno Stato<ref>{{Cita|Tarozzi|pp. 67-68}}.</ref>. Il 6 novembre 1796 la prima [[coorte]] della Legione Lombarda ricevette il proprio vessillo tricolore nel corso di una solenne cerimonia alle ore cinque pomeridiane in [[Piazza del Duomo (Milano)|piazza del Duomo]] a [[Milano]]<ref name="Cita|Tarozzi|p. 67"/><ref name="Cita|Busico|p. 11"/><ref name="Cita|Villa|p. 11">{{Cita|Villa|p. 11}}.</ref>. La bandiera si presentava divisa in tre fasce verticali; riportava inoltre la scritta "Legione Lombarda" e il numero di coorte, mentre al centro era presente una corona di quercia che racchiudeva un [[berretto frigio]] e una [[Squadra e compasso|squadra massonica]] con pendolo<ref name=Vecchio42 />.
Bandiere della stessa foggia furono assegnate anche alle altre cinque coorti costituite<ref name=Bovio19 />. Tutti e sei i vessilli sono ancora esistenti: cinque esposti all'Hures Museum di [[Vienna]] e uno al [[musée de l'Armée]] di [[Parigi]]<ref name="Cita|Busico|p. 11"/>. Una bandiera della Legione Lombarda consegnata solo successivamente alla coorte dei cacciatori a cavallo, risalente al 1797, è conservata al [[Museo del Risorgimento (Milano)|museo del Risorgimento di Milano]]<ref name="Cita|Busico|p. 11"/>.
Con il susseguirsi delle vittorie militari di Napoleone e la conseguente nascita delle repubbliche favorevoli agli ideali rivoluzionari, in molte città italiane si assunsero, sugli stendardi militari, il rosso, il bianco e il verde quali simbolo di innovazione sociale e politica<ref name="Cita|Maiorino|p. 156"/>.
== La bandiera militare della Legione Italiana ==
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