Fuocoammare: differenze tra le versioni
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== Trama ==
Un ragazzino, Samuele Pucillo,<ref name=":1" /> taglia da un pino un rametto biforcuto per ricavarne una [[fionda]]. Con il suo amico Mattias Cucina<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.mymovies.it/film/2016/fuocoammare/cast/|titolo=Fuocoammare (2016)|cognome=Milano-Firenze|nome=Mo-Net s.r.l.|sito=mymovies.it|accesso=2016-10-08}}</ref> si diverte poi a intagliare occhi e bocca su alcune pale di [[Opuntia ficus-indica|fico d'India]] e a tirar loro pietre con la fionda, come contro un esercito nemico. Questo succede sull'[[isola di Lampedusa]], mentre gli uomini dell'[[Circondario marittimo|ufficio circondariale]] della [[Marina Militare|Marina]], ricevuta via radio una richiesta di soccorso, attivano le ricerche in mare con unità navali ed elicotteri della [[Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera|guardia costiera]]. Intanto la vita sull'isola prosegue. Una casalinga, Maria Signorello,<ref name=":0">{{Cita news|autore=|url=http://www.ciakmagazine.it/berlino-2016-fuocoammare-il-dramma-di-lampedusa-raccontato-da-rosi/|titolo=Berlino 2016: "Fuocoammare", il dramma di Lampedusa raccontato da Rosi|pubblicazione=ciakmagazine.it|data=|accesso=25 gennaio 2017}}</ref> mentre prepara il pranzo, ascolta la [[Emittente radiofonica|radio locale]] condotta da Pippo Fragapane<ref name=":0" /> che manda in onda musica e canzoni a richiesta e dà notizie su avvistamenti e salvataggi in mare.
Profughi e migranti provenienti dal [[Nordafrica]] su barconi stracarichi vengono imbarcati sulle navi della Guardia costiera e poi, trasbordati su lance e motovedette, sono condotti a terra. Qui trovano [[Pietro Bartolo]], il medico che dirige il poliambulatorio di Lampedusa e che da anni compie la prima visita ad ogni migrante che sbarca nell'isola<ref name="Left">{{cita web|url=http://www.left.it/2016/02/18/il-medico-dellisola-la-lampedusa-di-pietro-protagonista-di-fuocoammare-di-gianfranco-rosi/|titolo=Il medico dell’isola. La Lampedusa di Pietro, protagonista di Fuocoammare di Gianfranco Rosi|sito=Left|accesso=March 8, 2016}}</ref>. Vengono quindi trasferiti in autobus al [[Centri per l'immigrazione in Italia|centro di accoglienza]], perquisiti e fotografati. Samuele parla con Francesco Mannino,<ref name=":0" /> un parente pescatore che gli racconta di quando faceva il [[marinaio]] sulle [[Nave mercantile|navi mercantili]] vivendo sempre a bordo per sei, sette mesi, tra cielo e mare. Un sub, Francesco Paterna,<ref name=":0" /> si immerge a pesca di ricci nonostante il mare mosso.▼
A casa, durante un temporale, Samuele studia e poi ascolta la nonna, Maria Costa,<ref name=":0" /> che gli racconta di quando, in tempo di [[Seconda guerra mondiale|guerra]], di notte passavano le navi militari lanciando i [[Bengala (razzo)|razzi luminosi]] in aria e il mare diventava rosso, sembrava ci fosse il fuoco a mare. Maria Signorello chiama la radio per dedicare al figlio pescatore ''Fuocoammare'', un allegro [[swing]], con l'augurio che il brutto tempo finisca presto e si possa uscire in barca a lavorare. Il brano va in onda. Intanto, nel centro d'accoglienza un gruppo di profughi intona un canto accorato accompagnato dal racconto delle loro peripezie:{{Citazione|Non potevamo restare in [[Nigeria]], molti morivano, c'erano i bombardamenti. Siamo scappati nel deserto, nel [[Deserto del Sahara|Sahara]] molti sono morti, sono stati uccisi, stuprati. Non potevamo restare. Siamo scappati in [[Libia]], ma in Libia c'era l'[[Stato islamico|ISIS]] e non potevamo rimanere.