Tavole di San Giuseppe: differenze tra le versioni
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Le '''tavole di san Giuseppe''' sono grandi tavolate imbandite il [[19 marzo]] in onore di [[San Giuseppe]]. L'usanza è attestata in [[Salento]] nei comuni di [[Giurdignano]], [[Poggiardo]], [[Uggiano la Chiesa]], [[Cerfignano]], [[Cocumola]], [[Minervino di Lecce]], [[Casamassella]], [[Otranto]], [[Valguarnera]], [[Lizzano]]<ref>Salvatore Fischetti, ''Lizzano per san Giuseppe. Le tavolate devozionali. Storia e costume'', Brindisi, Associazione Amici della Biblioteca De Leo, 1988, pp. 269, ill. a colori e in b/n. [http://lizzanoplus.blogspot.com/p/tradizioni.html] Riti popolari per san Giuseppe.</ref>, [[San Marzano di San Giuseppe]], [[Sava (Italia)|Sava]], [[Monteparano]], [[San Pietro Vernotico]], [[Erchie]] e [[San Donaci]] ed inoltre in [[Abruzzo]], a [[Monteferrante]]<ref>
{{Cita web
|autore=Comune di Monteferrante
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|accesso=10/02/09}}.</ref>; anche a [[Riccia]] (Molise), la tradizione è molto sentita, così come, seppur in misura minore, in altri paesi della regione.
Queste tavole sono realizzate con diverse pietanze che vanno dai [[lampascioni]] alle "rape", dai "[[vermiceddhri]]" (tipo di pasta con cavoli) al pesce fritto, dalle [[pettole|pittule]] alla [[zeppola]], dal [[pane]] a forma di grossa ciambella ai finocchi e alle arance. Il tutto viene consumato a mezzogiorno del 19 marzo dai cosiddetti "santi" impersonati da amici o parenti delle famiglie che vanno da un numero minimo di tre (San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna) a un numero massimo di tredici, sempre comunque di numero dispari.
==Tradizione salentina==
{{W|costume|febbraio 2009|arg2=Puglia}}
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