Distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir: differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Tipo=Battaglia
|Nome del conflitto=Distruzione della Flotta francese a Mers-el-KebirKébir
|Parte_di=della [[seconda guerra mondiale]]
|Immagine=Orano.JPG
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{{Campagnabox Mediterraneo 1940-1942}}
 
La '''Distruzione della Flotta francese a [[Mers-el-KebirKébir]]''' ([[nome in codice]] '''''operazione Catapult''''') si riferisce a una [[operazione navale]] fra le più controverse e criticate della ''[[Royal Navy]]'' nel corso della [[seconda guerra mondiale]].
 
== Antefatti dell'operazione ==
La [[resa (guerra)|resa]] della [[Francia]] il 23 giugno [[1940]] aveva aperto un problema estremamente scottante, e di grande interesse per tutti i belligeranti. Se l'esercito e l'aviazione francesi erano stati duramente sconfitti ed erano in procinto di essere fortemente ridimensionati in attuazione delle clausole armistiziali, la [[flotta]] francese era pressoché intatta, avendo subito poche perdite fino a quel momento.
 
Si trattava della quarta flotta da guerra del mondo, assieme a quella italiana. Al momento dell'[[armistizio]] la ''[[Marine Nationale'']] disponeva di una [[portaerei]], 6sei [[corazzata|corazzate]] (anche se 3tre di esse erano in porti controllati dalla [[Gran Bretagna]]) e 2due [[incrociatore|incrociatori]] da battaglia, 7sette incrociatori pesanti, 12dodici incrociatori leggeri, numerosi [[cacciatorpediniere]] e altre unità minori. Comprensibile era la preoccupazione del governo britannico per la sorte delle navi francesi.
 
Il timore era già riscontrabile nella risposta del 16 giugno di [[Winston Churchill]] alla richiesta del presidente del consiglio francese [[Paul Reynaud]] di cominciare dei sondaggi per una [[Trattato di pace)|pace]] separata: «a condizione, ed esclusivamente a condizione che la flotta francese parta per i [[Porto|porti]] britannici durante i negoziati, il governo di Sua Maestà dà pieno consenso a un sondaggio [presso il governo tedesco, ''n.d.r.''] del Governo Francese per accertare i termini di un armistizio per la Francia»<ref>Winston Churchill, ''The Second World War'', 3° volume ''The Fall of France'', pag. 184</ref>
 
La prospettiva di una [[cattura (guerra)|cattura]] della flotta da parte delle [[potenze dell'Asse]] si fece concreta quando venne reso noto l'articolo 8 dei termini armistiziali, così come proposto dai tedeschi: tutte le navi francesi sarebbero dovute rientrare immediatamente nelle [[acque territoriali]], e la flotta doveva essere smobilitata e messa in [[disarmo]] sotto il controllo tedesco o italiano. Sarebbero rimaste in servizio le unità necessarie per la difesa dell'[[impero coloniale]]. I francesi riuscirono a ottenere la modifica di queste dure condizioni, e il risultato fu che le condizioni armistiziali vennero ratificate il 30 giugno a [[Wiesbaden]], e prevedevano che la flotta francese sarebbe stata messa in disarmo in porti francesi al di fuori della zona occupata.<ref>Malcolm G. Saunders, Operazione Catapult, su Storia della seconda guerra mondiale, Rizzoli 1967; pagina 359</ref>
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== Londra non si fida ==
Quando le sorti della [[Campagna di Francia]] sembrarono decise a favore dei tedeschi, il [[comandante in capo della flotta]] francese, l'Ammiraglioammiraglio [[François Darlan]], scrisse il 20 giugno 1940 al suo [[Capocapo di Stato Maggiore]], Ammiraglioammiraglio [[Maurice Athanase Le Luc]], un messaggio riservato con il quale diceva: "Nel caso gli avvenimenti militari conducessero a un armistizio nel quale le condizioni fossero imposte dai tedeschi, e se queste condizioni comportassero la resa della flotta, io non ho intenzione di eseguire quest'ordine". Sembra anche che lo stesso Darlan avesse aggiunto una postilla al messaggio nella quale si affermava che, in caso fosse giunto un ordine diverso da quanto stabilito in precedenza, avrebbe voluto dire che lui non era più padrone delle sue azioni e i comandanti delle navi dovevano agire autonomamente, se necessario ricorrendo all'[[autoaffondamento]]. La determinazione del comandante francese era netta. Tra il 14 e il 16 giugno vi furono frenetiche consultazioni ad alto livello tra francesi e inglesi. Tra pareri altalenanti, i francesi vennero informati che l'armistizio sarebbe stato accettato da parte inglese a patto che la flotta riparasse in porti controllati da parte britannica.
 
Dopo che il primo ministro, Maresciallo Pétain, lo ebbe nominato Ministro della Marina, il 24 giugno l'Ammiraglioammiraglio Darlan inviò ai suoi comandanti un nuovo [[messaggio cifrato]]:
"Approfitto delle ultime comunicazioni che posso trasmettere in cifra, per farvi conoscere il mio pensiero a questo proposito:
* Le navi da guerra smobilitate debbono restare francesi, con [[bandiera]] francese, [[equipaggio]] ridotto francese, soggiorno in porto francese metropolitano o coloniale.
* Segrete precauzioni debbono essere prese perché il nemico o lo straniero impadronendosi di una nave con la forza non se ne possa servire.
* Se la commissione di armistizio, incaricata di interpretare i testi, decidesse altrimenti che nel primo paragrafo, al momento dell'esecuzione della nuova decisione, le navi da guerra, secondo un nuovo ordine, saranno condotte negli [[Stati Uniti]] oppure [[Sabotaggio|sabotate]], se non si potesse fare altrimenti per sottrarle al nemico. Le navi rifugiatesi all'estero non dovranno essere impiegate in operazioni di guerra contro la Germania e l'Italia senza un ordine del comandante in capo delle forze marittime francesi. Xavier-377" (Xavier-377 era il nome in codice dell'Ammiraglio Darlan).
 
