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L'esistenza della loggia ''Les Neuf Sœurs'', era la giusta prova che gli ideali espressi del ''grand ordre'' esistevano sia tra i ''philosophes'' più razionalisti, sia tra i ''savant'' più speculativi. Questi ideali attiravano numerosi uomini illuminati, perché erano basati sia sulla scienza che sulla sulla storia ed affermavano di essere documenti autentici delle grandi leggi cosmiche, con dei titoli di legittimità che risalivano alla stessa origine del mondo. La storia non era più un semplice oggetto di curiosità puramente antiquaria, ma un deposito di verità e conoscenze che avrebbero potuto portare, nella loro visione, alla nuova [[età dell'oro]]. Lo stesso Bailly non trovò questo sistema come preconfezionato. Anzi, fu il suo stesso pensiero a portarlo ad accettare molti degli stessi principi che trovavano espressione nelle opere dei suoi amici massoni e che lo portarono, in ultima analisi, ad unire le sue forze con loro. La fiducia nella legge, nel ''grand ordre'', nel linguaggio universale, e nella filosofia sublime che pensava di aver trovato tra gli antichi corrispondeva bene con le idee utopiche dei suoi contemporanei e preparò la sua mente per l'idea utopistica del [[età dell'oro]] che sperava di aver trovato grazie alla [[Rivoluzione francese]], anche se poi si rese conto che questa speranza fu vana.
{{libro
|titolo = Storia dell'astronomia moderna
|titoloorig = Histoire de l'astronomie moderne, depuis la fondation de l'école d'Alexandrie jusqu'à l'époque de 1782
|titolialt =
|autore = [[Jean Sylvain Bailly]]
|annoorig = [[1782]]
|forza_cat_anno = 1782
|genere = [[saggio]]
|sottogenere = storico-scientifico
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|didascalia=Frontespizio dell'opera.
|lingua = fr
}}
{{citazione|È servito un gran coraggio per disvelare i nascondigli della Natura e, senza accontentarsi del suo aspetto esteriore, per scrutarla a fondo e scendere nei segreti degli Dei.|Il sottotitolo dell'opera di Bailly; Seneca, ''Naturales quæstiones'', Libro VI.|Magni animi res fuit rerum Naturæ latebras dimovere, nec contentum exteriori eius conspectu, introspicere, et in Deorum secreta descendere.|lingua=la}}
La '''''Storia dell'astronomia moderna''''' (titolo originale in [[lingua francese|francese]]: ''Histoire de l'astronomie moderne, depuis la fondation de l'école d'Alexandrie jusqu'à l'époque de 1782'') è un [[saggio]] storico-scientifico e [[Divulgazione scientifica|divulgativo]] scritto dall'[[astronomo]] e [[letterato]] francese [[Jean Sylvain Bailly]]. Seconda opera, in due volumi, di un'imponente tetralogia di lavori sull'intera [[storia dell'astronomia]], con questo libro Bailly, oltre a continuare a delineare la sua concezione della storia, ripercorre e commenta le principali e più recenti scoperte in campo astronomico fatte nel corso del [[XVIII secolo]], dal [[1730]] fino al [[1782]], ovvero l'anno stesso in cui il libro fu pubblicato.<ref name="arago">François Arago, ''Biographie de Jean Sylvain Bailly'', 1844</ref>
==Contesto generale==
===La tetralogia sulla storia dell'astronomia===
[[File:Jean Sylvain Bailly, maire de Paris.jpg|thumb|[[Jean Sylvain Bailly]].]]
Nel [[1775]] Bailly pubblicò un largo volume [[in quarto]] intitolato ''Histoire de l'astronomie ancienne, depuis son origine jusqu'à l'établissement de l'école d'Alexandrie''. Esso fu seguito nel [[1779]] da un'ulteriore opera, stavolta in due volumi, dello stesso formato del precedente, intitolata ''Histoire de l'astronomie moderne depuis la fondation de l'école d'Alexandrie jusqu'à l'époque de 1730''. Un'altra opera apparve nel [[1782]], l′''Histoire de l'astronomie moderne, jusqu'à l'époque de 1782''. Queste tre opere, assieme al ''Traité de l'astronornie indienne et orientale, ouvrage qui peut servir de suite à l'histoire de l'astronomie ancienne'' del [[1787]], costituiscono la tetralogia di Bailly sulla storia dell'astronomia. Esse formano insieme un panorama di circa 3000 pagine del lungo e lento sviluppo storico del corpus della conoscenza moderna.<ref>Titoli e date sono citati al fine di evitare la confusione generale sulla datazione che nasce dalla comparsa delle seconde edizioni. I tre volumi delle due opere sull′''Astronomie moderne'' sono numerate consecutivamente da 1 a 3. L′''Astronomie ancienne'' e l′''Astronomie indienne'' non sono invece numerate.</ref>
Nonostante le speculazioni immaginative del primo volume e gli errori di fatto dell'ultimo il lavoro, complessivamente, merita un posto di rilievo nello studio della storia della scienza.<ref name="ebs455">Edwin Burrows Smith, ''Jean Sylvain Bailly: Astronomer, Mystic, Revolutionary (1736-1798)'', American Philosophical Society (Philadelphia, 1954); p. 455.</ref>
È ragionevole supporre che Bailly per alcuni anni (forse già dal suo primo contatto con [[Nicolas-Louis de Lacaille|Lacaille]]) aveva meditato un lavoro su larga scala relativo alla storia dell'astronomia e forse iniziò a compilare delle annotazioni con questo progetto in mente, che poi fu completato dopo la sconfitta nella lotta per la segreteria dell'Accademia e il successivo ritiro a [[XVI arrondissement di Parigi|Chaillot]]. Inoltre, in definitiva, il ritorno di Le Gentil e la contemporanea comparsa di diversi testi orientali sull'antichità diedero a Bailly la determinazione necessaria per iniziare il suo lavoro partendo dai primissimi inizi della storia dell'umanità.
La concatenazione delle circostanze porrebbe, secondo lo storico Burrows Smith, il ''[[Terminus post quem|terminus a quo]]'' della composizione, ovvero l'inizio della stesura, dell′''Histoire de l'astronomie ancienne'' intorno al biennio [[1770]]-[[1771]]. Invece la prima menzione di un'eventuale ''Histoire'' apparve in un ''mémoire'' di Bailly del [[18 agosto]] [[1773]].
==Contenuto==
Nel [[1782]] apparve la seconda e ultima opera della serie sull′''Histoire de l'astronomie moderne'', che copriva gli anni tra il 1730 e il 1782.<ref>Il titolo di quest'opera differisce leggermente da quello dei due volumi precedenti; in esso vi è la dicitura finale "...depuis la fondation de l'école d'Alexandrie jusqu'à l'époque de 1782". Il privilegio di pubblicazione è datato [[17 aprile]] [[1782]].</ref> Diversamente dalla prima, pubblicata in due volumi in quarto, essa è costituita da un singolo volume ed è l'opera più breve tra le quattro che compongono la tetralogia di Bailly sulla storia dell'astronomia. Solo due dei sei capitoli in effetti sono dedicati al progresso dell'astronomia in tale periodo, il resto dell'opera invece comprende: delle disquisizioni sulla matematica; la presentazione delle generali congetture sulla forma dell'universo; una confutazione dell'articolo di Charles Francois Dupuis sulle costellazioni; e un epilogo riassuntivo in cui Bailly dà uno sguardo all'indietro sul terreno teorico già coperto e azzarda alcune osservazioni sul futuro dell'astronomia. Il punto di partenza di quest'opera è il punto finale della precedente, ovvero la preminenza della dottrina newtoniana.
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