Chiesa di Santa Maria della Pietà (Palermo): differenze tra le versioni
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La chiesa, arretrata rispetto al filo della strada e fronteggiata dal settecentesco [[Palazzo Petrulla]], dà luogo all'omonima piazzetta che, nonostante le ridotte dimensioni, lascia trasparire il gusto per la teatralità tipicamente barocco. Il cantiere della chiesa, voluto dalle monache domenicane di clausura, si apre nel [[1678]] e si chiude già nel [[1684]]. La facciata, vero capolavoro seicentesco, è composta da due ordini di colonne completamente libere intramezzate da diverse statue, rappresentanti Santi o Beati domenicani secondo uno schema compositivo certamente influenzato dalla precedente [[Chiesa del Gesù (Palermo)|chiesa del Gesù]] e dalla [[Chiesa di San Domenico (Palermo)| chiesa di San Domenico]].
La volta della chiesa fu decorata con stucchi di Giacomo, Giuseppe e Procopio Serpotta, arricchiti dall'alternanza di bianco e oro, raffiguranti ghirlande di fiori e frutta, putti ed angeli festanti, e dal notevole affresco raffigurante "Il trionfo dell'Ordine Domenicano", diviso in 32 scomparti e realizzato nel [[1708]] dal pittore [[Antonio Grano]] su disegno di [[Giacomo Amato]] e [[Paolo Amato (architetto)|Paolo Amato]].
== Facciata ==
Progettista delle ristrutturazioni del prospetto e anche dei rifacimenti interni è il religioso dell'[[Chierici regolari Ministri degli Infermi|Ordine dei Crociferi]] [[Giacomo Amato]], autore del capolavoro in [[Barocco siciliano|barocco fiorito]], che collaborò anche, soprattutto nel progetto della volta, con l'altrettanto noto architetto del Senato palermitano [[Paolo Amato (architetto)|Paolo Amato]].<ref>{{Cita|Gaspare Palermo Volume secondo|pp. 355}}</ref>
L'elegante facciata, perfetta mescolanza tra barocco palermitano e barocco romano, prende slancio e movimento nel doppio ordine sovrapposto di sei simmetriche colonne di marmo bianco con ricchi [[capitelli corinzi]]. Le colonne binate centrali disposte avanzate, esaltano il senso di dinamicità dell'articolato prospetto in conci di tufo. L'alternanza di nicchie con statue, raffiguranti santi e beati domenicani, segue uno schema compositivo probabilmente influenzato dalla celebre [[Chiesa di San Domenico (Palermo)|chiesa di San Domenico]]. Anche qui la felice sovrapposizione alla facciata in pietra progettata dagli architetti del Senato Andrea Cirrincione e Gaspare Guercio, della doppia elevazione e decorazione in marmo di [[Monte Billiemi|Billiemi]] ripresa dall'Amato.
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