Questo messaggio venne [[Intercettazione|intercettato]] e [[Decrittazione|decrittato]] dall'"[[intelligence]] britannica" quello stesso giorno. La Royal Navy cominciò immediatamente a predisporre misure cautelative atte a impedire che le navi francesi potessero cadere sotto il controllo dei tedeschi e degli italiani. Nessuna misura cautelativa francese avrebbe potuto distogliere il governo britannico dal convincimento che, nel caso i tedeschi avessero tentato con un [[colpo di mano]] di impadronirsi della flotta francese, avrebbero ottenuto delle navi con cui rendere insostenibile la situazione britannica nel [[Mediterraneo]], e forse anche nell'[[Atlantico]].
 
Il 28 giugno il [[vice ammiraglio]] sir [[James Fownes Somerville]] assunse il comando di una potente [[squadra navale]], la ''[[Forza H]]'', composta dall'incrociatore da battaglia ''[[HMS Hood (51)|Hood]]'', dalle navi da battaglia ''[[HMS Resolution (1915)|Resolution]]'' e ''[[HMS Valiant (1914)|Valiant]]'', dalla portaerei ''[[HMS Ark Royal (91)|Ark Royal]]'', da due incrociatori e undici cacciatorpediniere.
 
Questa forza navale si sarebbe insediata a [[Gibilterra]], con la possibilità di intervenire nell'Atlantico e contemporaneamente nel [[mediterraneo occidentale]], in cui il vuoto lasciato dai francesi lasciava la [[marinaRegia italiana]Marina] padrona della situazione. Il primo di luglio Somerville ricevette l'ordine di risolvere la situazione delle navi francesi ancorate a Mers El Kebir. Gli ordini in merito davano all'ammiraglio britannico un compito ingrato: avrebbe dovuto porre ai comandanti francesi queste tre possibilità:
* lasciare il porto e seguire le navi inglesi fino in [[Gran Bretagna]] per continuare la lotta al fianco della medesima (fomentando di fatto un [[ammutinamento]] nei confronti del [[Regime di Vichy|governo francese di Pétain]], visto che in quel momento [[Charles de Gaulle]] muoveva ancora i suoi primi passi di politico)
* lasciare il porto con equipaggi ridotti seguendo la flotta inglese fino in Gran Bretagna, ove i marinai francesi avrebbero potuto scegliere se essere rimpatriati o [[Arruolamento|arruolarsi]] nell'esercito di liberazione anti-tedesco;
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L'ammiraglio Somerville era contrario e riluttante a un'azione di forza contro una marina che fino a pochi giorni prima era [[alleanza|alleata]] della marina di Sua Maestà<ref>{{cita web | url = http://militaryhistory.about.com/od/worldwari1/p/operation-catapult.htm | titolo = Mers el Kebir su militaryhistory.com | accesso = 8 giugno 2011}}</ref>, e che si era battuta con coraggio e perizia contro i tedeschi e gli italiani (da ricordare l'ottimo comportamento delle unità navali francesi durante la campagna di Norvegia, il loro supporto all'[[Operazione Dynamo]] e il riuscito [[Bombardamento navale di Genova (1940)|bombardamento delle coste liguri da parte di alcuni incrociatori francesi]], dopo l'attacco italiano a una Francia in pratica già sconfitta dai tedeschi).<ref>In realtà questa fu l'unica azione di rilievo della marina francese contro l'Italia, poiché dopo di essa l'ammiraglio [[François Darlan]], che era anche Ministro della Marina, dispose che nessun'altra operazione contro gli italiani avrebbe dovuto essere compiuta dalla marina francese. (William Shirer, ''Storia del Terzo Reich'', nota a pag.803)</ref> Una serie di alternative come quelle che sarebbero state proposte ai francesi non avrebbe dato loro altra scelta se non quella di resistere. Cionondimeno Somerville dovette eseguire gli ordini e, poco prima del tramonto del 2 luglio, le navi della Forza H uscirono dalla base di Gibilterra, sfilando sotto le finestre del [[Consolato (diplomazia)|consolato]] francese di [[Algesiras]], per dar corso alla propria missione.
 
Alle prime luci del 3 luglio l'Ammiraglioammiraglio Gensoul, imbarcato sulla ''[[Dunkerque (incrociatore da battaglia)|Dunkerque]]'' venne informato che la squadra britannica era apparsa davanti al promontorio della base navale di [[Mers-el-KebirKébir]]. All'apparire all'orizzonte della squadra inglese la posizione in porto delle quattro navi da battaglia francesi era delle più infelici. Le unità maggiori erano [[Ormeggio|ormeggiate]] "di punta" al [[molo]] di levante, con la [[poppa]] collegata alla banchina e la [[prora]] a mare assicurata ai cosiddetti [[Corpo morto (nautica)|corpi morti]] in catena. Esse erano affiancate e tutte perpendicolari alla banchina a una distanza di circa 120 metri una dall'altra, con le torri prodiere puntate verso il mare) e quelle poppiere a ridosso della diga, offrendo la [[fiancata]] destra al tiro inglese e ostacolandosi a vicenda nel rispondere al fuoco. I sei cacciatorpediniere erano attraccati alle [[boa (nautica)|boe]] nella zona settentrionale della [[rada (nautica)|rada]], con le prore rivolte verso l'uscita. Le [[Caldaia|caldaie]] di tutte le navi, e in special modo delle corazzate, erano spente, mentre un quarto degli equipaggi si trovava a terra.
 
