Vincenzo Scamozzi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 57:
Scamozzi fu al contrario un vero protagonista dell'architettura del suo tempo ed un architetto eccezionalmente erudito. Interpretando senza dubbio la lezione del Palladio, sviluppò un proprio linguaggio, meno scenografico ed improntato volutamente ad un maggiore rigore (ad es. attraverso lo schiacciamento delle [[lesana|lesene]] in facciata) ed assai apprezzato nel suo tempo.
 
Scamozzi si trasferì a Venezia, senza però riuscire a sostituire il Palladio, in quanto la fama di Andrea era ormai arrivata in tutte le corti d'Europa, e dopo la sua scomparsa, nelprese il ruolo di architetto della [[Repubblica di Venezia|Serenissima]]. Gli studi a Roma gli consentirono di accreditarsi presso l'élite veneziana che aveva sostenuto Palladio (in particolare presso [[Marcantonio Barbaro]])<ref name="mostra" /> {{Citazione necessaria|ma suoi lavori per i Veneziani, pur numerosi, sarebbero stati contrassegnati da numerose difficoltà e incomprensioni. Un'epoca stava tramontando e Venezia si avviava ormai alla propria fulgida decadenza.
La potenza della Serenissima era decaduta, a favore delle nuove potenze reali, con commerci navali allargate non solo al Mare Nostrum, come Venezia invece fù costretta, anche per la Guerra di Cambrais, che la vedeva opposta alle altre, da sola.}}
}}
 
== L'eredità scamozziana ==
[[File:San Lorenzo Scamozzi-1.jpg|thumb|Monumento a Vincenzo Scamozzi nella [[Chiesa di San Lorenzo (Vicenza)]]]]
 
Vincenzo Scamozzi, che non si era mai sposato e non lasciava figli viventi, nel suo testamento istituì un lascito per permettere agli studenti privi di mezzi di studiare l'architettura, all'unica condizione che essi prendessero il suo cognome, quali "eredi ideali". QuasiIl duepiù secoliillustre dopo,di questi fù [[Ottavio Bertotti Scamozzi]] che poté divenire anche grazie a questa illuminata eredità un importante studioso e architetto del suo tempo, attorno alla metà del 1700. Egli in un altro tempo di nuove idee e nuovi orizzonti dell'arte europea, fece crescere ulteriormente il concetto di architettura, applicato alla nuova moda : i Tour degli europei del freddo nord, in Italia, con i viaggi d'arte e paesaggio, scrivendo : Il Forestiere Istruito. Questi nuovi interpreti della conoscenza architettonica erano ben consci che l'Italia era la culla dell'Arte, partendo dai millenari reperti romani ancora ben presenti e decentemente conservati e da riscoprire, progettati da intelligenti architetti imperiali. Infatti, dal Palladio in poi, ci fù la gara a copiare ed utilizzare queste conoscenze immense, applicandole al nuovo da costruire.
 
Grazie alle sue opere ma soprattutto al suo trattato ''L'idea dell'architettura universale'', pubblicato a Venezia nel [[1615]], Scamozzi influenzò la formazione degli architetti europei, in particolare i continuatori del [[palladianesimo]] come [[Richard Boyle, III conte di Burlington]]. La storia editoriale del trattato è una storia sfortunata, con successive riduzioni sino alla pubblicazione, a spese dell'autore, di sei volumi sui dieci previsti. Tuttavia ad essa corrisponde una straordinaria fortuna successiva,<ref>[http://architectura.cesr.univ-tours.fr/Traite/Auteur/Scamozzi.asp Architectura - Les livres d'Architecture]</ref> tradotto in numerose lingue, in particolar modo nei [[Paesi Bassi]], dove il trattato viene ristampato più volte, anche aggiungendo materiali originali non presenti nell'edizione del 1615. Allo stesso tempo gli architetti dell'Europa settentrionale guardano a Scamozzi come a un modello, almeno quanto a Palladio.<ref name="mostra" />