Bailly was creating a model of history based on order, process and pattern, rather than enthusiasm for Christ's coming kingdom. His goal was the Newtonianization of history, the demonstration that historical processes followed a natural path; that astronomy could demonstrate the harmonization of human affairs with nature as a whole; and that history had one way forward - his way.<ref>Nicholas Campion, ''The New Age in the Modern West'',
2015.</ref>
==Spirito di sistema==
{{citazione|I sistemi sono utili; diciamo di più, sono necessari. Le verità che non sono classificate sono mal conosciute; ci sono dei personaggi famosi dei quali abbiamo bisogno di raccontarne l'origine, la famiglia e la parentela: la creazione loro genealogie e alleanze, ci alleviare la memoria. Senza alcun tipo di ordine, l'uomo sarebbe perso nella folla dei fatti; la sua intelligenza soccomberebbe sotto il peso delle sue conoscenze. Inoltre questa riduzione è coerente con l'economia fisica dell'universo. Gli uomini, sia per ragione che per istinto, hanno sempre sentito che, nel far dipendere verità diverse da una sola verità, si sarebbero avvicinati alla natura, che con pochi mezzi, produce la varietà infinita delle cose.|Bailly nell′''[[Storia dell'astronomia moderna (1779)|Histoire de l'astronomie moderne]]''.|Les systèmes sont utiles; nous disons plus, ils sont nécessaires. Les vérités qui ne sont pas classées sont mal connues; ce sont des personnages illustres dont nous devons dire l'origine, la famille et la parenté: en leur créant des généalogies et des alliances, nous soulageons la mémoire. Sans un ordre quelconque, l'homme se perdrait dans la foule des faits; son intelligence succomberait sous la masse de ses connaissances. D'ailleurs cette réduction est conforme à l'économie physique de l'univers. Les hommes, soit par raison ou par instinct, ont toujours senti qu'en faisant dépendre plusieurs vérités d'une seule, ils se rapprocheraient de la nature, qui avec un petit nombre de moyens, produit la variété infinie des choses.|lingua=fr}}
Sebbene si sia sempre rifiutato di ammetterlo, Bailly sembra voler costantemente dimostrare che il ''système'' è lo strumento del progresso. La consapevolezza di questo nuovo sviluppo nel suo pensiero è indicata dalla comparsa di un nuovo e più filosofico ''Discours préliminaire'', rispetto a quello dell′''[[Histoire de l'astronomie ancienne]]'', alla testa del primo volume dell′''Histoire de l'astronomie moderne''. La ragione apparente di questa prefazione è la difesa che Bailly fa del sistema storico-biografico che egli utilizza nelle sue opere. Egli, prefigurando [[Hegel]], infatti riconosce che la nuova storia del [[XVIII secolo]] è la storia dello spirito umano, della moltitudine e della massa dell'umanità, ma allo stesso tempo anche dei suoi grandi leader e delle sue principali tappe. Ma la scienza, almeno secondo Bailly, è in qualche modo al di sopra - o almeno oltre - questo "dominio scettrato" della moltitudine: «La scienza, come gli eventi, sono opere degli uomini, ma la moltitudine non ne ha alcuna parte; la moltitudine li ignora o li guarda con indifferenza: coloro che li coltivano sono una classe isolata».<ref>Bailly, ''Histoire de l'astronomie moderne'': p. XIII.</ref>
Il sistema di Bailly va inteso, fondamentalmente, come un insieme di informazioni fattuali, in cui da una serie di premesse scaturiscono le varie conclusioni attraverso un, presunto, rigoroso metodo di deduzione. Fra queste informazioni, in questo insieme di entità o di concetti, si costituisce costituiscono un tutto organico ovvero, più semplicemente, esiste una reciproca relazionalità. Il "sistema" fu largamente usato, nello stesso senso, nel [[XVII secolo]], da Leibniz, che Bailly riecheggia con forza. Al termine del [[XVIII secolo]], il "sistema" è nuovamente al centro dell’attenzione di d’Alembert che contrappone l′''esprit de système'', ovvero uno speculativo «spirito di sistema», astratto, metafisico e improduttivo con l′''esprit systèmatique'', o «spirito sistematico», che è invece concreto, basato sui fatti e produttivo di nuove conoscenze.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/sistema_(Dizionario-di-filosofia)/ Definizione di "Sistema", ''Treccani''.]</ref>
Bailly, pur presentando i fatti come oggettivamente apparivano alla sua epoca, manifestando all'apparenza la volontà di esporre le conoscenze in modo sistematico, secondo il modello dell′''esprit systèmatique'', finisce però con il generare attraverso le sue opere storiografiche - al contrario - un′''esprit de système''. Nel tentativo infatti di legare i fatti, di interpretarli sintetizzando a partire da essi delle conclusioni, Bailly cade infatti nella più profonda e astratta speculazione storica. Basando infatti il suo metodo interpretativo sul fatto che «non tutte le verità sono dimostrabili matematicamente» ma che anzi, laddove è necessario si deve applicare la categoria della ''vraisemblance'' (che egli finisce per assimilare alla predilezione della spiegazione più semplice e generale, ovvero al [[rasoio di Occam]]), giunge a delle conclusioni del tutto speculative, pur applicando sistematicamente le sue categorie scientifiche.