Il comandante britannico ordinò al [[capitano di vascello]] [[Cedric Holland]], comandante della portaerei [[HMS Ark Royal (91)|''Ark Royal'']] ed ex [[addetto navale]] a Parigi tra il 1937 e il 1939, di entrare in porto a bordo del cacciatorpediniere [[HMS Foxhound|''Foxhound'']], per consegnare al comandante francese la lettera con cui Somerville spiegava in dettaglio i dettami dell'[[ultimatum]] inglese. Infatti, prima ancora che l'HMS Foxhound arrivasse davanti all'imboccatura del porto, Gensoul aveva già ricevuto un [[messaggio radio]] da parte di Somerville, che gli intimava, senza mezzi termini, di unirsi alle navi inglesi per continuare a combattere contro i tedeschi o autoaffondarsi, sottolineando nel contempo di non effettuare alcuna [[manovra (nautica)|manovra]] di sorta o tentativi di reazione, in quanto questi rilevabili dai [[ricognitore|ricognitori]] dell'<nowiki/>''Ark Royal'' apparsi nel cielo di Mers-el-KebirKébir e Orano. Ogni tentativo di reazione avrebbe comportato l'immediata apertura del fuoco da parte delle unità britanniche. L'unità inglese entrò in porto alle 7:24 e fu raggiunta da una vedetta portuale con a bordo il Ten.tenente Vasc.di vascello Dufay, aiutante di Gensoul.
 
L'ammiraglio francese incominciò subito a reagire con energia alla situazione venutasi a creare, informando subito l'Ammiraglioammiraglio Darlan, con un primo messaggio partito dalla Dunkerque alle 8:45. Per una deprecabile serie di [[disservizio|disservizi]] [[radio (elettronica)|radio]] verificatisi in Francia, il suo primo messaggio pervenne allo [[Stato Maggiore]] della ''Marine Nationale'' solo alle ore 12:30.
Inizialmente l'ammiraglio francese rifiutò di ricevere Holland a bordo della [[Dunkerque]] adducendo motivi protocollari, ma alla fine accondiscese a ricevere l'inviato inglese. L'ultimatum, che offriva ai francesi diverse alternative, scadeva inderogabilmente alle ore 14:00. Alle ore 10:00 l'Ammiraglio [[Gensoul]] segnalò ai britannici che non avrebbe aperto il fuoco per primo, ma che le sue navi avrebbero reagito a un atto di forza con le armi. La giornata trascorse in un continuo scambio di messaggi tra le due parti, mentre il comandante francese cercava di informare l'ammiraglio Darlan della situazione. Nel frattempo, su iniziativa di Gensoul, le navi francesi si mettevano velocemente in condizioni di combattere. Gli equipaggi vennero frettolosamente fatti rientrare a bordo, raggiungendo direttamente i [[Posto di combattimento|posti di combattimento]], sgombrando le tende rimaste tese, fino a quel momento, a prora e a poppa delle navi. In quelle stesse ore i direttori di macchina avevano fatto accendere tutte le caldaie, osservando la lenta salita della pressione del vapore, evitando la sia pur minima emissione di fumo o vapore dai fumaioli delle unità. In coperta ci si preparò al disormeggio rapido, cioè a prua a filare a mare le catene di collegamento ai corpi morti, tranciando nel contempo gli ultimi cavi sottili che collegavano la poppa delle navi al molo. I [[Direttore di tiro|direttori di tiro]] presero a inquadrare, dall'alto delle rispettive [[apparecchiatura di punteria generale|apparecchiature di punteria generale]], le unità della Forza "H", trasmettendo i dati costantemente aggiornati alle [[Centrale di tiro|centrali di tiro]]. Le [[Batteria costiera|batterie costiere]] furono frettolosamente riarmate, mentre fu richiesta la [[copertura aerea]] da parte dell<nowiki>'</nowiki>''[[Armée de l'air]]'', che poté mettere a disposizione, in un così breve lasso di tempo, quarantadue aerei da caccia [[Curtiss P-36 Hawk|Curtiss Hawk-75]].
 