<br> Abbiamo pianto in ginocchio: -Cosa faremo? Le montagne non ci nascondevano, la gente non ci nascondeva, siamo scappati verso il mare. Nel viaggio in mare sono morti in tanti. Si sono persi in mare. La barca aveva novanta passeggeri. Solo trenta sono stati salvati, gli altri sono morti.<br> Oggi siamo vivi. Il mare non è un luogo da oltrepassare. Il mare non è una strada. Ma oggi siamo vivi. Nella vita è rischioso non rischiare, perché la vita stessa è un rischio... Siamo andati in mare e non siamo morti.}}▼
Il medico, mostrando la foto di un barcone con ottocentosessanta persone, racconta di quelli che non ce l'hanno fatta. Soprattutto di quelli che per giorni navigano sottocoperta, stanchi, affamati, disidratati, fradici e ustionati dal carburante. Commosso e sconvolto, il dottore racconta di quanti ne ha potuti curare e di quanti, invece, ne ha dovuto ispezionare i cadaveri recuperati in mare, tra cui tante donne e bambini, facendo molta fatica ad abituarsi. Così, mentre Samuele cresce e affronta le sue difficoltà per diventare marinaio perché a Lampedusa tutti lo sono, in mare prosegue la tragedia dei migranti e l'impegno dei soccorritori.▼
▲Profughi e migranti provenienti dal [[Nordafrica]] su barconi stracarichi vengono imbarcati sulle navi della Guardia costiera e poi, trasbordati su lance e motovedette, sono condotti a terra. Qui trovano [[Pietro Bartolo]], il medico che dirige il poliambulatorio di Lampedusa e che da anni compie la prima visita ad ogni migrante che sbarca nell'isola<ref name="Left">{{cita web|url=http://www.left.it/2016/02/18/il-medico-dellisola-la-lampedusa-di-pietro-protagonista-di-fuocoammare-di-gianfranco-rosi/|titolo=Il medico dell’isola. La Lampedusa di Pietro, protagonista di Fuocoammare di Gianfranco Rosi|sito=Left|accesso=March 8, 2016}}</ref>. Vengono quindi trasferiti in autobus al [[Centri per l'immigrazione in Italia|centro di accoglienza]], perquisiti e fotografati.
▲Intanto, nel centro d'accoglienza un gruppo di profughi intona un canto accorato accompagnato dal racconto delle loro peripezie:{{Citazione|Non potevamo restare in [[Nigeria]], molti morivano, c'erano i bombardamenti. Siamo scappati nel deserto, nel [[Deserto del Sahara|Sahara]] molti sono morti, sono stati uccisi, stuprati. Non potevamo restare. Siamo scappati in [[Libia]], ma in Libia c'era l'[[Stato islamico|ISIS]] e non potevamo rimanere.<br> Abbiamo pianto in ginocchio: -Cosa faremo? Le montagne non ci nascondevano, la gente non ci nascondeva, siamo scappati verso il mare. Nel viaggio in mare sono morti in tanti. Si sono persi in mare. La barca aveva novanta passeggeri. Solo trenta sono stati salvati, gli altri sono morti.<br> Oggi siamo vivi. Il mare non è un luogo da oltrepassare. Il mare non è una strada. Ma oggi siamo vivi. Nella vita è rischioso non rischiare, perché la vita stessa è un rischio... Siamo andati in mare e non siamo morti.}}
▲Il medico, mostrando la foto di un barcone con ottocentosessanta persone, racconta di quelli che non ce l'hanno fatta. Soprattutto di quelli che per giorni navigano sottocoperta, stanchi, affamati, disidratati, fradici e ustionati dal carburante. Commosso e sconvolto, il dottore racconta di quanti ne ha potuti curare e di quanti, invece, ne ha dovuto ispezionare i cadaveri recuperati in mare, tra cui tante donne e bambini, facendo molta fatica ad abituarsi.
== Riconoscimenti ==
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