Tina Modotti: differenze tra le versioni

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|Immagine = Edward Weston tinamodottimi1921.jpg
|Didascalia = Tina Modotti in una foto di [[Edward Weston]] nel [[1921]]
}} È considerata una delle più grandi fotografe dell'inizio del XX secolo,<ref>{{Cita libro|nome=Mildred|cognome=Constantine|titolo=Tina Modotti: a fragile life|url=https://books.google.it/books?id=msdTAAAAMAAJ&q=tina+modotti&dq=tina+modotti&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiuw7DS4tXSAhVCPhQKHdo2CmMQ6AEIHzAB|accesso=2017-03-14|data=1993-08-01|editore=Chronicle Books|lingua=en|ISBN=9780811805025}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Elisa|cognome=Paltrinieri|titolo=Tina Modotti: fotografa irregolare|url=https://books.google.it/books?id=1HtOAAAAYAAJ&q=tina+modotti+femminista&dq=tina+modotti+femminista&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjS1PK55NXSAhVJ1xQKHd6PCDsQ6AEIMjAF|accesso=2017-03-14|data=2004-01-01|editore=Selene|lingua=it|ISBN=9788886267823}}</ref> nonché una figura importante e controversa del [[comunismo]] e della [[fotografia]] mondiale.<ref>{{Cita libro|nome=Pino|cognome=Bertelli|titolo=Tina Modotti: sulla fotografia sovversiva dalla poetica della rivolta all'etica dell'utopia|url=https://books.google.it/books?id=Mn9LAQAAIAAJ&q=tina+modotti&dq=tina+modotti&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiuw7DS4tXSAhVCPhQKHdo2CmMQ6AEIPzAG|accesso=2017-03-14|data=2008-01-01|editore=NdA Press|lingua=it|ISBN=9788889035313}}</ref> Opere della produzione fotografica della Modotti sono conservate nei più importanti istituti e musei del mondo, fra i quali l'[[International Museum of Photography and Film at George Eastman House]]<ref name="collections.eastman.org">{{cita web|url=http://collections.eastman.org/search/Modotti/objects/list?page=1|titolo=Eastman Museum - Modotti|accesso=1° novembre 2016}}</ref> di [[Rochester (New York)]], il più antico museo del mondo dedicato alla fotografia e la [[Biblioteca del Congresso]] (Library of Congress), la biblioteca nazionale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] a [[Washington]]<ref name="loc.gov">{{cita web|url=https://www.loc.gov/pictures/related/?fi=name&q=Modotti%2C%20Tina%2C%201896-1942|titolo=Galleria delle foto di Tina Modotti, conservate alla Library of Congress|accesso=1° novembre 2016}}</ref><ref name="https">{{cita web|url=https://www.loc.gov/rr/print/coll/womphotoj/modottiessay.html|titolo=Tina Modotti (1896-1942) - Introduction & Biographical Essay|accesso=1° novembre 2016}}</ref>.
 
== Biografia ==
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=== L'esperienza messicana ===
[[File:Modotti HandsOfThePuppeteer MIA 8587.jpg|thumb|250 px.|Una foto realizzata dalla Modotti nel [[1929]]: "Le mani del burattinaio", [[Città del Messico]], oggi conservata al [[Minneapolis Institute of Art]] negli USA]]
Modotti e Weston entrarono rapidamente in contatto con i circoli ''[[Bohème (movimento artistico)|bohèmien]]'' della capitale, ed usarono questi nuovi legami per creare ed espandere il loro mercato dei ritratti.
 
Inoltre, la Modotti ebbe modo di conoscere diversi esponenti dell'ala radicale del [[comunismo]], tra cui i tre funzionari del [[Partito comunista messicano]], con cui ebbe tra l'altro delle relazioni sentimentali, [[Xavier Guerrero]], [[Julio Antonio Mella]] e [[Vittorio Vidali]].
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forse il tuo cuore sente crescere la rosa<br />
di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa.<br />
Riposa dolcemente, sorella.<br />
 
La nuova rosa è tua, la nuova terra è tua:<br />
ti sei messa una nuova veste di semente profonda<br />
e il tuo soave silenzio si colma di radici.<br />
Non dormirai invano, sorella.<br />
 
Puro è il tuo dolce nome, pura la tua fragile vita:<br />
di ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma,<br />
d'acciaio, linea, polline, si è fatta la tua ferrea,<br />
la tua delicata struttura.<br />
 