Inizialmente l'ammiraglio francese rifiutò di ricevere Holland a bordo della [[''Dunkerque]]'' adducendo motivi protocollari, ma alla fine accondiscese a ricevere l'inviato inglese. L'ultimatum, che offriva ai francesi diverse alternative, scadeva inderogabilmente alle ore 14:00. Alle ore 10:00 l'Ammiraglioammiraglio [[Gensoul]] segnalò ai britannici che non avrebbe aperto il fuoco per primo, ma che le sue navi avrebbero reagito a un atto di forza con le armi. La giornata trascorse in un continuo scambio di messaggi tra le due parti, mentre il comandante francese cercava di informare l'ammiraglio Darlan della situazione. Nel frattempo, su iniziativa di Gensoul, le navi francesi si mettevano velocemente in condizioni di combattere. Gli equipaggi vennero frettolosamente fatti rientrare a bordo, raggiungendo direttamente i [[Posto di combattimento|posti di combattimento]], sgombrando le tende rimaste tese, fino a quel momento, a prora e a poppa delle navi. In quelle stesse ore i direttori di macchina avevano fatto accendere tutte le caldaie, osservando la lenta salita della pressione del vapore, evitando la sia pur minima emissione di fumo o vapore dai fumaioli delle unità. In coperta ci si preparò al disormeggio rapido, cioè a prua a filare a mare le catene di collegamento ai corpi morti, tranciando nel contempo gli ultimi cavi sottili che collegavano la poppa delle navi al molo. I [[Direttore di tiro|direttori di tiro]] presero a inquadrare, dall'alto delle rispettive [[apparecchiatura di punteria generale|apparecchiature di punteria generale]], le unità della Forza "H", trasmettendo i dati costantemente aggiornati alle [[Centrale di tiro|centrali di tiro]]. Le [[Batteria costiera|batterie costiere]] furono frettolosamente riarmate, mentre fu richiesta la [[copertura aerea]] da parte dell<nowiki>'</nowiki>''[[Armée de l'air]]'', che poté mettere a disposizione, in un così breve lasso di tempo, quarantadue aerei da caccia [[Curtiss P-36 Hawk|Curtiss Hawk-75]].
L'intenso lavoro francese non passò inosservato a bordo delle unità inglesi, tanto che alle 10:50 l'[[HMS Foxhound]] segnalò a Gensoul che al primo accenno di manovra le navi inglesi avrebbero aperto il fuoco. Alle 12:30 gli inglesi posarono sull'imboccatura della rada cinque [[Mina magentica|mine magnetiche]], sganciate da altrettanti biplani [[Fairey Swordfish]]. Tale azione suscitò la più viva indignazione dell'Ammiraglio Gensoul. Alle 13:30 Somerville intimò nuovamente ai francesi di issare in testa d'albero, in segno di resa, un "pennello nero" (una bandiera di forma trapezoidale allungata), confermando che, altrimenti, le navi inglesi avrebbero aperto il fuoco alle 14:00. Alle 13:30 Gensoul, per cercare di guadagnare ulteriormente tempo, accettò di ricevere Holland, segnalando nel contempo a Somerville di essere in attesa di ordini da parte del proprio [[governo]]. Alle 13:50 Somerville inviò il Foxhound, con a bordo Holland, all'imboccatura della rada, prorogando tacitamente il termine dell'ultimatum. Inoltre l'ammiraglio inglese fece trasmettere in chiaro alle proprie unità di non aprire, per il momento, il fuoco.
 
L'intenso lavoro francese non passò inosservato a bordo delle unità inglesi, tanto che alle 10:50 l'[[HMS Foxhound|''Foxhound'']] segnalò a Gensoul che al primo accenno di manovra le navi inglesi avrebbero aperto il fuoco. Alle 12:30 gli inglesi posarono sull'imboccatura della rada cinque [[Mina magentica|mine magnetiche]], sganciate da altrettanti biplani [[Fairey Swordfish]]. Tale azione suscitò la più viva indignazione dell'Ammiraglioammiraglio Gensoul. Alle 13:30 Somerville intimò nuovamente ai francesi di issare in testa d'albero, in segno di resa, un "pennello nero" (una bandiera di forma trapezoidale allungata), confermando che, altrimenti, le navi inglesi avrebbero aperto il fuoco alle 14:00. Alle 13:30 Gensoul, per cercare di guadagnare ulteriormente tempo, accettò di ricevere Holland, segnalando nel contempo a Somerville di essere in attesa di ordini da parte del proprio [[governo]]. Alle 13:50 Somerville inviò il Foxhound, con a bordo Holland, all'imboccatura della rada, prorogando tacitamente il termine dell'ultimatum. Inoltre l'ammiraglio inglese fece trasmettere in chiaro alle proprie unità di non aprire, per il momento, il fuoco.
 
Il comandante Holland, al termine di una lunga fase cerimoniale appositamente organizzata per guadagnare ulteriore tempo, incontrò Gensoul alle 15:15, intavolando subito una discussione atta a trovare un compromesso, disarmando le navi in loco. Solo nell'incontro con Gensoul il comandante inglese prese visione degli ordini di Darlan che vietavano tassativamente la consegna al nemico di navi francesi intatte.<ref>Di questo comportamento, che aveva procurato a Darlan presso gli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] la fama di chi viene meno alla parola data, Darlan {{Chiarire|darà giustificazione in una lettera|E quale sarebbe tale giustificazione?}} indirizzata a [[Winston Churchill]] il 4 dicembre 1942, tre settimane prima del suo assassinio. La lettera fu pubblicata da Churchill nel 3° volume (''The Fall of France'' ) della sua opera ''The second World War'', alla pag. 206</ref>.
 
Poco dopo le 16:00 gli inglesi intercettarono un messaggio del Ministero della Marina, trasmesso da un autocarro radio, indirizzato a Gensoul che diceva: "Dovete rispondere alla forza con la forza. Se necessario chiamate l'aviazione e i sommergibili". Alle 16:10 gli inglesi intercettarono un ordine, attribuito al ministro della Marina, ma in realtà emanato dall'ammiraglio [[Maurice Athanase Le Luc]], con il quale si avvertiva [[Gensoul]] che da [[Tolone]] stavano per salpare quattro incrociatori pesanti, mentre sei incrociatori leggeri sarebbero partiti da [[Algeri]], per presentarsi davanti a Orano, in formazione di combattimento, a fronteggiare le forze inglesi.
Alle 16:10 gli inglesi intercettarono un ordine, attribuito al Ministro della Marina, ma in realtà emanato dall'Ammiraglio [[Maurice Athanase Le Luc]], con il quale si avvertiva [[Gensoul]] che da [[Tolone]] stavano per salpare quattro incrociatori pesanti, mentre sei incrociatori leggeri sarebbero partiti da [[Algeri]], per presentarsi davanti a Orano, in formazione di combattimento, a fronteggiare le forze inglesi.
 
