Programma atomico sovietico: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia |
ortografia |
||
Riga 65:
[[File:2003. Марка России 0819 hi.jpg|thumb|left|upright=1.2|Igor Kurčatov, direttore scientifico dell'operazione Borodino, ritratto in un francobollo russo del 2003.]]
Berija era un capo brutale e inesorabile, ma nel suo incarico dimostrò anche notevoli capacità organizzative, preparazione e determinazione; gli scienziati sovietici in gran parte apprezzarono le sue qualità positive ed espressero giudizi favorevoli sul suo operato alla guida del programma atomico<ref name="AG52">A. Graziosi, ''L'URSS dal trionfo al degrado'', p. 52.</ref>. Berija fu in grado, grazie alla sua capacità di comprendere i problemi e le difficoltà della ricerca atomica,
Nonostante il ritiro di Kapica, Kurčatov e gli altri scienziati sovietici lavorarono strenuamente e con grande impegno al programma atomico; questi eccellenti ricercatori non erano privi di dubbi sulle implicazioni morali e politiche della progettazione e produzione di armi così devastanti che sembravano mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell'uomo sulla terra, ma in generale essi erano sensibili alle istanze patriottiche e alle parole d'ordine della propaganda staliniana che enfatizzava la necessità vitale della ricerca atomica per la sicurezza dell'Unione Sovietica<ref>A. Graziosi, ''L'URSS dal trionfo al degrado'', pp. 52-53.</ref>. Kurčatov affermò che lui e i suoi scienziati si consideravano "soldati" di una "nuova guerra scientifica" e si comportavano di conseguenza; lo stesso [[Andrej Sacharov]] che nel 1948 entrò nell'operazione Borodino come collaboratore di [[Igor Tamm]], conferma l'atmosfera di patriottismo, di coesione e cameratismo presente all'interno del gruppo di ricercatori<ref>A. Graziosi, ''L'URSS dal trionfo al degrado'', p. 53.</ref>.
|