Lo sciacallo sul gioiello del tuo corpo addormentato<br />
ancora protende la penna e l'anima insanguinata<br />
come se tu potessi, sorella, risollevarti<br />
e sorridere sopra il fango.<br />
 
Nella mia patria ti porto perché non ti tocchino,<br />
nella mia patria di neve perché alla tua purezza<br />
non arrivi l'assassino, né lo sciacallo, né il venduto:<br />
laggiù starai in pace.<br />
 
Lo senti quel passo, un passo pieno di passi, qualcosa<br />
di grandioso che viene dalla steppa, dal Don, dal freddo?<br />
Lo senti quel passo fiero di soldato sulla neve?<br />
Sorella, sono i tuoi passi.<br />
 
Verranno un giorno sulla tua piccola tomba<br />
prima che le rose di ieri si disperdano,<br />
verranno a vedere quelli d'una volta, domani,<br />
là dove sta bruciando il tuo silenzio.<br />
 
Un mondo marcia verso il luogo dove tu andavi, sorella.<br />
Avanzano ogni giorni i canti della tua bocca<br />
nella bocca del popolo glorioso che tu amavi.<br />
Valoroso era il tuo cuore.<br />
 
Nelle vecchie cucine della tua patria, nelle strade<br />
polverose, qualcosa si mormora e passa,<br />
qualcosa torna alla fiamma del tuo adorato popolo,<br />
qualcosa si desta e canta.<br />
 
Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il tuo nome,<br />
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Tina Modotti è una delle poche donne dell'epoca apprezzata per una capacità in un'attività in cui fino ad allora si erano contraddistinti soprattutto uomini: fotografia e fotoreportage. La sua esperienza nel campo fotografico è galoppante, dopo la frequentazione del fotografo [[Edward Weston]] da cui apprende le basi della fotografia, è la Modotti stessa a sviluppare ben presto un suo proprio stile utilizzando la fotografia «come strumento di indagine e denuncia sociale», foto esteticamente equilibrate in cui era prevalente una ideologia ben definita: «esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...)»<ref>{{cita web|url=http://www.comitatotinamodotti.it/tina.htm|titolo=Tina Modotti, Arte Vita Libertà|accesso=5 novembre 20111}}</ref>. Nei reportage, in quella che altri fotografi definirono "fotografia di strada" la Modotti aveva idee ben precise, infatti cercò mai effetti "speciali", a suo avviso la fotografia lungi dall'essere "artistica" doveva denunciare "senza trucchi" la realtà nuda e cruda in cui gli "effetti" e le "manipolazioni" dovevano essere banditi.
D'altronde fu la Modotti stessa a più riprese a definire il proposito che si proponeva di raggiungere con la sua fotografia come fa notare il fotografo Pino Bertelli riportando due suoi giudizi: Nel [[1926]] asserì: «''[...] Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore''»<ref name="pinobertelli.it">{{cita web|url=http://pinobertelli.it/tina-modotti-la-fotografia-al-tempo-dellamore-3/|titolo=Tina Modotti. La fotografia al tempo dell'amore|accesso=5 novembre 20111}}</ref>. Definendo precisamente il suo punto di vista, la Modotti nel [[1929]] spiegò «''Sempre, quando le parole "arte" o "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente che io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi vanno ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al loro lavoro le caratteristiche più valide che dovrebbe avere: la qualità fotografica''»<ref>{{cita web|urlname=http://"pinobertelli.it"/tina-modotti-la-fotografia-al-tempo-dellamore-3/|titolo=Tina Modotti. La fotografia al tempo dell'amore|accesso=5 novembre 20111}}</ref>.
== Critica ==
La [[Biblioteca del Congresso]] (Library of Congress), la biblioteca nazionale degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] a [[Washington]] in una scheda di Beverly W. Brannan della ''Prints & Photographs Division'' definisce Tina Modotti come una "''riconosciuta maestra della prima fotografia del XX secolo''"<ref>{{cita web|urlname="https:"//www.loc.gov/rr/print/coll/womphotoj/modottiessay.html|titolo=Tina Modotti (1896-1942) - Introduction & Biographical Essay|accesso=1° novembre 2016}}</ref><ref name="telegraph.co.uk">{{cita web|url=http://www.telegraph.co.uk/culture/photography/10104447/Tina-Modotti-An-amazing-life-in-photography.html|titolo=Tina Modotti: An amazing life in photography|accesso=5 novembre 2016}}</ref>.
 
