Vincenzo Scamozzi: differenze tra le versioni
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Scamozzi fu al contrario un vero protagonista dell'architettura del suo tempo ed un architetto eccezionalmente erudito. Interpretando senza dubbio la lezione del Palladio, sviluppò un proprio linguaggio, meno scenografico ed improntato volutamente ad un maggiore rigore (ad es. attraverso lo schiacciamento delle [[lesana|lesene]] in facciata) ed assai apprezzato nel suo tempo.
Scamozzi si trasferì a Venezia, senza però riuscire a sostituire il Palladio, in quanto la fama di Andrea era ormai arrivata in tutte le corti d'Europa, e dopo la sua scomparsa,
La potenza della Serenissima era decaduta, a favore delle nuove potenze reali, con commerci navali allargate non solo al Mare Nostrum, come Venezia invece fù costretta, anche per la Guerra di Cambrais, che la vedeva opposta alle altre, da sola.}}
== L'eredità scamozziana ==
[[File:San Lorenzo Scamozzi-1.jpg|thumb|Monumento a Vincenzo Scamozzi nella [[Chiesa di San Lorenzo (Vicenza)]]]]
Vincenzo Scamozzi, che non si era mai sposato e non lasciava figli viventi, nel suo testamento istituì un lascito per permettere agli studenti privi di mezzi di studiare l'architettura, all'unica condizione che essi prendessero il suo cognome, quali "eredi ideali".
Grazie alle sue opere ma soprattutto al suo trattato ''L'idea dell'architettura universale'', pubblicato a Venezia nel [[1615]], Scamozzi influenzò la formazione degli architetti europei, in particolare i continuatori del [[palladianesimo]] come [[Richard Boyle, III conte di Burlington]]. La storia editoriale del trattato è una storia sfortunata, con successive riduzioni sino alla pubblicazione, a spese dell'autore, di sei volumi sui dieci previsti. Tuttavia ad essa corrisponde una straordinaria fortuna successiva,<ref>[http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Auteur/Scamozzi.asp Architectura - Les livres d'Architecture]</ref> tradotto in numerose lingue, in particolar modo nei [[Paesi Bassi]], dove il trattato viene ristampato più volte, anche aggiungendo materiali originali non presenti nell'edizione del 1615. Allo stesso tempo gli architetti dell'Europa settentrionale guardano a Scamozzi come a un modello, almeno quanto a Palladio.<ref name="mostra" />
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