Alle 16:15 il Primoprimo Ministroministro inglese [[Winston Churchill]] ordinò all'Ammiraglioammiraglio [[James Somerville|Somerville]] di aprire il fuoco sulle navi francesi entro le 16:30. Alle 16:35 Holland tornò frettolosamente a bordo del Foxhound con il [[motoscafo]] di servizio, e l'unità inglese lasciò immediatamente il porto.
 
{{Chiarire|L'ammiraglio Somerville aveva deciso di aprire il fuoco senza sparare [[Salva (artiglieria)|salve]] collettive ma, invece, singole [[bordata (guerra)|bordate]] di quattro colpi per unità}}<!-- stando alle relative voci non c'è molta differenza tra una salva e una bordata ... -->, tirate in lenta successione, da parte delle tre navi di linea che procedevano verso est a 20 nodi. Somerville preferì eseguire un [[tiro mirato]], sia pure [[tiro indiretto|indiretto]], al di sopra delle alture, da parte di ogni singola nave, regolando le correzioni grazie agli osservatori a bordo dei propri [[aereo da ricognizione|aerei da ricognizione]], piuttosto che affidarsi a un caotico, anche se più celere, [[tiro di saturazione]], destinato a coprire di colpi lo specchio d'acqua portuale. Questa decisione diede i suoi frutti.
 
== Le forze contrapposte ==
Le forze della Marine Nationale presenti nella rada di Mers-el-KebirKébir erano poste al comando dell'Ammiraglio [[Marcel-Bruno Gensoul]]. Si trattava di quattro navi da battaglia, suddivise in due divisioni:
* 1ª Divisione di linea, componente la [[Force de Raid]], dotata dei due moderni incrociatori da battaglia da 27.500 tonnellate ''[[Dunkerque (incrociatore da battaglia)|Dunkerque]]'' (nave di bandiera dell'Ammiraglio Gensoul, al comando del Capitanocapitano di Vascellovascello [[Jean Louis Négadelle]]) e [[Strasbourg (incrociatore da battaglia)|''Strasbourg'']] (al comando del Capitanocapitano di Vascellovascello [[Louis Edmond Collinet]]), armati con 8 pezzi da 330/50.
* 2ª Divisione di linea dotata delle due più vecchie corazzate da 28.500 tonnellate [[Provence (nave da battaglia)|''Provence'']] (nave di bandiera del Contrecontre Amiralamiral [[Jacques Félix Emmanuel Bouxin]], al comando del Capitanocapitano di Vascellovascello [[Gaston Théophile Edmond Barois]]) e [[Bretagne (nave da battaglia)|''Bretagne'']] (Capitanocapitano di Vascellovascello [[Louis René Edmond Le Pivain]]), armate con 10 pezzi da 340/45&nbsp;mm.
 
La loro scorta diretta era assicurata da sei cacciatorpediniere, tra cui spiccavano i due moderni esploratori [[classe Mogador]] della 6ª Divisione cacciatorpediniere, "''Mogador"'' e [[Volta]], nave di bandiera del Contrammiragliocontrammiraglio [[Emile Marie Lacroix]], (comandante del ''2me Escadron léger''). mentre le altre unità erano il "''Le Terrible"'' (10ª Divisione cacciatorpediniere), il "''Kersaint"'', il "''Tigre"'' e il "''Lynx"' (appartenenti alla 4ª Divisione cacciatorpediniere).
 
Era presente in rada anche la [[nave porta-idrovolanti]] ''[[Commandant Teste]]'', una unità da 11.500 tonnellate di scarso valore bellico, l'[[avviso coloniale]] ''[[Rigault de Genouilly]]'' e i pescherecci armati ''Esterel'' e ''Terre Neuve''.
 
La base navale era inoltre difesa da una serie di batterie costiere:
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Alle 16:56 le unità inglesi aprirono il fuoco con i grossi calibri, sparando una prima salva di quattro colpi l'una da una distanza di poco meno di 14.000&nbsp;m, in navigazione a 20 nodi. Mentre le corazzate aprivano il fuoco i cacciatorpediniere della 13th Flotilla (secondo Somerville le unità più "spendibili") emisero una densa cortina fumogena al largo del porto che, complice il vento spirante da est, ben presto occultò le navi inglesi, lasciando saltuariamente alla vista dei cannonieri francesi l'alberatura della navi da battaglia inglesi. La seconda salva inglese, arrivata a meno di trenta secondi dalla prima, sfiorò la diga foranea, sbrecciandola in alcuni punti e sollevando, in sopraggiunta alle grandi colonne d'acqua alte anche sessanta metri, larghe trenta e della durata di dodici secondi, nubi di terriccio e numerosissime schegge di cemento e pietra che ostacolavano la visibilità. La terza salva inquadrò definitivamente il porto, centrandolo al pari delle successive con mortale precisione.
 