Le opere di Bailly confermano le due tendenze fondamentali nel suo pensiero: la devozione all'idea di progresso e la sua preoccupazione verso i sistemi, e soprattutto verso uno speculativo ''esprit de système''. Questi due aspetti non si escludono a vicenda. In effetti continuano ad andare di pari passo in tutto il discorso di Bailly. Eppure il suo desiderio di applicare il [[rasoio di Occam]] ovunque, ovvero il suo desiderio di semplificare, conciliare e generalizzare fu la principale debolezza del suo lavoro, e applicando costantemente questo metodo in categorie di conoscenza dove esso era inapplicabile lo portò a fare delle conclusioni quantomai azzardate. Applicandolo infatti alla storia antica, ad esempio, Bailly dedusse l'esistenza di un'atavica filosofia «saggia e sublime» e di un elevato stato di civiltà proprio all'inizio della storia, l'esistenza di un antichissimo popolo civilizzato e scientificamente progredito. Questa nozione, in definitiva, era in contrasto con l'idea stessa di progresso che lo stesso Bailly vagheggiava. L'idea di progresso di Bailly allora si sublimava nella possibilità di un ritorno all'[[età dell'oro]], un'epoca di conoscenza e ordine (il cosiddetto ''grand ordre'') che lui vide arrivare attraverso la [[Rivoluzione francese]], anche se in seguito capì, sulla sua stessa pelle, di essere in torto.
===Il rapporto con la massoneria===
La massoneria in Francia nella metà del [[XVIII secolo]] comprendeva sia un gruppo attivo di logge "ortodosse", ovvero fondamentalmente basate sul modello inglese, che insegnavano la filosofia newtoniana sia un altro gruppo, altrettanto attivo, di logge aristocratiche e rituali sotto il patrocinio delle grandi famiglie nobili, di una famiglia reale neutrale e di un clero che, in assenza di ordini specifici, era libero di comportarsi come voleva.
Inizialmente le logge erano il terreno comune di incontro dei ''philosophes'', dei borghesi, degli uomini di chiesa, e dei nobili. Erano l'unico luogo in cui gli tutti i ''savant'', indipendentemente dal rango sociale, dalla ricchezza o dalla religione, potevano incontrarsi sullo stesso piano. Il catalizzatore era la civilizzazione razionalista, scientifica e commerciale dell'Inghilterra, e ovunque in tutto il mondo nel corso del [[XVIII secolo]] i massoni inglesi erano attivi nella diffusione della dottrina della pace, della fratellanza e del progresso, in altre parole di quello che alcuni studiosi chiamano ''grand ordre''. Questo fu senza dubbio l'aspetto della Massoneria che a cui facevano appello [[Montesquieu]], [[Voltaire]], [[Benjamin Franklin]], Condorcet e certamente anche Bailly.
Eppure, nonostante i suoi apprendimenti newtoniani, la loggia di cui faceva parte Bailly, ''Les Neuf Sœurs'' non era affatto esente dal [[Cabala (esoterismo)|cabalismo]] e dall'interesse per gli «spiriti che presiedono agli astri».<ref>Viatte 1: 105-106; ivi è presente una enumerazione degli elementi mistici della massoneria del [[XVIII secolo]].</ref>
Il poeta [[Évariste de Parny]] catturò lo spirito di questa loggia - lo stesso spirito speculativo (ovvero l′''esprit de système'') che anima le opere speculative di Gèbelin e Bailly - quando scrisse la sua ''Cantate pour la Loge des Neuf Sœurs'':
{{citazione|Voi non sgriderete più, tempeste passeggere.</br>
Oltre che il riposo, sono necessarie le arti.</br>
Essi rinascono sempre cari,</br>
La Francia è ancora sensibile ai loro benefici;</br>
E le nostre mani fedeli del loro tempio pacifico</br>
Rilevano i nobili detriti.|Parny nella ''Cantate pour la Loge des Neuf Sœurs''.<ref>''Œuvres, élégies et poésies diverses'', Paris, Garnier, 1861.</ref>|Vous ne gronderez plus, tempêtes passagères.</br>
Ainsi que le repos, les arts sont nécessaires.</br>
Qu'ils renaissent toujours chéris,</br>
La France à leurs bienfaits est encore sensible;</br>
Et nos fidèles mains de leur temple paisible</br>
Relèvent les nobles débris.|lingua=fr}}
L'esistenza della loggia ''Les Neuf Sœurs'', era la giusta prova che gli ideali espressi del ''grand ordre'' esistevano sia tra i ''philosophes'' più razionalisti, sia tra i ''savant'' più speculativi. Questi ideali attiravano numerosi uomini illuminati, perché erano basati sia sulla scienza che sulla sulla storia ed affermavano di essere documenti autentici delle grandi leggi cosmiche, con dei titoli di legittimità che risalivano alla stessa origine del mondo. La storia non era più un semplice oggetto di curiosità puramente antiquaria, ma un deposito di verità e conoscenze che avrebbero potuto portare, nella loro visione, alla nuova [[età dell'oro]]. Lo stesso Bailly non trovò questo sistema come preconfezionato. Anzi, fu il suo stesso pensiero a portarlo ad accettare molti degli stessi principi che trovavano espressione nelle opere dei suoi amici massoni e che lo portarono, in ultima analisi, ad unire le sue forze con loro. La fiducia nella legge, nel ''grand ordre'', nel linguaggio universale, e nella filosofia sublime che pensava di aver trovato tra gli antichi corrispondeva bene con le idee utopiche dei suoi contemporanei e preparò la sua mente per l'idea utopistica del [[età dell'oro]] che sperava di aver trovato grazie alla [[Rivoluzione francese]], anche se poi si rese conto che questa speranza fu vana.
==Note==
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