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In questo periodo Parvus collaborava assiduamente alla ''Neue Zeit'', fino a che un articolo polemico non solo contro Bernstein, ma anche nei confronti di [[Ignaz Auer]] e di [[Georg von Vollmar]], tutti accusati di opportunismo, scatenò contro di lui l'animosità di molti compagni, alcuni dei quali gli rinfacciarono di essere un ebreo russo rifugiato politico, che non avrebbe dovuto impicciarsi della politica tedesca. Così non poté più collaborare alla ''Neue Zeit''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pag. 67-69</ref>.
 
==L'attività editoriale e la rivoluzione del 1905==
Escluso dalla ''Neue Zeit'', Parvus avrebbe voluto fondare una propria rivista, ma non aveva i fondi. Così dovette innanzitutto inventarsi un attività imprenditoriale. Considerando che l'[[Impero russo]] non aveva aderito alla [[Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche]], Parvus escogitò un sistema per offrire agli scrittori russi la protezione delle loro opere in Occidente: l'espediente era quello di pubblicare le opere in russo in un paese aderente alla Convenzione<ref>Il metodo continuò ad essere usato anche durante il periodo sovietico, ad esempio per il [[Dottor Živago]] e per le opere di [[Solženicyn]]</ref>. Per sfruttare l'idea Parvus nel 1902 fondò una casa editrice, poi si recò clandestinamente in Crimea dove era confinato [[Maksim Gor'kij]] e stipulò con lui un [[contratto di edizione]] per il dramma ''[[I bassifondi]]''<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 70-71</ref>.
 
''I bassifondi'' furono rappresentati a Berlino per la regia di [[Max Reinhardt]] e riscossero grande successo. La casa editrice di Parvus pubblicò successivamente opere di [[Leonid Nikolaevič Andreev|Andreev]] e [[Vladimir Galaktionovič Korolenko|Korolenko]]<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 71</ref>.
 
Intanto, nel 1903, l'esperienza dell'''Iskra'' finiva e si consumava la scissione fra [[bolscevichi]] e [[menscevichi]]. Parvus criticò nettamente l'idea leninista di partito: accostava tale concezione di partito che governa le masse a un nuovo assolutismo. D'altra parte criticava anche la passività dei menscevichi davanti all'evoluzione della situazione in Russia<ref>Pietro Zveteremich, ''Il grande Parvus'', Milano, Garzanti, 1988, pagg. 74-75</ref>.
 
==Note==