Su patriotu sardu a sos feudatarios: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
aggiunto link al testo da wikipedia sarda Etichetta: Link a wikipedia.org |
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
Riga 27:
}}
'''''Su patriottu sardu a sos feudatarios''''' (letteralmente ''Il patriota sardo ai feudatari''), conosciuto anche dal suo [[incipit]] come '''''Procurade 'e moderare''''', è un componimento [[rivoluzionario]] ed antifeudale scritto, in [[storia della Sardegna sabauda|epoca sabauda]], da [[Francesco Ignazio Mannu]] nel [[1794]] durante i [[moti rivoluzionari sardi]]. È una poesia scritta in ottave. Nell'intero testo si contano 42 strofe per 376 versi complessivi. Qui<ref>{{cita web|url=http://sc.wikipedia.org/wiki/Su_patriottu_sardu_a_sos_feudatarios|titolo=Su patriottu Sardu a sos feudatarios - Wikipedia in lingua sarda}}</ref> il testo completo.
== Il testo ==
Il testo, scritto durante i moti antifeudali del [[1794]], rappresenta una sorta di denuncia contro lo stato impietoso della [[Sardegna]] alla fine del [[XVIII secolo]].
L'Inno fu stampato clandestinamente in Corsica e diffuso in Sardegna, e divenne il canto di guerra degli oppositori sardi, passando alla storia come la Marsigliese sarda. E' composto da 376 ottonari fortemente ritmati, in [[lingua sarda]] logudorese, e ricalca contenutisticamente gli schemi della letteratura civile illuministica. L' incipit è costituito da un perentorio attacco alla prepotenza dei feudatari, principali responsabili del degrado dell'isola: ''Procurad'e moderare, Barones, sa tirannia…'' (Cercate di moderare, o Baroni, la vostra tirannia…).
Durante tutto il componimento viene descritta nei minimi dettagli la situazione disastrosa situazione economica che attanaglia l'isola in quel periodo. Non mancano però invettive contro gli oppressori piemontesi che, a detta del poeta, se ne infischiano della Sardegna per preoccuparsi solo delle proprie ricchezze.
Il canto si conclude con un vigoroso grido d'incitamento alla rivolta, suggellato da un detto popolare di lapidaria efficacia: ''Cando si tenet su bentu est preziosu bentulare'' ("quando si leva il vento, è d'uopo trebbiare").
== Edizioni, traduzioni e critica letteraria ==
|