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Lo spostamento di Atlantide, fatto da Bailly, dall'Occidente e a sud dell'Europa, verso Oriente e a nord, e la attribuzione di un suo ruolo centrale per il [[Caucaso]] nella remota preistoria del genere umano, non erano comunque le riflessioni isolate di un pensatore solitario, ma riflettevano le assunzioni storiche, estetiche, e le ipotesi geografiche del suo tempo.
 
===Atlantide Iperborea===
Ciò che interessava Bailly relativamente ai [[Mitologia del Sole|miti solari]] era il loro collegamento con gli [[Ade (regno)|Inferi]]: l'ultima delle [[dodici fatiche di Ercole]] (nella sequenza tradizionale) lo aveva portato sottoterra per catturare [[Cerbero]] che, proprio come [[Persefone]], un'altra figura "solare", rimaneva negli Inferi per metà dell'anno. Questi episodi e altri, come Bailly ipotizzava, non potevano che simboleggiare la completa scomparsa del sole; gli inventori di tali miti dovevano quindi aver vissuto ad una latitudine tale per cui il sole periodicamente scompariva dal cielo. Respingendo le teorie precedenti sulla posizione di [[Atlantide]], Bailly reputò di aver raggiunto la sorprendente conclusione che [[Atlantide]] si trovasse vicino al [[Polo Nord]], all'incirca vicino all'arcipelago delle [[Novaja Zemlja]] (anche perché Atlantide era un'isola). Bailly procedette quindi identificando il popolo degli Atlantidei con quello degli [[Iperborei]], popolo mitico - di cui parla anche [[Erodoto]] - che viveva al di là (''iper''-) del vento del nord (''Boreas''). Poco si sapeva su di loro, tranne il fatto che adoravano [[Apollo]], il Dio del sole. Naturalmente, come Bailly riconosceva, [[Iperborea]] ormai era inabitabile, ma in passato, quando invece il clima era diverso, e ai poli faceva più caldo. L'Atlantide Iperborea diventava quindi un candidato ideale, agli occhi di Bailly, come civiltà originaria; questa civiltà, comunque troppo presto abbandonata a causa del raffreddamento terrestre, testimoniò, agli occhi di Bailly, la vera [[età dell'oro]]: «l'età d'oro, questo affascinante racconto, non è che il ricordo di una terra abbandonata, ma ancora cara».<ref>Bailly, ''Lettres sur l'origine des sciences'', 95-103</ref>
 
===Bailly e il termine "caucasico"===