Le unità francesi ricevettero l'ordine di rispondere al fuoco alle 16:57. Nonostante la sfavorevole posizione le corazzate francesi mollarono gli ormeggi e tentarono di guadagnare l'uscita del porto. Contemporaneamente furono lanciati gli idrovolanti Loire 130 imbarcati sulle unità della 1ª Divisione di linea per favorire la direzione del tiro dei pezzi di grosso calibro. Alle 16:58 il tenente di vascello [[Pierre Marie Emile Cherrière]], direttore di tiro della [[Provence (nave da battaglia)|''Provence'']] (e campione di tiro della flotta per l'anno precedente), aprì il fuoco sulle navi inglesi con i pezzi da 340/45&nbsp;mm, senza curarsi del fatto che le vampe dei cannoni di grosso calibro investivano le sovrastrutture dell'incrociatore da battaglia [[''Dunkerque]]'. La prima salva francese, diretta contro l'incrociatore da battaglia [[HMS Hood (51)|''Hood'']], risultò corta di 2.000&nbsp;m. La prima nave francese a essere colpita dal tiro inglese fu la [[''Dunkerque]]'', ancora ferma all'ormeggio, che ricevette un proiettile da 381 mentre stava finendo di mollare a mare l'ultima catena. Il proiettile attraversò l'hangar degli idrovolanti senza esplodere.
 
Alle 16:59 la corazzata [[Bretagne (nave da battaglia)|''Bretagne'']], ormai libera dagli ormeggi ma ancora a ridosso del molo, fu colpita in rapida successione da almeno tre proiettili da 381&nbsp;mm. Il primo colpo, appartenente alla quarta salva inglese, centrò il locale caldaie, e in meno di sessanta secondi la nave divenne ingovernabile, incominciando ad appopparsi pesantemente. I danni erano talmente gravi da costringere il suo comandante, Capitano di vascello Le Pivain, a dare l'ordine di abbandonare la nave. La corazzata fu colpita, alle 17:06, da altri due proiettili da 381&nbsp;mm, con uno dei colpi che penetrò in un deposito munizioni di grosso calibro a poppa, mentre l'ultimo centrò la nave quando era già sbandata. Alle 17:09 la corazzata si capovolse rapidamente sul lato di [[Glossario dei termini marinareschi (C-I)#Dritta|dritta]] e affondò, intrappolando al suo interno 977 uomini dell'equipaggio.[[File:Cuirassé Bretagne 03-07-1940 jpg.jpg|thumb]]
 
Sotto i colpi nemici la [[Strasbourg (incrociatore da battaglia)|''Strasbourg'']], la [[Dunkerque (incrociatore da battaglia)|''Dunkerque'']] e la [[Provence (nave da battaglia)|''Provence'']] finirono di lasciare gli ormeggi, e si diressero a lento moto verso l'imboccatura del porto, al pari dei sei cacciatorpediniere di scorta che stavano manovrando indipendentemente. La nave ammiraglia francese procedeva a lento moto, per la paura del suo comandante di aspirare fango dalle prese a mare dei condensatori, sparando contro le navi inglesi a ritmo accelerato, tirando in tutto una quarantina di colpi di grosso calibro. La [[''Provence]]'', che procedeva lentamente e di conserva al ''Dunkerque'', sparava come e quando poteva attraverso gli spazi lasciati liberi dalle sovrastrutture di quest'ultima. Contrariamente alle due unità precedenti, lo ''Strasbourg'', al comando del capitano Louis Collinet, prese subito velocità passando da 5 a 10 nodi allo scopo di allontanarsi il prima possibile dalla zona battuta dai grossi calibri inglesi. La scelta di Collinet si rivelò giusta, perché alle 17:03 entrambe le navi da battaglia francesi furono nuovamente colpite in rapida successione. Un proiettile di grosso calibro cadde sulla seconda torre corazzata della [[''Dunkerque]]'', non riuscì a penetrare la corazzatura, ed esplose all'esterno. L'esplosione fu talmente forte da uccidere gli addetti ai pezzi della mezza torre di dritta, mettendo momentaneamente fuori uso due pezzi su quattro. L'ogiva di quel proiettile rimbalzò sulla [[''Provence]]'' che procedeva affiancata, uccidendo Cherrière e alcuni suoi stretti collaboratori. Subito dopo due ulteriori proiettili da 381&nbsp;mm centrarono la [[''Dunkerque]]'', provocando l'avaria dei ventilatori del locale motrici di poppa, che venne immediatamente invaso dai fumi, e l'interruzione dell'energia elettrica a bordo, bloccando le torri di grosso calibro. La nave riuscì a spostarsi lentamente sul lato opposto del porto, meno esposto al tiro britannico. Alle 17:13 il suo comandante decise di portarla davanti a St. André, dove diede fondo alle ancore, per impedire l'affondamento dell'unità.
 
Contemporaneamente all'ammiraglia anche la ''Provence'' fu centrata da un ulteriore colpo da 381&nbsp;mm che attraversò la scarsa protezione orizzontale della nave, esplodendo e aprendo una falla nello scafo. Si scatenò poi un grosso incendio che si diresse verso il deposito munizioni delle torri poppiere di grosso calibro. L'incendio delle munizioni avrebbe sicuramente fatto saltare in aria le nave ma l'equipaggio allagò la santabarbara salvando l'unita. La vecchia corazzata, dopo aver dato fondo anch'essa alle 17:13, nel corso della notte venne fatta incagliare di fronte a Roseville per impedirne l'affondamento. Durante il combattimento la Provence era riuscita a sparare in tutto 23 colpi di grosso calibro, principalmente contro lo ''Hood''.
 