Brannan esalta la "raffinata arte" della Modotti, anche come fotoreporter (alcune sue fotografie apparirono sul giornale del partito comunista messicano ''El Machéte''), tanto da conservare un lotto di sue fotografie ovvero quelle che documentano le attività di quel partito nel 1929, <ref>{{cita web|url=https://www.loc.gov/pictures/search/?q=LOT%2014040&fi=number&op=PHRASE&va=exact&co!=coll&sg=true&st=gallery |titolo=Galleria delle foto messicane di Tina Modotti, appartenente al Lotto 14040 della Library of Congress|accesso=1° novembre 2016}}</ref> oltre che foto su altri temi<ref>{{cita web|urlname=https://www."loc.gov"/pictures/related/?fi=name&q=Modotti%2C%20Tina%2C%201896-1942|titolo=Galleria delle foto di Tina Modotti, conservate alla Library of Congress|accesso=1° novembre 2016}}</ref>. Opere della produzione fotografica della Modotti sono anche custodite presso l' [[International Museum of Photography and Film at George Eastman House]]<ref>{{cita web|urlname=http://"collections.eastman.org"/search/Modotti/objects/list?page=1|titolo=Eastman Museum - Modotti|accesso=1° novembre 2016}}</ref> di [[Rochester (New York)]] oltre che in altri importanti musei del mondo. D'altronde il britannico [[The Daily Telegraph]] annunciando una mostra della fotografa alla [[Royal Academy of Arts]] di [[Londra]] definì la Modotti come «uno dei più brillanti fotografi del 20 ° secolo» con una storia ed una eredità straordinarie <ref>{{cita web|urlname=http://www."telegraph.co.uk"/culture/photography/10104447/Tina-Modotti-An-amazing-life-in-photography.html|titolo=Tina Modotti: An amazing life in photography|accesso=5 novembre 2016}}</ref>
 
== La casa natale a Udine ==
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* [[Lecce]], [[2012]]-[[2013]]: ''Tina Modotti - Fotografa E Rivoluzionaria'' (dal 21 settembre 2012 al 22 febbraio 2013). Manifatture Knos - Cineporto<ref>{{cita web|url=http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=124806|titolo=Tina Modotti - Fotografa E Rivoluzionaria|accesso=1° novembre 2016}}</ref>
* [[Buenos Aires]], [[2012]]:'' Fotógrafa y revolucionaria – Reapertura'' (dal 6 ottobre al 30 ottobre 2012). Centro Cultural Borges<ref>{{cita web|url=http://www.modotti.com/?p=391|titolo=Fotógrafa y revolucionaria – Reapertura|accesso=5 novembre 2016}}</ref>
 
* [[Pordenone]] [[2011]]: ''Il fotografo fotografato. Fotografie, immagini, documenti dall’Ottocento ai nostri giorni'' (dal 28 maggio al 18 settembre 2011). Museo d'Arte Contemporanea<ref>{{cita web|url=http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp?idelemento=109171|titolo=Il fotografo fotografato. Fotografie, immagini, documenti dall’Ottocento ai nostri giorni|accesso=1° novembre 2016}}</ref>
* [[New York]], [[2010]]-[[2011]]:'' Pictures by Women: A History of Modern Photography'' (dal 7 maggio 2010 al 18 aprile 2011). [[Museum of Modern Art]] (MoMa)<ref>{{cita web|url=https://www.moma.org/calendar/exhibitions/1038?locale=en|titolo=Pictures by Women: A History of Modern Photography|accesso=5 novembre 2016}}</ref>
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== Note ==
{{<references}}/>
 
== Bibliografia ==
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* {{en}} {{cita libro | nome=Margaret | cognome=Hooks| titolo=Tina Modotti: Revolutionary| anno=1993 | editore=HarperCollins| città=London |ISBN= 978-00-44408-79-6}}
* {{es}} {{cita libro | nome=Elena | cognome=Poniatowska| titolo=Tinissima| anno=1992 | editore=Ediciones Era| città=Mexiko |ISBN= 968-411-305-6}}
* {{en}} Linda D'Andrea-Marino. "Tina Modotti". In ''Italian Americans of the Twentieth Century'', ed. George Carpetto and Diane M. Evanac (Tampa, FL: Loggia Press, 1999), pp. 254-255&nbsp;254–255.
* {{en}} Frank J. Cavaioli, "Tina Modotti." In ''The Italian American Experience: An Encyclopedia'', ed. S.J. LaGumina, et al. (New York: Garland, 2000), 385-386.