Licenza open source: differenze tra le versioni

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Argento (discussione | contributi)
la commercializzazione del programma non solo non è vietata in modo esplicito, ma non è proprio vietata, anzi a volte è permessa
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cambiati alcuni link, chiarificazioni sulla Open Source Definition
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La particolarità delle licenze open source è che gli autori invece di vietare, permettono non solo di usare e copiare, ma anche di modificare, ampliare, elaborare, vendere e quant'altro. E tutto questo senza imporre obblighi a ricompensare economicamente gli autori.
 
L'esempio più lampante (e noto al largo pubblico) sono le decine di [[Distribuzione Linux|distribuzioni GNU/Linux]]: un sistema operativo completo di migliaia di applicativi anche di elevatissimo valore, spesso allegate a riviste ad un costo di 5 [[Euro]] e/o liberamente scaricabili (senza infrangere nessuna legge) dai siti ufficiali su Internet.
 
La [[GNU Free Documentation License]], la licenza usata dalla [[wikipedia]] è un esempio di licenza open source.
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Una licenza open source autorizza chiunque ad '''usare''', '''modificare''', '''integrare''', '''riprodurre''', '''duplicare''' e '''distribuire''' un programma (o qualsiasi lavoro tutelato dalle norme sul diritto d'autore), anche a scopi commerciali. Il programma stesso deve essere disponibile anche in una forma leggibile e comprensibile all'[[uomo]].
 
Alcune licenze - come per esempio la [[GNU General Public License|GNU GPL]] - impongono dei vincoli alle licenze da applicare ad eventuali modifiche, oppure degli obblighi di comunicazione a determinate persone o gruppi di persone. Ci sono licenze i cui autori si riservano dei diritti che non vengono concessi agli altri coautori del prodotto, come ad esempio la [[Licenza Pubblica Netscape|NPL]]. Altre invece permettono persino di integrare completamente il codice dentro un prodotto commerciale, ovvero soggetto a [[royalty]], come ad esempio la [[licenza X11MIT]].
 
Lo '''scopo primario''' delle licenze open source non è la gratuità del software, ma '''la sua sopravvivenza''' ovvero la certezza che vi sia la possibilità per chiunque e in qualunque momento, anche futuro, di apportare miglioramenti o comunque modifiche al programma, e di installarlo senza alcuna limitazione.
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Il termine "open source" venne coniato agli inizi del [[1998]] su iniziativa di [[Bruce Perens]], [[Eric S. Raymond]], Hall, [[Tim O'Reilly]], [[Linus Torvalds]] e altri importanti sviluppatori della ''comunità [[Software Libero|Free Software]]'', come allora veniva chiamata. L'obiettivo principale era quello di rendere l'idea del software libero più accettabile all'ambiente commerciale, evitando le posizioni intransigenti di [[Richard Stallman|Stallman]] e contemporaneamente evitare l'equivoco generato dalla parola "free" in inglese (che significa sia ''gratuito'' che ''libero''). La parola "source" stava a sottolineare il fatto che un software non è tanto il [[programma eseguibile]], quanto il suo punto di partenza, il sorgente appunto.
 
Molto attivo fu soprattutto il Raymond che cercava la licenza migliore in occasione del rilascio del codice sorgente libero di [[Netscape Navigator]]. L'obiettivo era proprio quello di rendere il prodotto accettabile nelle aziende evitando l'uso della ristrettiva licenza [[GNU General Public License|GPL]].
 
===Definizione===
La definizione[[Open diSource cosaDefinition]] puòdefinisce quali licenze possono essere consideratoconsiderate "open source". Questa definizione è stata fatta dalla fondazione [[Open Source Initiative]] (OSI) che tuttora gestisce il marchio creato ''ad hoc''. La definizione deriva dalle regole (dette [[Debian Free Software Guidelines]]) che si era dato il progetto [[Debian]] nellaper scelta discegliere quali software includere nella propria distribuzione [[GNU/Linux]]. Nacque in seguito la fondazione [[Open Source Initiative]] (OSI) che tuttora gestisce il marchio creato ''ad hoc''.
 
La OSI ha creato una definizione di open source, detta Open Source Definition. Affinché si possa parlare di una licenza open source è necessario che tale licenza soddisfi contemporaneamente tutte le condizioni di questa definizione (sotto indicate).
 
Secondo questa definizione è evidente che perché una licenza sia open source non si deve soltanto di avere accesso al codice sorgente, ma anche il permesso a chiunque di mettere mano al codice sorgente e contemporaneamente il permesso di ridistribuirlo, il tutto senza che alcuno possa pretendere anche il minimo compenso, però senza impedire di chiedere un compenso a chi è disposto a pagarlo.
 
LaSecondo OSI ha creato una definizione di open source, dettala Open Source Definition. Affinchéaffinché si possa parlare di una licenza open source è necessario che tale licenza soddisfi contemporaneamente tutte le condizioni di questa definizione (sotto indicate).
 
*'''Ridistribuzione libera.''' La licenza non può impedire ad alcuna parte in causa la vendita o la cessione del software. Chiunque deve poter fare tutte le copie che vuole, venderle o cederle, e non deve pagare nessuno per poter fare ciò.