Il cacciatorpediniere ''Mogador'', che alla guida di altre cinque unità stava cercando di uscire dal porto navigando a 24 nodi, avvistò il cacciatorpediniere [[HMS Wrestler|''Wrestler'']] che in testa a tutti stava stendendo una ormai imponente cortina fumogena. Il caccia francese stava mettendo i pezzi in punteria, quando, improvvisamente, si trovò di fronte uno dei rimorchiatori che stavano aprendo le reti antisommergibili. L'unità dovette fermarsi per evitare una collisione e fu colpita a poppa da un proiettile da 381&nbsp;mm, la cui esplosione innescò anche quella delle bombe antisommergibile pronte sulle tramogge poppiere. La nave, con la poppa troncata di netto all'altezza del secondo impianto poppiero da 138/50&nbsp;mm, ormai ingovernabile e in preda agli incendi, venne evitata di stretta misura dal cacciatorpediniere [[Volta (cacciatorpediniere)|''Volta'']]. Con l'assistenza di rimorchiatori locali il cacciatorpediniere fu portato dar fondo su di un basso fondale (7 metri d'acqua), davanti a Ste. Clotilde. Ormai stavano incominciando a sparare anche le batterie costiere francesi, ma il loro tiro si rivelò scarsamente efficace in quanto le navi inglesi risultavano protette dall'orografia della costa, dalle cortine fumogene, e in qualche caso anche dalla posizione della navi francesi. Alle 17:00 Somerville segnalò a Londra di essere duramente impegnato, ordinando ai vecchi caccia della 13th Flottila di aumentare l'emissione di fumo. A causa del tiro celere della [[Dunkerque (incrociatore da battaglia)|''Dunkerque'']], che alle 17:04 aveva finalmente inquadrato lo [[HMS Hood (51)|''Hood'']], l'ammiraglio Somerville diede ordine di accostare in fuori, dopo nove minuti dall'inizio della battaglia, facendo rotta verso nord. Il tiro francese causò allo Hood solamente alcuni danni da schegge, con due feriti a bordo. Entro le 17:10 le navi inglesi si allontanarono dalla costa, portandosi a una distanza di 16.000 metri. La batteria Canastel, su tre pezzi da 240/50&nbsp;mm, sparò circa 15 colpi contro le alberature di un cacciatorpediniere britannico che emergevano nella nebbia artificiale. Nonostante, successivamente, la propaganda francese affermasse che l'unità in questione era stata affondata, il tiro venne subito, realisticamente, stimato troppo corto.
 
La batteria Santon, su tre pezzi da 194/50 aprì il fuoco contro lo Hood, sparando in tutto 31 colpi, con un tiro giudicato efficace dalle autorità francesi. La batteria Gambetta, su quattro pezzi da 120/40&nbsp;mm, non intervenne nell'azione, in quanto i suoi cannoni non disponevano di una sufficiente gittata per impegnare le unità inglesi. Le navi inglesi, che si allontanavano per contromarcia a 20 nodi, sospesero il fuoco delle torri poppiere di grosso calibro alle 17:11. Tra le 17:04 e le 17:12 i caccia della 13th Flottila ricevettero l'ordine di uscire dalle proprie cortine fumogene e di stenderne di nuove per nascondere la manovra del gruppo principale della Forza "H". Tale ordine mise a dura prova l'apparato propulsore degli anziani cacciatorpediniere, tanto che la [[HMS Vidette|''Vidette'']] dovette abbandonare il combattimento e rientrare a Gibilterra. Alle 17:19 i cacciatorpediniere dell'originaria flottiglia di Gibilterra, inquadrati insistentemente dal tiro delle batterie costiere, da quello della Strasbourg e dei caccia ''Volta'' e ''[[Le Terrible]]'', accostarono in fuori, favorendo così l'allontanamento del gruppo "Strasbourg" verso est.
 
== La fuga della Strasbourg ==
L'incrociatore da battaglia [[Strasbourg (incrociatore da battaglia)|''Strasbourg'']], approfittando del fumo che si alzava dopo l'esplosione della ''Bretagne'', riuscì a guadagnare il largo, uscendo dal porto alle 17:10, procedendo a una velocità di 15 nodi. La nave passò indenne tra le ostruzioni e le mine magnetiche deposte qualche ora prima dagli aerosiluranti [[Fairey Swordfish]] della portaerei [[HMS Ark Royal (91)|''Ark Royal'']]. La nave immediatamente sparò due salve da 330/50&nbsp;mm contro il cacciatorpediniere inglese [[HMS Wrestler|''Wrestler'']]. Il cacciatorpediniere inglese, raggiunto solo da alcune schegge, che non causarono danni di rilievo, accostò in fuori, cercando la protezione della propria cortina fumogena. Lo [[''Strasbourg]]'' fece rotta a est, verso il mare aperto, a una velocità di 28 nodi, in direzione di [[Tolone]]. La scortavano i cacciatorpediniere ''[[Volta]]'', ''[[Le Terrible]]'' e ''[[Tigre]]'', mentre il ''[[Kersaint]]'', che aveva le macchine in avaria, abbandonò la squadra per raggiungere [[Algeri]]. L'apparizione della nave francese sorprese non poco gli inglesi, con l'Ammiraglio [[Jamesammiraglio Somerville|Somerville]] che richiese espressamente conferma alla propria ricognizione aerea, ricevendola solamente dieci minuti dopo. Lo [[HMS Hood (51)|Hood]], scortato dai due incrociatori leggeri e dai tre cacciatorpediniere dell'8th Flottila ([[HMS Faulknor]], [[HMS Foxhound]] e [[HMS Forester (1911)|HMS Forester]]), si diresse a intercettare le navi francesi che prendevano il largo. Purtroppo la velocità massima dello [[HMS Hood (51)|Hood]], che a primavera, a causa delle tensioni con Italia, non aveva potuto effettuare a Malta il previsto lungo ciclo di lavori, era di soli 27 nodi. Nel tentativo di rallentare l'unità francese, l'Ammiraglio Somerville ordinò ai sei aerosiluranti Fairey Swordfish Mk. I, equipaggiati con bombe da 115&nbsp;kg, e originariamente destinati ad attaccare le navi in rada, di cercare di colpire l'incrociatore da battaglia francese. L'azione non ebbe alcun esito diretto, costò la perdita di due aerei abbattuti dal tiro contraereo francese, ma costrinse lo [[Strasbourg]] a cambiare rotta perdendo parte del vantaggio iniziale. Somerville riuscì a stringere le distanze, giungendo a portare lo Hood al limite della portata efficace dei cannoni da 381&nbsp;mm. Il capitano di vascello Collinet, comandante del gruppo "Strasbourg", non appena avvistò lo Hood diede ordine ai propri cacciatorpediniere di effettuare un attacco silurante. Tra le 17:40 e le 18:00 i cacciatorpediniere "Volta" e "Le Terrible" andarono all'attacco lanciando undici siluri (regolati su una corsa di 20.00 metri, a una velocità di 29 nodi) e facendo fuoco rabbiosamente con le loro artiglierie principali contro i cacciatorpediniere inglesi. Questo attacco non ebbe alcun esito, in quanto le navi inglesi si trovavano a più di 20–25&nbsp;km di distanza. Tuttavia tale azione ebbe il risultato di distogliere l'attacco dei [[Fairey Swordfish]] contro lo [[Strasbourg]], indirizzandolo verso i due cacciatorpediniere. Contemporaneamente i cacciatorpediniere [[Lynx]] e [[Tigre]] avvistarono, e attaccarono con bombe di profondità, il sommergibile [[HMS Proteus]] in agguato davanti al porto di Orano. Intanto, giunto a una distanza di 25.000 metri, Somerville ritenne inutile impegnare in combattimento alla massima distanza con la nave francese, in rotta verso est, la quale avendo entrambe le torri di grosso calibro disposte a proravia delle sue sovrastrutture era impossibilitata a sparare verso il settore poppiero (questo notevole errore progettuale affliggeva anche le corazzate britanniche della [[classe Nelson (nave da battaglia 1925)|classe Nelson]]). Dopo l'attacco silurante francese egli accostò in fuori, ricongiungendosi successivamente alle due navi da battaglia che arrancavano dietro lo Hood, riprendendo la linea di fila a una velocità di 20 nodi. Questa manovra venne riferita a Gensoul dalla ricognizione aerea francese, che non riuscì a fornire all'ammiraglio francese un chiaro movimento delle navi inglesi. Egli ebbe l'impressione che la formazione britannica avesse l'intenzione di ritornare davanti al porto per distruggere definitivamente le restanti unità, ormai impossibilitate a combattere. Alle 18:30 Gensoul fece inviare in chiaro a Somerville un messaggio con il quale chiedeva di sospendere il fuoco, accordando una tregua. Alle 18:35 fu ricevuta risposta negativa, che riproponeva i medesimi termini originari. Sempre convinti di un imminente ritorno offensivo dei britannici, alla fine i francesi decisero di alzare sull'ammiraglia il cosiddetto "pennello nero", una bandiera di forma allungata che significava la sospensione dei combattimenti, mentre per radio avvisarono che le navi avevano cessato ogni azione e che il personale di bordo sarebbe stato evacuato. La richiesta fu prontamente accolta da Somerville, che non aveva nessuna intenzione di prolungare oltre il penoso combattimento.
Gli aerosiluranti dell'''Ark Royal'' diedero la caccia allo ''Strasbourg'' fino al tramonto senza successo. Il 6 luglio dopo aver intercettato e decrittato un messaggio del comandante del "Dunkerque" che comunicava danni lievi alla propria unità, un gruppo di aerosiluranti britannici effettuò un nuovo attacco di sorpresa: un siluro colpì il cacciasommergibili "Terre-Neuve" (ormeggiato contro la fiancata del Dunkerque) che saltò in aria con tutte le sue munizioni, causando 150 morti e un largo squarcio sulla fiancata del ''Dunkerque'', che rimase fuori combattimento per oltre un anno.
 
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== Bibliografia ==
* Bandini, Franco - "Tecnica della sconfitta", Sugar Editore, Milano 1964
* Cernuschi, Enrico - "Mers-el-KebirKébir, 3 luglio 1940 Parte 1", Storia Militare n.80, Ermanno Albertelli Editore, Parma, maggio 2000. ISSN 1122-5289
* Cernuschi, Enrico - "Mers-el-KebirKébir, 3 luglio 1940 Parte 2", Storia Militare n.81, Ermanno Albertelli Editore, Parma, giugno 2000. ISSN 1122-5289
* Churchill, Winston - ''The Second World War'', 3° volume ''The Fall of France'', Cassel & Company LTD, Londra, 1964.
* Sgarlato, Nico - "Mers-Elel-KebirKébir", Eserciti nella Storia N.40, anno VII, Delta Editrice, Parma, marzo-aprile 2007.
* Shirer, William ''Storia del Terzo Reich'', Giulio Einaudi Editore, Torino, 1963.
 
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